La compagnia Clan H festeggia mezzo secolo nel segno del teatro

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Festeggia i suoi 50 anni il Clan H, guidato da Lucio e Salvatore Mazza. Un traguardo che si carica di un valore forte in una città come Avellino in cui si fa fatica a portare avanti progetti legati ad arte e cultura. Una sfida nata da un’idea di Lucio Mazza, dalla passione per il teatro di un gruppo di ragazzi scout. “Volevamo – racconta Salvatore Mazza – che avesse connotazione territoriale. Di qui il riferimento a hirpus che richiama le origini degli irpini e il lupo, simbolo della nostra terra. Nacque così il Clan H”. Inizialmente portavamo in scena spettacoli dilettantistici, quindi la scommessa di puntare su spettacoli di ricerca. Oggi possiamo dire di aver trovato la nostra identità”.

Il Clan h è reduce dal successo ottenuto con due spettacoli all’Avellino Summer Fest e alla Juta di Montevergine, capace di dialogare con il territorio, dalle scuole ad associazioni e comuni e di promuovere il teatro attraverso laboratori differenti, malgrado le difficoltà che incontra chiunque voglia dedicare la propria vita al mondo dello spettacolo. La compagnia cerca il proprio modo di fare teatro, sperimentando sempre nuove azioni, nuovi modi e nuove possibilità. E’  un laboratorio continuo, indipendente che, attraverso la formazione, lo studio attoriale, registico e la ideazione di spettacoli, cerca il modo più diretto per raggiungere qualsiasi spettatore”. Numerose le forme performative ideate: Teatro classico completamente in latino; teatro su “rotaie”: nei vagoni dei treni storici; forme di teatro itinerante; teatro in trekking e altre forme di azioni teatrali che spingono alla conoscenza, alla valorizzazione del territorio, sensibilizzando e stimolando una partecipazione attiva agli spettacoli teatrali e alla scoperta del patrimonio culturale. Nel 1989/1990 ha curato la coogestione e alcune docenze della scuola di teatro diretta da Nanni Loi. Annovera moltissimi “laboratori di espressione teatrale e di formazione dell’attore” attivi fin dalla fine degli anni ’80. .  A comporre la compagnia, tra gli altri, Santa Capriolo, Laura Tropeano,  Andrea De Ruggiero, Sabino Balestrieri, Umberto Branchi, Federica Avagnano, Luca Picariello, Roberta Buonavita

E’ Salvatore Mazza a ricordare come il teatro sia per lui “lieta follia e salvezza/poetica libertà/bisogno vitale/rituale unico ed essenziale/un sogno che divora”. Questa mattina, alle 11, al Circolo della stampa la compagnia traccerà un bilancio di questo mezzo secolo e illustrerà una serie di iniziative per festeggiare il traguardo raggiunto


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