Oltre De Luca e Caldoro ci sono spazio politico e condizioni: l’appello de L’Irpinia è Adesso – IL CIRIACO

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“Con chiarezza vediamo che non andiamo lontano, se affrontiamo la questione in maniera parcellizzata o se ciascuno va per proprio conto perché ogni amministratore locale cerca di riportare a casa il piccolo risultato da usare come specchietto per le allodole per il proprio elettorato”.

Le parole dell’arcivescovo di Benevento, a corollario dell’incontro dei vescovi delle aree interne con il Presidente Mattarella, rappresentano plasticamente la disperazione di territori vasti e, ad un tempo, relegati sempre più nel dimenticatoio da scelte politiche inesistenti, in qualche caso senza alcuna prospettiva, e, quando va bene, low coast. Il tempo del post Covid mostra ancor più le ferite di territori che, di fronte ad una crisi economica devastante, cercano faticosamente di immaginare una ripartenza.

Le imminenti elezioni regionali mostrano ancor più, se ce ne fosse bisogno, il quadro sui generis di una Regione bistrattata notevolmente dai vertici romani dei partiti, il cui disinteresse alimenta anche il dubbio circa la loro inutile e silente esistenza. La peculiarità tutta campana si legge attraverso la insipienza dei partiti, ridotti a meri comitati elettorali, inerti di fronte alle scelte “disinvolte” del Governatore uscente, capace di imbarcare di tutto e di più pur di restare al comando della Regione più importante del Mezzogiorno.

Lo scontro che si profila è tra un centrodestra in salsa Caldoro ed un aggregato indistinto in salsa deluchiana.

Non è un caso che la fine dell’emergenza sanitaria, tempo in cui i territori sono stati abbandonati a se stessi, ha visto il ritorno del Governatore della Campania per la passerella arianese di fine pandemia.

In questo quadro poco esaltante il Movimento Politico L’Irpinia è Adesso sente il dovere di provarci fino alla fine, lanciando un appello alle associazioni, ai movimenti sul territorio, alle forze politiche che non si rassegnano all’idea di una politica ridotta a cabaret e/o con lo sguardo a residui di nobiltà trascorsa.

Rimettere la politica al centro dell’azione vuol dire null’atro che immaginare un’altra strada. Occorre avere il coraggio di rompere gli indugi e di offrire ai cittadini della Campania una nuova speranza.

Bisogna offrire ai tanti che non si sentono rappresentati dai protagonisti di uno schema che si ripete da dieci anni, la possibilità di una scelta differente. Su questo terreno, fino all’ultimo giorno utile, l’irpinia è Adesso non ammainerà la propria bandiera, affinchè viva un altro pensiero, con protagonisti credibili ed un progetto sostenibile.

Serve uno scatto in avanti, perchè arrendersi vuol dire null’altro che cedere definitivamente il passo a logiche mercantili. Nascondersi dietro l’alibi del “non ci sono le condizioni”, non serve, mai come in questo tempo.



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