Nell’ottantesimo anniversario del massacro, l’omaggio dell’Irpinia alla Divisione Acqui

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Negli anni è diventato quasi un appuntamento fisso per l’associazione “La casa di Giuseppe Casciaro” in collaborazione con l’associazione Marinai d’Italia di Avellino con il consenso dell’associazione nazionale Divisione Acqui Campania.  Si rinnova anche quest’anno l’omaggio alle vittime italiane di Cefalonia nell’ottantesimo anniversario del massacro. Il 30 maggio tappa a Bari con la visita al Sacrario Militare dei Caduti d’oltremare, il 2 giugno le associazioni saranno ad Argostoli con la visita al Museo della Divisione Acqui ed alla Chiesa Cristiana di Argostoli con saluti e preghiera del marinaio. Seguirà alle 12 una Cerimonia presso il Monumento ai caduti italiani con la deposizione di una corona d’alloro – Benedizione e la visita alla Fossa della fucilazione e alla casetta rossa.

La situazione precipitò all’indomani dell’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. Per le 35 divisioni, per un totale di 600mila uomini, che occupano Grecia, Albania e Jugoslavia la scelta è tra consegnarsi ai tedeschi o combattere. Qui la disgregazione dell’esercito è dovuta in primo luogo alla mancanza, all’incompletezza e ai ritardi delle direttive del comando e alla disorganizzazione degli ufficiali. Molti dei soldati uccisi a Cefalonia facevano parte della divisione Acqui, ma erano presenti anche finanzieri, Carabinieri ed elementi della Regia Marina.

La guarnigione italiana di stanza nell’isola greca si oppose al tentativo tedesco di disarmo, combattendo sul campo per vari giorni con pesanti perdite, fino alla resa icondizionata, alla quale fecero seguito massacri e rappresaglie nonostante la cessazione di ogni resistenza. I superstiti furono quasi tutti deportati verso il continente su navi che finirono su mine subacquee o furono silurate, con gravissime perdite umane.

 


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