L’ economia circolare nelle aree rurali del Mezzogiorno – IL CIRIACO

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“Opportunità per le imprese per riconvertire le attività produttive nel settore vitivinicolo da un modello lineare a un modello circolare” è stato il titolo di un recente seminario svoltosi in “web binar” promosso dal G.A.L. “Partenio” che rientra nelle azioni del Progetto “EMBRACE” e “Interreg Med” realizzato dall’Unione Europea in sinergia con otto Paesi dell’area mediterranea. Il tema è stato incentrato sulle opportunità finanziarie dedicate alla riconversione produttiva ecologica, in particolare del settore vitivinicolo e legate alla programmazione 2020/2027 della Regione Campania .

All’evento hanno partecipato diversi imprenditori, operatori della ricerca e della formazione, nonché professionisti e consulenti coinvolti a vario titolo nel processo produttivo e distributivo della filiera vitivinicola. Significativa la presenza dell’Università degli studi della Tuscia che ha istituito un corso di laurea specifico dedicato proprio all’economia circoalre. Al seminario in qualità di relatori hanno partecipato il dott. Maurizio Reveruzzi – Coordinatore dell’Ente organizzatore, il dott. Luca Beatrice – Presidente del GAL Partenio, l’ arch. Luigi D’Oro – Associazione nazionale di rural design “RU.DE.RI.”, l’agronoma Paola Muraro – del Centro di ricerca “Agribiom”, il dott. Nunzio Aquino – Esperto e consulente di gestione finanziaria aziendale, il dott. Domenico Liotto – Funzionario del settore risorse finanziarie della Regione Campania.

Questa originale sperimentazione ha fatto riferimento a un territorio omogeneo, quello dell’area D.O.C.G. del “Greco di Tufo” , portando a individuare cinque aziende dopo un percorso selettivo che ha ne ha visto coinvolgere diverse dell’intera Valle del Sabato. L’obiettivo è di grande rilevanza in quanto per la prima volta introduce degli elementi di discontinuità nel processo produttivo tradizionale lineare declinandoli alla definizione di un percorso di economia aziendale fondato sui principi dell’economia circolare. Questo significa offrire anche alle piccole aziende territoriali rurali di un settore strategico per l’economia irpina, come quello vitivinicolo, la opportunità di sperimentare primi processi di trasformazione del rifiuto da costo e problematica ambientale aziendale in risorsa che crea sostenibilità e redditività d’impresa. Emblematica è la sperimentazione prodotta da una ricerca del centro “Agrobiom” che ha brevettato uno spry a base di sostanze biologiche per realizzare una pacciamatura delle colture che elimina l’utilizzo di strumentazioni e supporti destinati al complesso e rischioso trattamento differenziato e che, quindi, apporta un notevole contributo al processo di ammendamento e di salvaguardia ambientale dei terreni nonché un enorme beneficio in termini di ricaduta dei costi di gestione. L’obiettivo, graduale, è quello di interessare a tale processo un numero sempre maggiore di segmenti produttivi fino a ottenere una sorta di marchio territoriale che certifichi ufficialmente la natura realmente da “green economy” delle aziende interessate. , con loro grande beneficio in termine di immagine e di marketing . Quella dell’economia circolare è la nuova stella polare delle politiche di riconversione economica dell’Unione Europea e tutti i Paesi stanno procedendo a un adeguamento e a un’armonizzazione normativa . In questo processo vi sono ancora diversi punti di criticità che il legislatore deve affrontare a partire dalla necessità di relazione che devono avere i due ambiti, per ora nettamente distinti, agrario e ambientale, rispetto alla politica del trattamento e dell’utilizzo dei rifiuti, in particolare organici. E’ un problema innanzitutto culturale perché si accetta ancora con una certa difficoltà la scomparsa del concetto stesso di rifiuto e della sua attribuzione alla nuova categoria delle risorse economiche. La peculiarità di questo programma sperimentale è stata anche quella di vedere realizzato questo processo attraverso il coinvolgimento diretto degli attori economici che hanno dimostrato grande interesse e volontà di mettersi in gioco, segno che quando alla piccola e diffusa imprenditoria rurale vengono offerti dei riferimenti non solo assistenziali ma di dinamicità operativa il nostro tessuto imprenditoriale corrisponde in modo fattivo e comprende l’importanza di proiettarsi oltre la cultura del frammento e credere nell’agire nell’ambito di economie di scala maggiormente compatibili. Questa dimensione di relazioni sistemica territoriale inevitabilmente crea un coinvolgimento orizzontale dei diversi portatori di interesse e una proficua collaborazione con le istituzioni locali le quali non si limitano a svolgere una mera funzione informativa o di servizio ma diventano attori di una progettazione di sviluppo d’ambito che affronta in modo innovativo la stessa pianificazione e salvaguardia dei territori. Questo ci dice anche che le buone pratiche verso l’economia circolare reale nel delicato campo dei rifiuti sono inversamente proporzionali agli ordini di grandezza rispetto alla realizzazione dell’impiantistica e all’area di riferimento perché più ci si avvicina alla prossimità, fino a spingersi al km zero, e maggiore è la capacità di realizzare una filiera realmente corrispondente in termini di qualità e di certificazione. Per questi motivi diventa sempre più anacronistico, dispendioso e per nulla funzionale spingersi verso il sistema industriale biodigestorio del ciclo integrato dei rifiuti organici e più responsabile pensare a calibrare sulle reali esigenze e caratteristiche territoriali il sistema di riciclo. L’economia circolare, quindi, non è solo un asset della produzione ma una cultura innovativa che riscrive il paradigma sistemico più in generale e che nell’eliminazione tendenziale del rifiuto, inteso come scarto e come costo e problematica , c’è l’ apertura verso un nuovo orizzonte di civiltà. Il GAL del Partenio è uno dei due nodi nazionali di tale Progetto che comprende ben nove Paesi mediterranei e si sta distinguendo per l’importante opera di facilitazione e divulgazione che ha inteso intraprendere con i diversi ambiti del territorio: istituzionale, economico, ricerca e associazionismo. L’obiettivo finale è quello strumentale di creazione di un “Eco Canvas” per le aziende protagoniste della fase conclusiva di sperimentazione ma anche quello di realizzare una dimensione di azione secondo il paradigma dell’economia circolare che mira al progressivo mutamento del panorama economico e ambientale rurale . Non sarà facile, perché agire sul terreno dell’innovazione nelle aree interne del Mezzogiorno, come è noto non è sempre agevole, ma l’Ente di azione locale ha dimostrato che è possibile crederci preservando quel necessario spirito visionario che ti porta a superare ogni forma di condizionamento, come ha ricordato il dott. Luca Beatrice nel suo intervento di saluto al seminario, citando la sempre valida esperienza pioneristica del grande ingegnere Adriano Olivetti.



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