Nuova vita per il centro Dorso. D’Alessandro: il Sud ha bisogno di una nuova classe dirigente

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“Per rilanciare il Mezzogiorno la politica non può bastare, c’è bisogno del sostegno di una società civile capace di formare una classe dirigente”. A sottolinearlo è Lucio D’Alessandro, rettore del Suor Orsola Benicasa. Non nasconde le sue preoccupazioni sulla riforma legata all’autonomia differenziata “Perchè non è ancora chiara la situazione, non si conoscono ancora bene su quali aspetti dovrebbe essere garantita l’equità. Non sono assolutamente contrario ma bisogna mantenere alta la guardia. Certo, non credeo che Dorso, nella sua visione di sviluppo del Mezzogiorno, avrebbe sostenuto il progetto dell’autonomia differenziara”. Sottolinea come “portiamo avanti da anni un rapporto collaborazione con il Centro Dorso, attraverso corsi di formazione di amministratori pubblici. Certo, il territorio avrebbe bisogno di una classe dirigente, fatta di competenze, anche a partire da una business school, che riunisca università e istituti di cultura e che potrebbe trovare casa in un luogo come l’Irpinia in cui il tema del rapporto tra classe dirigente e Sud è forte”. Spiega come “Questo territorio è stato caratterizzato da generazioni di politici autorevoli che hanno risposto all’appello di Dorso dei cento uomini d’acciaio, che aveva in sè una chiara valenza utopica.  Ma è chiaro che, oggi più che mai, ci vuole una classe dirigrente diffusa, capace di fare governance, di sfruttare le occasioni che la politica crea, ma fatta anche di professionisti che abbiano competenze”. E quando gli chiedono cosa resta della scuola di politica di Nusco “Era una scuola di ragionamento legata innanzitutto alla sua figura, il ragionamento resta un tema centrale per la politica, ma all’elaborazione del pensiero devono affiancarsi le competenze. La classe dirigente è fatta di consapevolezza, spirito critico e prospettico che è riconducibile alla poltica e di capacità di realizzazione, di competenze tecniche, che vanno formate”. E ricorda come lo stesso Dorso “Credeva nell’autonomia del Sud intesa come capacità endogena di fare, al di là dell’intervento dello Stato. Ci vogliono persone capaci, inserite nei gangli del privato e della pubblica amministrazione”. Ricorda come su questo territorio ci sono “alcune università della formazione veloce ma non è così che si forma classe dirigente, si forma attraverso un sistema serio e articolato. Bisogna investire sui luoghi della formazione. E’ questa la chance che ha il Sud”. E sul Pnrr “E’ un grande problema non solo del Sud, strettamente collegato alla sua classe dirigente e alla necessità di uno svecchiamento della struttura amministrativa, in molti casi bisogna fare i conti con normative complesse”

Luigi Fiorentino sottolinea come “Un’istituzione culturale è chiamata a promuovere il confronto e non fare politica, mettendo a disposizione di tutti le proprie risorse, attraverso un rapporto organico con chi amministra”. Spiega come la vera sfida è fare del Sud “un ponte verso il Mediterraneo in termini sviluppo industriale e integrazione di culture differenti. Altro tema centrale su cui vogliamo interrogarci è quello dell’infrastrutturazione nel Mezzogiorno, a partire dal progetto dell’alta velocità Napoli Bari. Un problema che si ricollega a quello delle risorse Pnrr che devono essere spese bene e che investe tutto il paese. Vogliamo continuare a investire sulla formazione dei giovani e sulla costruzione di una classe dirigente ma anche su scuole e asili nido, vogliamo interrogarci  attraverso un dibattito a più voci sulla reale portata di una riforma come quella dell’autonomia differenziata. Siamo convinti  che sia necessario costruire un osservatorio che offra agli studiosi dati e documentazione aggiornata a cui attingere”. E ribadisce che “c’è un problema di classe dirigente in tutto il paese. I termini dello sviluppo del Sud sono certamente diversi da quelli che riguardavano il Mezzogiorno di Dorso”

E’ quindi il sindaco Gianluca Festa a sottolineare come “non bisogna avere paura dei cambiamenti. La prima volta in cui ho parlato della possibilità di trasferire la Casina del principe sono stato travolto dalla polemiche. Ma la scelta della Casina del principe segna anche la volontà di aprire il Centro Dorso alla città, attraverso uno spazio più facilmente fruibile. Vogliamo investire su questa ricchezza. Oggi abbiamo dato rinnovata luce al patrimonio del Centro Dorso. Sono convinto che solo grazie al coraggio la città potrà migliorare”

Quindi spazio alla maratona di lettura estiva, giunta alla IX edizione, dedicata quest’anno alla figura di Guido Dorso, ripercorrendo i momenti più significativi della sua opera e della sua attività. A partecipare alla lettira collaboratori volontari, giovani, rappresentanti del mondo scolastico, istituzionale, religioso, dell’informazione. Tra loro anche Elisa Dorso che non nasconde la sua commozione. Ed è lei a tagliare il nastro insieme al sindaco Gianluca Festa e a Luigi Fiorentino


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