Malamente e Berlino 84 si raccontano nella Club House. Dai ritmi popolari d’Irpinia alla vena cantautorale per l’Avellino Summer Fest

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“Siamo partiti dalle sonorità del Sud Italia per poi portare avanti un lavoro di ricerca legato ai ritmi tradizionali del territorio irpino”. A raccontarsi nel salotto della Club House di Piazza Libertà i Malamente, di scena il 4 agosto a piazza Kennedy. A parlare la voce della band Vito Raosa, sul palco dell’Avellino Summer Fest il 4 agosto al Parco di Nunno, con lui Giuseppe Polcaro alla batteria, Pietro Accomando alle percussioni, Francesco Mercadeante al basso, Marco Saraceno al flauto traverso, Gabriele Contrada e Giuseppe Zampetti alle chitarre.

“Il primo album – prosegue Raosa – si intitola “Balla bella”, contiene un solo singolo scritto da noi, è la canzone che dà il titolo al disco, un invito a danzare sui ritmi della musica popolare, quello che vuole essere un rito catartico e insieme una festa. Nella seconda fase abbiamo cominciato a dare spazio alle nostre canzoni, nasce così ‘Mo basta’, il nostro inno contro l’inquinamento realizzato in collaborazione con l’associazione Salviamo Valle del Sabato, simbolo della battaglia per difendere la bellezza di questa terra. Poi, è stata la volta di “E’ una storia che va”, sono pezzi tutti nostri, a cui si affianca una sola cover ‘Cieli d’Irlanda’ per dare un’idea di quella che è oggi la nostra direzione. La nostra musica è legata alle radici della musica folk ma è aperta anche alle contaminazioni che arrivano dal presente”. Vito sottolinea con forza l’orgoglio di esibirsi all’Avellino Summer Fest “Il gruppo nasce a Manocalzati, sarà dunque, una vera emozione per noi che siamo partiti dai marciapiedi dei paesi arrivare al centro dell’Irpinia e suonare nel capoluogo”

A parlare di appartenenza alla propria terra è anche Fabio Picciocchi, Berlino 84, di scena il 5 agosto in piazza Agnes “Il nome è nato per gioco, lo usavo su Facebook perchè mi piaceva. Ero partito dall’idea di fondare una linea di cappelli ma poi mi sono dedicato alla musica e ho conservato quel nome. Provengo da una generazione cresciuta con la musica dei giovani cantautori, Carboni, Grignani e 883, tra leggerezza e capacità di guardarsi dentro, sono partito con l’indie per approdare al pop. Mi sento l’ultimo dei romantici in un mondo in cui il pop sta quasi per scomparire. Io resto fedele a questo genere musicale, nel pop c’è un’etica nella costruzione dei testi che talvolta si perde in altri tipi di musica, un artista pop non si sognerebbe mai di usare frasi offensione o violente, c’è sempre un profondo rispetto del pubblico”. Il legame con Avellino è sempre stato forte “Sono nato a Basilea, in Svizzera, sono cresciuto tra Mugnano e Avellino dove ho studiato, oggi vivo nel capoluogo. Non è la prima volta all’Avellino Summer Fest, lo scorso anno ho aperto il concerto dello Stato Sociale, ma questa volta avrò una serata tutta per me, regalerò al pubblico due ore di concerto con le mie canzoni. Per me è fondamentale il rapporto che si stabilisce con il pubblico, sono sicuro che si creerà un clima speciale”. Sottolinea come “l’amore resta il tema centrale delle mia canzoni, per citare Guccini, con le canzoni non si fanno rivoluzioni ma forse si può fare poesia. Non mi piacciono le etichette ma quando parlo della mia musica uso un’espressione ben precisa ‘pop love’. Non è un caso che abbia scelto di chiamare l’album che uscirà a ottobre ‘Resistenza pop’”. Sarà una serata speciale, capace di creare momenti di condivisione, perché credo che la musica sia in grado di unire le persone”


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