Parolin: il Papa a Montevergine? Non perdiamo le speranze

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E’ una festa di fede in cui la riscoperta delle devozione della Vergine non può che attraversare il difficile momento che vive il paese, dalla precarietà alla guerra in Ucraina. Lo sottolinea il cardinale Parolin, nella cerimonia inaugurale a Montevergine delle celebrazioni per i Novecento anni del santuario. Ad accompagnarlo l’abate ordinario dell’abbazia territoriale di Subiaco, dom Mauro Meacci e l’abate ordinario dell’abbazia territoriale di Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore, don Diego Gualtiero Rosa.”Ho coltivato fin da bambino – spiega Parolin – questa devozione alla Vergine che si esprime in questo atto di omaggio. Ma la giornata di oggi diventa anche l’occasione per riconoscere l’importanza della presenza dei monaci benedettini, ci fa ricordare quanto siano importanti le nostre radici, quanto il presente possa essere vissuto ancorato al passato. Queste nostre radici cristiane devono animare il nostro impegno civile” Si dice onorato della cittadinanza onoraria e del dono della chiavi della città “questo mi lega ancora di più alla comunità. La Chiesa, come ci esorta a fare Papa Francesco, vuole essere vicina alla gente che vive la sua vita nella quotidianità e deve fare i conti con numerosi problemi. In Campania il nostro impegno di fede ci sprona ad essere solidali, ad essere buoni samaritani, a tentare strade di dialogo ma neppure la Chiesa ha tutte soluzioni. Tuttavia, può mettere nelle azioni che porta avanti spirito di cura e di presenza. Questa celebrazione ha anche questo significato, prendersi cura dei problemi della gente, chiediamo allo Spirito Santo di riuscire a mettere insieme le nostre differenze. Il pensiero del passato non ci deve fare dimenticare i problemi del presenti,  penso, in particolare, alle fasce della popolazione che vivono momenti di precarietà occupazionale, confido che i responsabili sappiano trovare soluzioni adatte, sappiano che il santo Padre Francesco è vicino come segno della presenza consolatrice di Cristo per incoraggiare fiducia nel presente e la fiducia”.

Ribadisce come “L’unità non è uniformità, non dobbiamo aspirare ad essere tutti uguali, le differenze e le diversità non devono essere fonte di conflitto ma ricchezza per tutti. E’ evidente quanto sia importante la preghiera dello Spirito Santo perchè davvro converta i cuori di chi governa a questo modo di operare”. E sul possibile arrivo di Papa Francesco “E’ Papa Francesco a decidere quelli che sono gli itinerari, per quest’anno ha in programma altri viaggi ma non perdiamo le speranze”. Ricorda di “essere venuto a Montevergine già due anni fa ma questa volta ho potuto gustare in funicolare la bellezza della terra irpina e la genuina devozione di questo popolo. Oggi sono tornato per le celebrazioni dei nove secoli”. Ricorda come “C’è un pericolo nel consegnare le chiavi della città a qualcuno, che possa entrare in qualsiasi momento in casa ma io sono che in qualsiasi momento qui sarò ben accolto. Ho potuto sperimentare una calorosa accoglienza e la mia devozione alla Vergine viene raffozarata da questo nobile attestato. Mi sento ancora più legato da vincoli d’affetto a questa abbazia”.

Rivolge il suo saluto speciale al corpo diplomatico dei paesi del mondo “che hanno accolto famiglie di campani, portandovi la fede per la Madonna con la costruzione di chiese”. Ricorda come “l’icona che raccoglie le speranze e le angosce dei fedeli fu un omaggio della famiglia angioina di Napoli alla comunità dei monaci”

A fare gli onori di casa l’abate Riccardo Guariglia che nel salutare il cardinale gli cheide di ”portare a Papa Francesco, che ha già dimostrato affetto e devozione, l’eco della nostra fede e della nostra gioia. L’accogliamo oggi come nostro concittadino”.

E’ il presidente della Regione Vincenzo De Luca a sottolineare come “Celebriamo oggi un momento di festa di gioia. Saremo vicini all’abbazia in quest’anno giubilare che vuole essere un momento di spiritualità che offriamo a tutti il mondo”. Ricorda come la “fede per la Madonna di Montevergine è cresciuta nel ricordo degli emigranti che andavano fuori per vivere e che hanno guardato a Montevergine come a un faro, come a un simbolo delle radici da tenere vive. Ci auguriamo che la madre possa essere di ispirazione per l’azione di pace in cui è impegnata la chiesa in questo momento, che la Madrea guardi ai figli che muoiono nelle acque del Mediterraneo”. Ribadisce che c’è bisogno di qualcosa di più della politica e della burocrazia, c’è bisogna di una ispirazione religiosa che possa segnare l’animo di chi governa. La speranza è che questa celebrazione possa essere l’cccasione per una ispirazione che ponga  fine a questo bagno di sangue in Ucraina, ritrovando le radici dei nostri padri e riscoprendo un messaggio di pace per un cessate il fuoco che appare difficile. Abbiamo ascoltato Papa Francesco che ci ha ricordato come “In guerra tutto è perduto”. Sono contento anche di poter salutare il prefetto di Vercelli, simbolo di “quella solidarietà nazionale necessaria tra nord e sud. Anche in questo l’ispirazione verginiana sarebbe utile”

