“L’Irpinia non può non essere rappresentata in giunta. Con Ciarcia abbiamo segnato politicamente la campagna elettorale”: Grella a tutto campo – IL CIRIACO

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«La provincia che ha dato il maggiore contributo all’elezione del Governatore, non può non essere rappresentata in giunta. Sono certa che De Luca aggiusterà il tiro. Il congresso? Toccherà a Cennamo organizzarlo e stabilire chi sono gli iscritti del Pd che vi partecipano». Ida Grella, esponente nazionale di AreaDem, analizza il risultato elettorale, commenta la nuova giunta regionale e guarda alla futura organizzazione del Pd irpino.

Come commenta il risultato elettorale del Pd in Irpinia ed in particolare di Ciarcia, il candidato di Areadem?

«Il risultato del Pd è eccellente, l’Irpinia ha portato all’elezione di De Luca un contributo più che significativo. Areadem, come sempre, ha chiesto innanzitutto un voto per il partito. E’ evidente che rispetto a chi usciva da un’esperienza amministrativa di cinque anni e che è stato designato come candidato, proprio in quanto uscente, in largo anticipo potendo quindi iniziare da subito la propria campagna elettorale, mi riferisco a Petracca e D’Amelio, noi abbiamo dovuto attendere. Ma nonostante questo il risultato che ha ottenuto Michelangelo Ciarcia è di tutto rispetto. Ovviamente si poteva ottenere un consenso migliore, ma certamente non poteva arrivare alla performance avuta dal consigliere eletto. Quello che ci interessa però è la posizione politica di Areadem che, con Ciarcia, ha rappresentato un modo di vedere il partito ottenendo un risultato che ci lascia comunque soddisfatti, in una campagna elettorale in cui abbiamo parlato di temi, ripreso contatti con molti territori che erano stati un po’ dimenticati, e  rimesso al centro la politica e la valorizzazione del bagaglio di uomini e di esperienze che il Pd ha sul territorio. In politica i numeri sono certamente importanti, ma non rappresentano il solo metro di valutazione».

Festa sta accusando Ciarcia di aver utilizzato la sua carica di presidente di Alto Calore a fini elettorali (leggi qui). Cosa risponde?

«Non è un modo di fare politica che ci appartiene, così come siamo distanti anni luce dai modi del sindaco Festa. Per fortuna chi è solito a certe maniere è rimasto fuori dalla lista del Pd, altrimenti non oso immaginare che tipo di campagna elettorale indecorosa avremmo dovuto sopportare. Continuo a ritenere che quei metodi e quelle espressioni non dovrebbero appartenere ad un sindaco che rappresenta tutti i cittadini di Avellino, anche quelli che lui ama definire rosiconi. Speravo che ad oltre un anno dalla sua elezione, almeno questo concetto potesse comprenderlo. Ma, evidentemente, mi sbagliavo».

De Luca ha ritenuto di non nominare nessun irpino in giunta. Il commissario Cennamo si è detto rammaricato, Lei cosa ne pensa?

«Certamente è una decisione che lascia perplessi perché dall’Irpinia è arrivata la percentuale più alta di consensi al Presidente, più della sua Salerno. Ma sono fiduciosa e credo che De Luca aggiusterà il tiro, anche perchè ha accorpato alcune deleghe di difficile gestione, è il caso ad esempio di turismo e semplificazione. Anche alla luce degli aiuti europei che arriveranno con il Recovery Fund, molto orientati alla semplificazione amministrativa, e che vedranno l’arrivo di risorse ingenti per progetti specifici che, inevitabilmente, necessiteranno di un assessorato ad hoc. Immagino che, di qui a qualche mese, ci sarà un riassetto delle deleghe e si troverà lo spazio per dare rappresentanza anche al territorio irpino che ha risposto con un consenso enorme».

Archiviate le elezioni regionali, il Pd irpino dovrà affrontare il congresso. Si prospetta un altro confronto dai lunghi coltelli?

«Assolutamente no, credo che il clima che si è registrato in campagna elettorale tra i candidati sarà lo stesso che caratterizzerà il congresso. Un clima civile, un confronto non sulle persone ma sulle mozioni. Auspico un congresso in cui si torni a discutere di problemi e soluzioni, per superare una fase durante la quale non abbiamo fatto altro che autodistruggerci dando un pessimo segnale ai cittadini. Il congresso sarà l’occasione per segnare il cambio di passo: dalle notti dei lunghi coltelli a giornate di discussione e confronto, ritornando ad un clima di democrazia dove l’alternanza tra maggioranza e minoranza possa tornare a governare il partito».

Ma chi, da esponente del Pd, si è candidato in altre liste è dentro o fuori il partito?

«Lo stabilirà il commissario che non è solo delegato al tesseramento, ma, finchè non ce ne sarà uno democraticamente eletto, a tutti gli effetti ha i poteri di un segretario politico. Toccherà a Cennamo organizzare anche il congresso e, dunque, la platea congressuale».



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