IIA, Morsa e Zaolino: “Ora la politica si prenda le sue responsabilità”

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Il mistero è svelato. Anche se da via Molise, sede del Mimit, hanno sempre tenuto quasi segreto il nome di Seri Industrial, dei fratelli casertani Civitillo, quali possibili acquirenti di una quota di maggioranza di Industria Italiana Autobus.

Toglie tutti i dubbi, se anche questi ce ne fossero mai stati, una notizia che stamattina ha battuto il quotidiano”Soldi on line”: lo ha confermato, quindi, la stessa Seri che su richiesta della Consob di Borsa Italiana, ha dato il via alle procedure ufficiali.

Significa, allora, che Leonardo sta preparando i bagagli ed è sempre più intenzionata ad uscire dal pacchetto di maggioranza. Così come Invitalia. La sottoscrizione di “un accordo di investimento – come scrive “Soldi on line” per entrare a far parte di IIA, da parte dei “Civitillo brothers” è la soluzione che, sindacati e tute blu dello stabilimento di valle Ufita, vogliono evitare.

Per questo sono tornati, qualche settimana fa, proprio al Ministero dove però gli è stato risposto che “l’unica offerta congrua” proveniva proprio da Caserta. Cosa che ha sorpreso ancora di più. Ma “non cambia niente – aggiunge il segretario provinciale Fiom, Giuseppe Morsa -perché rimane il nostro giudizio negativo rispetto alla trattativa in corso”.

Sopratutto “sull’atteggiamento del Governo. Inspiegabilmente si vuole costruire un ulteriore danno nei confronti dell’industria e del nostro territorio”. Ricorda Morsa che “IIA è l’unica azienda italiana a poter produrre autobus, gestendo anche “after market”.
La Fiom paragona il Governo a Ponzio Pilato. “Se ne lava le mani”, sottolinea infatti Morsa. E il suo sindacato, così come gli altri, “combatterà fino alla fine perché questo non avvenga”.
La Seri Industrial è interessata “più ad una speculazione legata all’acquisizione di terreni e fabbricati per poi commercializzarli, comebi Civitillo hanno fatto un po’ in tutte le loro iniziative di carattere industriale”.
E “gli allarmi” del sindacato, sul modo di gestire le aziende della Seri, non sono bastati. “Il Governo fa finta di non voler sentire. E di questo si assumeranno, da adesso, tutte le responsabilità. Morsa ricorda “i Civitillo sfuggenti”, come nella vicenda dei Tfr dei lavoratori della Fib Sud.

“Dopo essere stati, in qualche modo, citati in Tribunale” molto furbescamente hanno deciso di cambiare sede legale: da Caserta, per cercare di prendere tempo, in attesa che si stabilizzarsi la magistratura, in merito alla competenza territoriale, l’hanno spostata a Calitri. Il Governo avrà a che fare con questi personaggi”.

Ma la Fiom andrà avanti nella sua battaglia: “Siamo veramente messi male – dice il segretario provinciale della Fiom – ma chiaramente non ci fermiamo, siamo determinati ad andare avanti. Perché si tratta di salvare, oltre ai posti di lavoro, la produzione degli autobus”. E chiederà, nell’assemblea di oggi pomeriggio, alle 17 in Provincia, convocata dal presidente Buonopane, con tutti i sindaci, “di far fronte comune- conclude Giuseppe Morsa – e, alla politica provinciale di schierarsi a favore dei lavoratori e del territorio”.

La riunione di questo pomeriggio, nella sede della Provincia, convocata dal presidente Rino Buonopane, insieme ai primi cittadini, con argomento Industria Italiana Autobus, “servirà a tentare di unire le forze sociali e di tutte le amministrazioni – così Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic – per difendere l’unico polo autobus in Italia. E quello che è il famoso made in Italy”.

La notizia ufficiale dell’interessamento di Seri Industrial, per entrare a far parte del pacchetto azionario dello stabilimento flumerese, non ha colto di sorpresa il sindacalista. Zaolino, inoltre, pensa che in tutta questa vicenda “non tutta la politica si è comportata all’altezza del compito, di rappresentanza economica, che aveva di fronte. Di questo dobbiamo esserne consapevoli”. Occorre, a questo punto, “una operazione bipartisan per far capire al Governo che sta sbagliando a privatizzare un asset importante per oggi e per il futuro del trasporto pubblico in Italia”. Che, aggiunge il segretario provinciale della Fismic, sarebbe il risultato “del fallimento del governo Meloni”.

“Questo lo diremo a chiare lettere – sottolinea ancora Zaolino -. Perché si può ancora tornare indietro”. Questo pomeriggio, all’assemblea in Provincia, “con il presidente Buonopane e con tutti i sindaci proveremo ad incastrare chi scappa dalle proprie responsabilità, come tanti politici regionali e nazionali”.
 


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