IIA, vertice al Mise: ok al rilancio, ma servono commesse – IL CIRIACO

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Incontro oggi in video conferenza con il Mise sulla reindustrializzazione di Industria Italiana Autobus che coinvolge 521 lavoratori degli stabilimenti di Bologna e Flumeri. All’incontro hanno preso parte le Regioni Campania e Emilia Romagna, Invitalia e i vertici aziendali e l’amministratore delegato ha presentato l’aggiornamento degli obiettivi del piano industriale e l’analisi della situazione attuale e sugli sviluppi futuri. L’azienda è passata da una produzione di 28 veicoli nel 2018 a oltre 200 del 2020 guadagnando circa il 40% della quota del mercato italiano. A riferirlo sono Simone Marinelli, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil, Sandra Ognibene segretaria Fiom-Cgil Bologna e Giuseppe Morsa, segretario generale Fiom-Cgil Avellino, sottolineando che “sono state messe in sicurezza le linee di credito attraverso gli accordi con gli istituti bancari e il prestito di circa 20 milioni garantito da Sace”. I sindacalisti spiegano che “il riavvio delle produzioni negli stabilimenti italiani ha permesso la chiusura degli ammortizzatori sociali e nuove assunzioni in particolare di lavoratrici e lavoratori giovani. L’aumento della produzione ha sostenuto anche il relativo indotto che gira attorno ai due stabilimenti. L’uscita dall’emergenza nella quale l’azienda era precipitata è stata merito dell’intervento delle istituzioni ma anche del ruolo svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori e degli importanti accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, da ultimo quello sul Fondo nuove competenze”. La Fiom ritiene che “il rischio però all’orizzonte è che la strada del rilancio possa avere una pesante battuta d’arresto, infatti il portafoglio ordini garantisce la produzione fino a maggio di quest’anno e l’assenza di volumi produttivi avrà ricadute sull’occupazione e sulla liquidità necessaria anche agli investimenti sul piano tecnologico”
Per il coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil, la segretaria Fiom-Cgil Bologna e il segretario generale Fiom-Cgil Avellino, “c’è urgente bisogno di far ripartire le gare pubbliche e di sfruttare al meglio tutti gli strumenti messi a disposizione dalle Regioni e dal Governo per investire e stare al passo con i cambiamenti del mercato sia dal punto di vista di prodotto, con la ricerca e lo sviluppo verso l’elettrico e l’idrogeno, ma anche sui servizi post vendita, attività sempre più fondamentale per poter competere nel mercato italiano e aprire spazi in quello europeo”. “Inoltre, deve concludersi in più rapidamente possibile la messa in sicurezza dello stabilimento di Bologna per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori” proseguono Marinelli, Ognibene e Morsa. “Il sostegno delle Regioni Campania ed Emilia-Romagna -avvertono- non basta a garantire il rilancio dell’azienda, occorre una forte sinergia tra Stato, Regioni e Comuni affinché venga gestita la fase di transizione con i tempi giusti e vengano avviati bandi per la sostituzione delle flotte pubbliche, sostenendo la filiera italiana anche attraverso investimenti pubblici per riportare le produzioni in Italia”. Per questo la Fiom “ritiene necessario che si aprano tavoli di coordinamento tra azienda, Conferenza Stato-Regioni ed Anci, e tra Consip e Busitalia, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e valuta positivamente l’impegno del Mise in tal senso, ma occorre muoversi con estrema celerità”. “Va mantenuta alta l’attenzione poiché i prossimi mesi saranno cruciali per il rilancio e il consolidamento dell’azienda che vede nel suo capitale la partecipazione pubblica e che deve essere supportata dalle istituzioni con le giuste sinergie. La strada intrapresa va nella direzione giusta ma c’è bisogno di stringere i tempi sugli investimenti e di maggiore condivisione e partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle scelte strategiche” sottolineano infine i tre sindacalisti.
Per il segretario di Ugl Metalmeccanici Antonio Spera: “C’è bisogno di salvaguardare le aziende e le produzioni Italiane: nel 2019 IIA è riuscita a vendere in Italia solo il 38% dei autobus acquistati da Regioni e Comuni”.

Per il sindacalista “è assurdo che l’unica azienda del nostro Paese che produce autobus debba sgomitare per affermarsi in Italia e che in generale vengano ostacolate le aziende che pagano le tasse e che creano occupazione in Italia. IIA è tra l’altro una delle poche reindustrializzazioni nel nostro paese che ha permesso di riavviare due stabilimenti e l’assunzione di oltre 100 nuovi lavoratori con investimenti ancora in corso nei siti di Flumeri, in provincia di Avellino, e Bologna”.
“Si sta ovviamente lavorando anche in Europa per l’assegnazione di alcune gare importanti che ci permetterebbe di spandere il nostro raggio di vendite, ma l’Italia dovrebbe essere un mercato di riferimento per una fabbrica nazionale salvata non senza sacrifici dello Stato. Nuove commesse sono importanti anche in relazione alle trattative, ancora in corso da parte dei soci di Invitalia, Leonardo e Carsan, per portare all’interno della compagine societaria un nuovo socio azionista ad oggi detenute per il 42% da Invitalia, e il restante 58% diviso da Leonardo e Carsan. È necessario quindi rendere l’azienda più appetibile”, conclude Spera.



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