La Campania dipinta di rosso e le colpe di Regione e Governo – IL CIRIACO

0
136


L’insopportabile balletto di questi giorni sul colore della Campania, che sarà rosso, e più in generale sulla policromia dello Stivale, rende alla perfezione lo stato di caos nel quale si trova l’Italia ai tempi della seconda ondata di Covid-19. La recrudescenza dei contagi, eventualità peraltro prevista dagli esperti nei mesi scorsi, ha messo a nudo una serie di lacune, alcune delle quali anche risolvibili nel medio periodo, che l’emergenza sanitaria ha allargato al massimo livello possibile. Una di queste sulle quali si è detto e scritto tanto riguarda gli effetti nefasti prodotti una sgangherata riforma (quella del Titolo V) approvata a poche ore dalla fine della legislatura e giusto per fare un dispetto alla Lega. Quella riforma, forse non bisognerebbe chiamarla cosi, non ha prodotto i risultati sperati ed anzi ha finito, nel periodo dell’emergenza più acuta, con l’accentuare differenze, individualismi, egoismi tra regioni. Non solo. La Babele normativa tra regioni e governo non ha fatto altro che rendere ancor più evidente la mancanza di coraggio della politica, a tutti i livelli, per settimane persasi in un surplace ciclistico, aspettando che fosse l’altro a fare la prima mossa. I contagi salgono, bisogna chiudere, ma chi lo fa? La politica, quella seria, avrebbe dovuto farlo da un pezzo, un mese almeno, assumendosi la responsabilità di una scelta impopolare ma necessaria che forse si sarebbe potuta anche evitare se si fosse agito per prevenire l’effetto della seconda ondata. Invece niente, liberi tutti, noi molto irresponsabili, e chi doveva decidere impegnato in altre vicende (da noi la campagna elettorale). Una situazione generale nella quale la politica ha sempre rincorso il virus con decisioni rivelatesi inefficaci già un paio di giorni dopo essere state adottate. L’ultimo tentativo, quello delle zone, per evitare il lockdown generale, provoca malumori e perplessità diffuse che potrebbero essere cancellate soltanto se le misure servissero a far calare i contagi. Da domenica toccherà anche alla Campania finire in zona rossa (quella con il rischio più alto), decisione che arriva proprio nel giorno in cui il Governatore De Luca (il primo ad annunciare la chiusura della regione salvo poi rimangiarsi tutto, 24 ore dopo, per mancanza di garanzie sui ristori e dopo le prime violente manifestazioni di protesta a Napoli) ne sottolinea ritardo ed inutilità, dati alla mano (ma i dati in base ai quali il Governo decide non sono quelli inviati dalle regioni?). Niente da fare: i 21 parametri (meglio abbondare) condannano la nostra regione a rivivere una situazione simile a quella di marzo almeno per un paio di settimane, con buona pace dei territori che hanno numeri molto inferiori a quelli di Napoli e Caserta, e che scatenano l’ira di De Luca contro il Governo e il suo partito (i consiglieri regionali del Pd non hanno nulla da dire?). Basterà? Speriamo, anche perché è l’unica strada rimasta in questa storia ricca, tanto a Roma quanto a Napoli, di superficialità, presunzione, tatticismo, incertezza e chi più ne ha più metta. Adesso bisogna uscirne, dopo arriverà l’ora del processo a regione e governo. Insieme ai comportamenti irresponsabili dell’estate, a colorare la Campania di rosso ci hanno pensato molte mani.



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here