Inchiesta tonno adulterato, completati gli interrogatori di garanzia

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Si sono svolti ieri gli gli interrogatori davanti al gup di Trani per tre irpini sottoposti agli obblighi di dimora, difesi dagli avvocati Fabio Tulimiero, Domenico Carchia e Nello Pizza e coinvolti nell’ inchiesta della procura di Trani sul tonno adulterato. M.G, difesa dall’avvocato Carchia, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. M.T e A.M – difese rispettivamente dall’avvocato Nello Pizza e Fabio Tulimiero – invece, hanno risposto alle domande del magistrato e hanno cercato chiarire la propria posizione rispetto alle accuse che gli erano state mosse.

I penalisti hanno chiesto la revoca della misura cautelare chiarendo diversi aspetti, in particolare quello relativo all’associazione a deliquere.Gli altri indagati sottoposti agli arresti domiciliari – ieri – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Mentre a rispondere alle domande del gip è stato il titolare del del laboratorio irpino assistito dall’avvocato Raffaele Tecce che ha d negato le accuse, sottolineando che la sua attività si occupava di sicurezza alimentare e non di produzione.

Complessivamente, sono 21 i soggetti indagati accusati di aver utilizzato sostanze che hanno causato oltre trenta intossicazioni alimentari, rendendo i prodotti nocivi per la salute. Le indagini si concentrano sulla sicurezza alimentare e sulle presunte violazioni commesse da queste persone. 
Le accuse ipotizzate a vario titolo:associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, all’adulterazione di sostanze alimentari, frode nell’esercizio del commercio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Secondo quanto riferito dagli organi inquirenti le indagini avrebbero consentito di documentare che il prodotto, prima della sua immissione in commercio, veniva decongelato e adulterato con sostanze non consentite, nello specifico nitriti e nitrati, al fine di esaltarne l’aspetto ed il colore, ma rendendolo, di fatto, nocivo per la salute dei consumatori.

A smascherare l’associazione a delinquere sono stati i Nas di Bari, coordinati dalla procura di Trani, al termine di un’inchiesta che conta 21 indagati tra titolari e dipendenti di due aziende ittiche di Bisceglie, di un laboratorio e di una società di consulenza di Avellino.
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