Il ministro dell’interno Mario Piantedosi ricorda come “Il mio legame con questi luoghi ha radici profonde, legate all’indirizzo di vita e agli insegnamento che hanno orientato la mia quotidianità. Questo santuario è un monumento all’etica laica servizio di chiunque per chi si riconosca nell’appartenenza ai valori democratici, questo monito è evidente nella regola di San Bendetto che giunge qui tramite San Guglielmo. Fonda la regola in un momento difficile per l’Occidente,  qui nel centro del Mediterraneo verranno gettati i semi di un modello di comunità basato sulla centralità persona dal significato politico e attuale. In un momento come quello attuale di svilimento della cultura cristiana, San Benedetto affermerà un microsistema sociale che racchiude in sè la formula più evoluta della convivenza cristiana, un microsistema a vocazione universale. C’è molta attualità nell’invito a prendere  gli uomini come sono, tenendo conto dei vulnerabili, valorizzando le loro disuguaglianze nel sapere, nell’intelligenza, nella resistenza, ognuno con le sue differenze, affidato ad una guida saggia come quella dell’abate. Un uomo che guiderà pecore con discernimento  e moderazione. La grande forza del suo insegnamento sarà nel rifuggire l’appiattimento e nell’ispirazione a prendersi cura dei fragili con tenerezza ed equilibrio. Pensiamo a quanto risuoni tuttora il principio dell’osservanza in tutti i momenti della vita, quello che significa compiere con zelo la missione affidata a ciascuno di noi, significa svolgerla con concentrazione, senza negligenze, restando padroni di sè e ricorrendo al pensiero razionale per orientare comportamenti. La regola nasce per garantire un’ordinanta convivenza tra molri, nel rispetto dell’altro, un principio che fa parte del patrimonio di ciascuno di noi”.

Ricorda come “la statua di  San benedetto resistette al terremoto nella piazza davanti al duomo di Norcia, non cè un caso che sia patrono d’Europa, si può affermare che il suo messaggio di convivenza tra i popoli non abbia vacillato e dobbiamo fare sì che non debba vacillare per tutti i terremoti, non solo fisici. Intorno a quella statua è iniziata la ricostruzione e intorno a quegli insegnamenti potrà reggersi l’architettura di valori da cui discende la nostra democrazia”

Il ministro della cultura Sangiuliano “Per me Montevergine è un luogo del cuore, in ogni mese di maggio dovevo portare la mia mamma, devota a questo luogo, al santuario. Così, piano piano, ho acquisito la consapevolezza della devozione che esprime questo luogo. Cultura, derivare da colere che significa ‘coltivare’, fare cultura significa essere consapevoli dell’importanza di luoghi come questi. Costituiscono la geografia idenitaria della nostra nazione, novecento anni sono un appuntamento importante, Non possiamo dimenticare che gran parte della filosofia greca ci è stata trasmesso da chi ha presidiato questi luoghi. Montevergine rappresenta il pilastro della nostra spiritualità e del nostro sistema valoriale. Mi fa piacere che chi aveva creduto in un’esterma secolarizzazione della società voglia recuparera il valore della sacralità. Mi piace citare le parole di Benedetto Croce che sottolineave “perchè non possiamo non dirci cristiani”. Il cristanesimo è tra le più alte dimensioni spritiuali. Aristorele ci dice che mentre gli esseri viventi hanno luoghi naturali, gli uomini hanno luoghi che si sono prodotti in secoli di storia, una produzione non solo materiale, come quella a  cui ci richiama Leopardi nella canzone d’Italia, citando colonne e mura come testimonianza dell’Italia ma anche la condizione di immaterialità, di radici che non gelano mai”

E’ quindi il sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio a consegnare al cardinale Parolin la cittadinanza onoraria di Mercogliano e la chiave della città realizzata in terracotta rivestita di oro zecchino, il calice in oro da consegnare al Papa e una mitra “Nonostante le sfide del presente Montevergine continua ad essere un faro per tante persone che hanno bisogno di misericordia e gesti concreti di accoglienza. Con questo spirito insieme alla comunità di Mercogliano esprimo l’auspicio che l’anno giubilare possa rappresentare non solo un’occasione per riappropriarci della nostra storia e favorire il processo di crescita spirituale e religiosa. Siamo orgogliosi di conferire al cardinale Parolin la cittadinanza onoraria per l’alto magistero a sostegno della pace e per il contributo alla costruzione di una società più giusta, per l’amore che ha già avuto di mostrare per la nostra città e la devozione per la Vergine. Le preghiamo di far giungere al Papa il ringraziamento di Mercogliano al Papa per il suo maigstero fecondo che richiama noi amministratori alla comune ricerca del bene comune  e dei valori che garantiscono stabilità alle nostre comunità”.

Numerose le autorità presenti in sala, tra gli altri il prefetto Paola Spena, il procuratore Domenico Airoma, il parlamentare Michele Gubitosa, i consiglieri regionali Vincenzo Ciampi e Livio Petitto, i sindaci di numerosi comuni del territorio e i vescovi delle diocesi irpine. Tanti i fedeli saliti a Montevergine per partecipare alle celebrazioni, grazie alla funicolare che si conferma preziosa e funzionale con le corse gratuite prese d’assalto dai cittadini.

 

 


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