Il Pd verso il congresso. Gli amministratori a Petracca: insieme per costruire il nuovo partito – IL CIRIACO

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L’agricoltura, lo sviluppo rurale si certo, ma la situazione del partito la vogliamo ignorare? Già, nel Pd la lingua batte dove il dente duole e l’iniziativa organizzata per discutere di fondi europei e agricoltura diventa, complice anche l’assenza del commissario provinciale Aldo Cennamo, uno sfogatoio collettivo. Il partito assente sulle questioni dell’agricoltura, l’indifferenza verso il lavoro degli amministratori e dei segretari di circolo, la necessità di chiudere una volta per tutte questa lunghissima fase di “non governo” del Pd attraverso un congresso che qualcuno intende anche come una costituente di un partito che ha bisogno di qualcosa in più di un semplice restyling. Lo hanno detto a chiare lettere nelle relazioni introduttive Vanni Chieffo e Rino Buonopane, presidenti rispettivamente dei Gal Irpinia e Irpinia-Sannio. Anzi, il sindaco di Montella si spinge oltre e, rivolgendosi al consigliere regionale Maurizio Petracca, lo sprona a “rompere” gli indugi e a farsi carico dell’onere di ricostruire il Pd. Tocca a lui – ha detto – essere il riferimento degli amministratori sul territorio, il partito va ricostruire attorno a lui. Sono prove di congresso bello e buono che Cipriano definisce “movimento dei cento” (i partecipanti più o meno alla riunione tra amministratori e segretari di circolo). Anche Enza Ambrosone ha sottolineato l’esigenza di riprendere una modalità di confronto che nel partito si è andata via via perdendo fino a scomparire in momenti come il post-voto, dove un partito che si rispetti discute, analizza il voto fin nei dettagli. «Siamo il Pd che ha avuto più voti in Campania – ha detto – e ora dobbiamo avere il coraggio di avviare un confronto serio e laico tra persone diverse che però intendono rimanere nello stesso perimetro politico. Cennamo deve farsi carico di incentivare l’organizzazione di momenti di confronto». Secondo Cipriano questa «è la prima goccia di un’onda che deve crescere e che deve portare alla ricostruzione di un nuovo Partito Democratico che deve essere il partito delle idee che devono essere l’agenda politica del Pd». E poi, ha aggiunto il capogruppo di opposizione al comune capoluogo, il partito deve darsi metodo e organizzazione. «Senza non si raccoglie consenso – ha spiegato – e Petracca è stato abile in questo». Inoltre Cipriano ha sottolineato l’esigenza del «Pd delle regole», che non consenta atteggiamenti ambigui e doppiezze e, infine, il partito della chiarezza. «Questo movimento dei cento consegna a Petracca la responsabilità di guidare questo processo», ha concluso. E Petracca, che ha concluso l’incontro, non ha potuto non tener conto di questi inviti piuttosto pressanti. Il consigliere regionale ha evidenziato due aspetti: politico e amministrativo, «che non sono slegate» ha aggiunto.  «Il consenso che ho avuto non significa che debba autocelebrarmi e portare avanti le cose in maniera singola, ma ci deve essere un processo collettivo. La vicenda amministrativa non è slegata da quella politica: le opportunità ci sono state, ma non siamo stati capaci di coglierle per mancanza di coordinamento o per eccesso di egoismo». Petracca ha sottolineato che questa è l’ora della chiarezza, «è arrivato il momento di costruire un nuovo partito che parli di proposte e sia vicino alla gente. Basta beghe e litigi, serve l’impegno di tutti per costruire un Pd che parli ai territori ed esca sui giornali per le proposte che va e non perché parla a se stesso. Eppure alle regionali c’è stato un grande risultato e questo perché la chiarezza è stata premiata. Il congresso deve coinvolgere il massimo possibile e le regole garantiranno che non sarà una platea farlocca. C’è un mondo che vuole partecipare al processo democratico e nessuno può impedire che questo accada. L’assise si celebrerà nel 2021 ma c’è necessità di fare un altro tesseramento visto che siamo fermi a quello del 2019. La costruzione del processo deve avvenire tra tutte le sensibilità, ma l’area Petracca non esiste. In politica ci vuole coraggio e se lo facciamo tutti insieme il processo avrà successo, altrimenti si finirà come gli ultimi cinque anni, ovviamente con chi vuole esserci e rispetta le regole. Discussioni pubbliche, coinvolgendo iscritti, livelli istituzionali per aprire un processo che ci porti alla definizione di una proposta complessiva di sviluppo per la nostra provincia».



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