La Biblioteca provinciale cambia look: ecco il progetto della Provincia – IL CIRIACO

0
148


Una biblioteca provinciale al passo con l’Europa e con il mondo. Questo l’obiettivo del progetto di restyling del palazzo della cultura di Corso Europa presentato questa mattina in sala Grasso dal presidente della Provincia Domenico Biancardi, e dai consiglieri Franco Di Cecilia e Rosanna Repole, affiancati dall’architetto Massimo Russo autore del progetto di messa in sicurezza, rifunzionalizzazione e ristrutturazione che costerà complessivamente circa un milione di euro. Il complesso che ospita la biblioteca provinciale e il Museo irpino, cambierà look: verranno realizzate due nuove strutture reversibili. Si tratta di due teche, metafora delle teche interne che custodiscono i reperti archeologici, che custodiranno i valori della contemporaneità, a cominciare dalla socializzazione. La teca esterna fungerà da nuovo ingresso al museo, in asse ideale con il viale della Villa fino al corso Vittorio Emanuele. L’altra teca sarà realizzata all’interno della corte, con funzione di spazio di arte contemporanea con sala lettura e un’area ristoro. Il tutto sarà realizzato con materiali leggeri, come vetro e acciaio corten su una superficie di circa duecento metri quadrati che non toccherà l’orto botanico adiacente al palazzo.

«Il progetto rientra nel più ampio disegno di recupero dei palazzi storici più importanti della provincia, e la Biblioteca di Corso Europa meritava un investimento per il rinnovo sul piano della sicurezza e della digitalizzazione- spiega Biancardi- diventerà una struttura moderna, perché i giovani hanno bisogno di entrare in sintonia con il palazzo della cultura che deve adeguarsi alle loro esigenze. A partire dagli orari, già ampliati fino alle 20 prima delle restrizioni dovute al Covid, e alla riscoperta del mosaico oggi protetto solo da un filo che ne vieta il calpestio, con la nuova progettazione invece da una struttura in vetro che, con il parere della Soprintendenza, sarà valorizzato e messo al sicuro». Nel ringraziare il sindaco di Avellino Gianluca Festa «per aver subito messo all’ordine del giorno del consiglio comunale l’autorizzazione al progetto», Biancardi risponde alle critiche sollevate dal capogruppo di “Si Può” Amalio Santoro (leggi qui). «Polemiche fuori luogo- dice Biancardi- appena terminerà l’emergenza sanitaria, inviterò alcuni esponenti politici a viaggiare in giro per l’Europa e per l’Italia così potranno vedere come sono fatte le biblioteche e i palazzi della cultura, frequentati dai giovani. Ovunque ci sono punti ristoro, negozi, centri di aggregazione». Ottenuti i pareri di Asl e Soprintendenza, il progetto sarà messo a gara a gennaio ed entro marzo affidato. Soddisfatta la delegata alla cultura, Rosanna Repole: «la biblioteca può diventare punto di riferimento per tutti, proiettando il palazzo della cultura a livello internazionale. L’auspicio è che mettendo a valore il nostro patrimonio culturale, l’Irpinia entri sempre di più nelle reti nazionali e non solo». Un lavoro in continuità con quello della Fondazione Sistema Irpinia, come sottolinea Franco Di Cecilia: «l’amministrazione Biancardi, sin dal suo insediamento, ha puntato sulla valorizzazione del patrimonio culturale irpino. Il palazzo della cultura sarà una delle punte di diamante per esportare il sistema Irpinia».

Ad entrare nel dettaglio del progetto, l’architetto Russo: «il principio di base dell’intervento è tentare di rendere il palazzo prossimo a tutta una serie di utenti distratti rispetto al patrimonio incredibile che c’è nel museo irpino. Nell’ottica di una rifunzionalizzazione generale, che passa anche per interventi di messa in sicurezza come ad esempio la scala antincendio, si è colta l’occasione di reinterpretare con nuove funzioni, nel pieno rispetto con l’esistente, intervenendo con due teche che sono due costruzioni reversibili. Un incontro tra storia e arte contemporanea, che non inciderà sul giardino esistente. E’ una nuova visione della gestione complessiva del museo: in Francia, dove lavoro con il mio studio a Montpellier, c’è la capacità di costruire il nuovo, in maniera leggera e reversibile, per andare a riqualificare l’esistente. Come avviene ormai in tutti i musei del mondo, anche in quello di Avellino sarà possibile sedersi e poter prendere anche un caffè, rendendo prossime alla nostra storia attività di socializzazione. L’area verde sarà valorizzata con interventi di arte, botanica e scienza, come accade al Centro Cartier».



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here