Il popolo del basket ha deciso. Le votazioni per il miglior quintetto della storia in massima serie della Scandone si sono concluse e hanno dato risultati intriganti.
Ecco a voi il risultato delle vostre scelte.
Playmaker
Marques Green – Mai scelta fu più scontata. E, se vogliamo, anche giustificata. Il folletto di Philadelphia è stato un vero e proprio simbolo in questi anni, con tre mandati in biancoverde, tutti trascorsi da leader carismatico dello spogliatoio, e una Coppa Italia in bacheca. Insomma, tutte le volte che la Scandone si è trovata a lottare per un trofeo, vincendolo o andandoci vicina, Green c’è sempre stato.
Guardia
Nate Erdmann – Prima sorpresa che, però, conferma l’enorme affetto della città per la proprio squadra. Erdmann è stato uno dei primi idoli in A1 (forse al pari di Norman Nolan) e ha tenuto medie altissime nel suo unico anno in biancoverde, chiudendo con 19 punti di media, il 50% da due punti e il 35% al tiro pesante. Nella sua ultima gara si è congedato dal pubblico del Del Mauro con una prestazione da 40 punti, ancora oggi record del club.
Ala Piccola
Devin Smith – E non poteva essere altrimenti. Il giocatore che ha poi avuto una stellare carriera in giro per l’Europa, vincendo l’Eurolega, è stato l’indiscusso protagonista della magica annata della Coppa Italia. In generale Smith è quasi unanimemente ricordato come uno dei più forti giocatori passati per il Del Mauro, nonostante l’agguerrita concorrenza. Ha inoltre l’onore di essere stato insignito del titolo di MVP delle Final Eight vinte dalla Scandone.
Ala Grande
Nikola Radulovic – Ancora un protagonista delle Final Eight di Bologna, chiaro filo conduttore di tutte le scelte. Radulovic, a differenza di Green e Smith, rimase ad Avellino anche l’anno seguente, quando la città ebbe l’onore di vedere dal vivo le stelle dell’Eurolega. Il serbo naturalizzato italiano, argento olimpico ad Atene, è stato uno degli idoli della folla a lungo ed è ancora oggi uno dei migliori italiani visti in canotta biancoverde.
Centro
Giacomantonio Tufano – E qui siamo alla sorpresa assoluta. Ma è un giusto riconoscimento per chi ha vissuto tutti gli anni di A2 e il primo anno di A1 della Scandone. Il centro originario di Somma vesuviana ha lasciato il segno nei cuori dei tifosi e si è ritirato proprio dopo la stagione 2000/2001, ricoprendo il ruolo di team manager nell’anno successivo.
Coach
Pino Sacripanti – La più moderna delle scelte ha coinvolto il ruolo del coach. Non è, a pensarci, neanche troppo una sorpresa. Né una scelta scellerata. Il coach canturino ha vissuto tre anni incredibili ad Avellino, con una finale di Coppa Italia in un Forum di Assago tinto di biancoverde e due semifinali scudetto in cui davvero la città ha pensato di poter finire la stagione come campioni. Sacripanti è stato follemente amato nei suoi primi due anni da tutta la tifoseria e anche l’addio è stato poco doloroso, come invece accaduto in altri casi.
Riserve
Sergio Matroianni, David Vanterpool, Larry Middleton, James Nunnally, Maarten Leunen, Kyrylo Fesenko, Joe Ragland.
Tra le riserve continuano a spiccare grandi protagonisti dei primi anni di A1 ma si aggiungono tanti giocatori degli ultimi anni, quelli delle rincorse agli scudetti.
Il roster di 12 venuto fuori dal contest è esemplificativo della grande fortuna avuta dal capoluogo irpino negli anni d’oro nei quali ha potuto davvero ammirare grandi giocatori e grandi squadre tenere alto il nome della città.