I primi 40 giorni. Pazienza-Avellino, la rivoluzione è già totale

0
52


È convinzione diffusa, in ambito aziendale, che per rinnovare o risollevare le sorti di un’attività in crisi un nuovo manager debba saper imporre la propria leadership del cambiamento nei primi 100 giorni di lavoro.

Per far sì che le proprie idee attecchiscano, occorre dunque che i primi obiettivi – precisi e ambiziosi – vengano raggiunti attraverso scadenze ravvicinate, in modo da trasmettere l’impatto positivo di una rivoluzione vincente.

Con le dovute differenze, questo tipo di discorso si può estendere anche al calcio e all’arrivo di un nuovo allenatore. In un lasso di tempo limitato, un tecnico deve ribaltare metodologie e risultati, trasformando a tutto tondo la squadra e l’ambiente che la circonda.

Ad Avellino, in appena 40 giorni, Pazienza ci è riuscito. Accomodatosi sulla panchina biancoverde lo scorso 13 settembre, in poco più di un mese l’allenatore pugliese ha saputo rivoluzionare il lupo. Intervenendo sulla testa (psicologia), sul campo (tattica) e modificando le ambizioni future della squadra.

Psicologia

Dopo la partenza-choc e l’esonero di Rastelli, probabilmente nemmeno il più ottimista dei tifosi biancoverdi avrebbe potuto immaginare di ritrovarsi – 40 giorni dopo – in una condizione totalmente ribaltata. La sfiducia che attanagliava l’ambiente – nonostante l’entusiasmo estivo – e l’apparente blocco dei calciatori sembravano ostacoli difficili da superare, se non altro nel breve periodo.

È per questo che il lavoro di Pazienza merita di essere lodato innanzitutto per il suo spessore dal punto di vista psicologico. Con calma e umiltà, con un piglio sempre deciso ma mai sopra le righe, l’allenatore biancoverde ha liberato la testa dei giocatori dai vecchi fantasmi, restituendogli la voglia di giocare insieme e di crescere come gruppo.

Con scelte forti, Pazienza ha trasmesso la sua autorevolezza alla squadra, che lo riconosce come leader e ne segue con voglia ed entusiasmo i dettami. Senza fare troppi proclami ha poi convinto i tifosi, di nuovo fiduciosi e determinati.

Michele Pazienza (foto Franco Luciano per Sportavellino.it)

Tattica

La rivoluzione di Pazienza passa inevitabilmente anche dal campo e quindi dalla tattica. “Ogni giocatore al suo posto”. Lo aveva dichiarato nel giorno della presentazione – senza troppi fronzoli – e ha tenuto fede alla parola data. Tenendo in considerazione le caratteristiche dei calciatori e il loro stato di forma, l’ex Cerignola si è affidato ad un solido 3-5-2, restituendo sicurezze e proprietà degli spazi alla squadra.

Una volta stabilita la solidità, nelle prime due gare con Foggia e Sorrento, il tecnico ha poi imposto il suo marchio da giochista, permettendo al lupo di divertire e divertirsi con un gioco veloce e propositivo, arrivando a costruire molteplici occasioni da gol in ogni partita.

Un processo di notevole importanza, basato sulla capacità di riscrivere idee e gerarchie in corso d’opera. Così si spiegano ad esempio l’esplosione di Sgarbi – a bocce ferme quarta scelta dell’attacco -, l’affermazione di Ricciardi e lo straordinario adattamento di Armellino nel ruolo di difensore. E così si spiega la vittoria in rimonta di ieri. Una vittoria basata sulla grande capacità di lettura della gara e sul coraggio. C’è da rimontare? Si rovescia la formazione per vincerla. Senza paura, senza attendismi, senza dogmi.

Futuro

Che in questi 40 giorni Pazienza abbia saputo attuare una rivoluzione totale – concettuale, di spirito, di gioco – lo dice soprattutto la reazione (sua e della squadra) alla rimonta di ieri.

Con l’entusiasmo a mille e la consapevolezza concreta della propria forza, l’allenatore ha giustamente predicato calma, mantenendo l’umiltà che lo contraddistingue.

Nessun volo pindarico, niente pancia piena. Proprio perché consapevole delle sue potenzialità, l’Avellino sa di dover fare ancora tanto per far maturare le proprie ambizioni.

Dopo 40 giorni la rivoluzione di Pazienza è quindi sì già totale, ma la sua vera forza sta nelle prospettive. Prospettive dettate dal lavoro di un grande allenatore, sulle cui capacità il lupo può ora costruire un futuro radioso.



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here