Lioni-Grottaminarda, Cascone: solleciteremo il Governo ma nessun rischio per l’opera – IL CIRIACO

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«Da mesi avevamo chiesto il trasferimento degli ultimi fondi per la Lioni-Grottaminarda. Se non avverrà in Legge di Bilancio, siamo pronti a risollecitare il Governo». Così Luca Cascone, presidente della Commissione Trasporti della Regione Campania, commenta la notizia dello stralcio dalla Legge di Bilancio, in commissione bilancio alla Camera, dell’emendamento per il trasferimento degli ultimi 36 milioni di euro necessari all’ultimo lotto dell’infrastruttura viaria che l’Irpinia attende da quattro decenni. Una notizia che coglie di sorpresa Palazzo Santa Lucia, subentrato nella gestione dell’opera come stazione appaltante dopo la revoca del commissariamento nazionale, con il passaggio ufficiale di competenze avvenuto alla fine dello scorso anno, grazie al quale furono riavviate le trattative con il consorzio di imprese INFRAV vincitore dell’appalto.

«Da mesi stavamo portando avanti un ragionamento con il Governo e, nelle serate prima della chiusura della Legge di Bilancio, ci siamo confrontati con il Mit per confermare gli importi alla luce della lettera che la Regione aveva inviato a Roma già tempo addietro. Si tratta di fondi già destinati all’opera, non di risorse nuove, che erano rimasti nella contabilità del commissario e che ancora non sono stati trasferiti alla Regione. Un atto dovuto visto il subentro, a norma di legge, della governance della Regione in sostituzione del commissario. L’auspicio chiaramente è che si possa recuperare la norma nei prossimi lavori parlamentari sulla Legge di Bilancio. Se così non fosse, ci attiveremo immediatamente per richiedere nuovamente al Governo di far corrispondere al trasferimento di competenze alla Regione anche quello delle risorse già stanziate».

Tutto sommato però Cascone appare tranquillo rispetto al prosieguo dell’opera: l’eventuale mancato inserimento degli ultimi 36 milioni di euro, per arrivare ai 430 totali dell’opera di cui 280 già impegnati dalla Regione, non dovrebbe comportare un ritardo nei lavori. «Di fatto è un problema che, eventualmente, si porrà tra due anni, quando saranno completati i lavori dei lotti già appaltati e ripartiti a gennaio, dopo la firma del nuovo contratto con le imprese appaltatrici sulla scorta degli accordi sottoscritti a novembre del 2019. Ad inizio anno sono stati rimessi in moto cantieri fermi da due anni, poi ristoppati purtroppo dolo soli due mesi subendo, come tutte le opere pubbliche italiane, ritardi generali dovuti al lockdown e alla ripresa delle produzioni rallentata da contagi e quarantene. E’ chiaro che stiamo insistendo e lavorando per accelerare nei prossimi mesi, Covid permettendo, ma nel frattempo la strada è spianata avendo chiuso tutti i contenziosi pregressi con la liquidazione dei vecchi atti commissariali. Il micromondo di contenziosi nati tra fornitori e ditte, per il blocco dei due anni precedenti, non riguardano la Regione che, invece, ha risolto tutte le partite che erano state lasciate aperte ed è riuscita anche a rispettare il cronoprogramma della ripresa dei lavori a gennaio scorso».

 



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