L’Avellino, don Antonio Sibilia e quel doppio filo con il Catania

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Tra le tante suggestioni con cui l’Avellino si avvicina alla trasferta di Catania c’è spazio inevitabilmente anche per il ricordo dello storico presidente biancoverde don Antonio Sibilia.

Domani ricorre infatti il nono anniversario della morte del Commendatore, tra le figure più amate nella storia calcistica del lupo, scomparso proprio il 29 ottobre 2014.

Per ironia del destino, la ricorrenza cade proprio in occasione di Catania-Avellino, stessa gara che – a campi invertiti – fu la prima disputata dai biancoverdi dopo l’addio di Sibilia.

Motivo per cui, nel ricordo del Commendatore, l’incrocio del “Massimino” assume un significato ulteriore.

Sibilia, il doppio filo con il Catania

A rendere particolarmente curioso l’intreccio è anche il posto in cui si giocherà la partita di domani, lo stadio “Angelo Massimino” di Catania. Lo storico presidente degli etnei e Sibilia hanno infatti condiviso alla guida dei rispettivi club gli stessi anni, ma soprattutto hanno adottato una visione calcistica assai simile.

Presidenti vulcanici e appassionati, all’apparenza burberi ma profondamente legati ai propri calciatori, entrambi hanno incarnato un ideale di calcio figlio della propria epoca, così lontano dalla nostra e forse anche per questo così speciale.

Un calcio genuino e schietto, a gestione familiare, con la provincia che spesso sapeva riscattarsi grazie alla guida di una stirpe di presidenti diventata mitologica.

Una popolarità e un amore sempre radicati e alimentati anche dalle citazioni diventate cult. Frasi come “Questo prosciutto sa di pesce” o quella sull’amalgama “da acquistare” hanno reso Sibilia e Massimino famosi in tutta Italia, al punto che spesso li si confonde, o meglio si fa confusione sulla reale paternità delle loro espressioni.

Ecco perché, dunque, Catania-Avellino, al “Massimino”, nel giorno del ricordo di Sibilia, non può essere una partita qualunque. Ma non può esserlo nemmeno per l’intreccio a cui si faceva riferimento in apertura.

Nove anni fa, il 1° novembre 2014, l’Avellino scese per la prima volta in campo dopo la morte dello storico patron dei tempi della Serie A. E vinse, grazie ad un rigore trasformato da Gigi Castaldo. Fino ad oggi quella vittoria, seppur maturata al “Partenio”, rimane l’ultima maturata contro gli etnei.

Domani i biancoverdi cercheranno di aggiornare le statistiche. A Sibilia, Pazienza e il suo Avellino sbarazzino, determinato e pragmatico sarebbero piaciuti. Chissà che domani, in una ricorrenza così speciale, il lupo non possa regalare un sorriso – fin lassù – al suo storico e indimenticabile Presidente.


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