Il PD non esiste anzi è solo una casa chiusa

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Di Gianni Festa

Aveva proprio ragione Ciriaco De Mita, lui che aveva contribuito a fondare il Partito democratico, a sostenere in modo categorico qualche anno dopo che “ Il Pd non esiste”. L’intuizione del leader non era rivolta solo alla fusione fredda tra diverse culture, cattolica, marxista, liberale, socialista, ma alla mancanza di una classe dirigente che potesse rendere feconda l’idea di progresso della società italiana. Il Pd segnava infatti la fine dei partiti tradizionali e il rimescolamento dei soggetti abituati ad agire individualmente nel recinto del loro ex partito. Alcuni politologi, tra cui Paolo Mieli, Gianfranco Pasquino, Paolo Pombeni e altri ancora, con i loro scritti hanno analizzato la complessità del Partito democratico e la difficoltà di selezionare e far nascere una nuova classe dirigente ritenendo, in modi diversi, ma non tanto, che con il Pd non era nato un partito delle idee, ma di individui in cerca di una loro collocazione e soprattutto affamati di potere. Di qui la confusione che oggi regna nel Pd e l’intuizione di De Mita che ben conoscendo la realtà locale si era convinto dell’ inesistenza del Pd. Ho ripensato in queste ultime settimane che precedono le elezioni amministrative nella città capoluogo e in diversi importanti Comuni irpini a quelle parole di De Mita (naturalmente solo in riferimento alla realtà locale) e a quanto l’ex presidente del Consiglio avesse ragione. Intanto perchè in Irpinia dopo la “caduta degli Dei” sia ex Dc ed ex Pci, non è sorta, per responsabilità su cui sarebbe qui difficile ragionare, una nuova classe dirigente, e soprattutto perchè quello che oggi si definisce Pd non ha una precisa identità, nè una linea politica riconoscibile, ma si presenta come una sommatoria di soggetti in cerca di recitare un ruolo. Anzi di più: accade che chi ha un ruolo o per propria incapacità o per furbizia altrui non riesce ad esercitarlo. E’ il caso dell’attuale segretario provinciale del Pd, Nello Pizza che stimo non solo per la sua signorilità, per i modi cortesi con cui si confronta con gli altri, per il suo silenzio nel sopportare la strumentalizzazione che si fa del suo ruolo (ci vuole più del coraggio per resistere), ma che è rimasto impigliato nella rete che altri gli hanno teso, ponendolo in serie difficoltà anche nei confronti della pubblica opinione. Che cosa avrebbe dovuto fare, a mio avviso? Decidere, anche senza battere i pugni sul tavolo del suo partito. Invece no. Ha delegato uno, nessuno e centomila, ma soprattutto il consigliere regionale Maurizio Petracca, di parlare e trattare a suo nome nella scelta del candidato sindaco della città capoluogo. Di più ha consentito che il suo nome entrasse in competizione con altri. Lui che era stato “man cover” (uomo copertina) nelle precedenti elezioni subendo uno schiaffo proprio da quel partito rimasto latitante del quale poi avrebbe preso le redini. E sul caso candidature si apre un altro scenario. Riguarda il campo largo che ha manifestato il proprio gradimento nei confronti di Antonio Gengaro, storico esponente politico del mondo progressista. Oltre a Petracca che si accaniva a dire “no tu no” a Gengaro, entra in campo un certo Iacovacci che, ribadendo il no a Gengaro a nome di uno pseudo motivo dell’unità del gruppo consiliare comunale (con alcune smentite), si toglie un sasso dalle scarpe nei confronti dello stesso Petracca che non lo avrebbe sostenuto nella vicenda della presidenza della Provincia con la elezione di Rizieri Buonopane. Chiedo scusa ai lettori se mi sono soffermato su queste miserie umane e morali, ma un dato è ineccepibile: il Pd irpino è inesistente. Ha solo dirigenti che si inventano un ruolo e che nella migliore tradizione Dorsiana sono piccoli trasformisti affetti dalla voglia di un esasperato clientelismo. Un politico di razza qual era Ciriaco De Mita, aveva dunque visto giusto: il Pd non esiste. Perchè quello che c’è è senza pensiero, senza una visione politica, senza un progetto, senza una classe dirigente tanto per insistere sulle affermazioni dell’ex segretario nazionale della Dc.


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