La chiesa del Rosario diventa santuario. Il vescovo Aiello: una grazia per questa comunità. La Vergine rimetta insieme le anime di questa città

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E’ un invito alla Vergine a rimettere insieme le diverse anime della città quello che rivolge il vescovo Arturo Aiello nel giorno in cui parrocchia del Rosario di Avellino diventa santuario mariano diocesano. Ieri la cerimonia in occasione della festa liturgica della Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Una proclamazione legata all’intensa attività liturgica e celebrativa che ha sempre caratterizzato la Chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Maria del SS. Rosario di Avellino, affidata dal 1942 alla guida e alla cura pastorale dei Frati Predicatori, “con preghiera quotidiana del Santo Rosario e celebrazione dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione e dell’ Eucaristia”. Un riconoscimento che accentua il carattere della chiesa di luogo di espressione della religiosità popolare e di pellegrinaggio  E’ il vescovo Aiello a ricordare, mentre sull’altare risplende l’icona della Beata Vergine del Rosario con il Bambino e ai lati San Domenico e Santa Caterina da Siena, il ruolo di polo di spiritualità a cui è chiamato un santuario, riferimento per i fedeli provenienti da ogni parte della città, nel segno della fede per la Vergine Madre di Dio. “Questo tempio geografico – prosegue Aiello – riceve in dono il titolo di santuario. Un titolo che evidenzia il valore di questo luogo per la vita umana e cristiana per il sacramento della riconciiazione. E’ una grazia che speriamo tanti possano cogliere”. Spiega come “Se c’è un nemico da combattere è dentro la chiesa. Nessun fervore bellico nel rievocare le origini della festa”. Sottolinea, però, “il bisogno di tornare a Dio nella società di oggi. Maria è la via maestra. Restiamo col cuore ancorati al mistero di Cristo attraverso la preghiera del Rosario”. Ricorda come “lo smarrimento che vivono tante famiglie è lo stesso che hanno vissuto Maria e Giuseppe con Gesù, quando lo ritrovano intento a pregare nel tempio. Uno smarrimento che può tanto unire quanto separare. La coppia di Nazareth ci è d’esempio”. Raccomanda di “tenere aperte le porte di questo santuario. Questo è un invito ad allargare le tende. Abbiamo già realizzato una rivoluzione che tanti che vengono a confessarsi qui. Tutte le volte in cui ci perdiamo possiamo tornare qui” E rivolge alla Vergine una richiesta “che i credenti in questo cammino siano uniti. Possa la Vergine rimettere insieme le anime della città” poichè non “ha senso cercare prodigi ma solo i miracoli graditi a Dio”.  Un messaggio che si carica di un valore forte in una chiesa gremita, in prima fila il sindaco Gianluca Festa

E’ Padre Giovanni Matera a spiegare come “Da secoli la chiesa del Rosario rappresenta un punto di riferimento per la fede della comunità non solo irpina e un riconoscimento al lavoro svolto dai Padri Domenicani a partire dal rosario, breviario dei semplici.  E’ nostra ferma convenzione che i santuari mariani siano luoghi propizi dove seminare la parola di Dio e avvicinare tanta gente alla fede. Questo luogo vuole essere uno spazio d’incontro con Dio, ci invita a ravvivare la nostra fede e impegnarci nell’edificazione di una chiesa solidale, ci chiama alla santità. L’auspicio è che diventi un’oasi di pace per quanti sono alla ricerca dell’amore di Dio, con l’augurio di sperimentare sempre la presenza del Signore”.


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