“I disegni di Luigi Vanvitelli”, si concludono le celebrazioni per i 250 anni dalla scomparsa

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Sarà presentato il 30 dicembre, alle 18.30, al Circolo della stampa il catalogo di Stefano Orga“I disegni di Luigi Vanvitelli” . L’evento chiude le celebrazioni per i 250 anni dalla scomparsa dell’artista poliedrico Luigi Vanvitelli (1700-1773). A moderare l’incontro la Prof.ssa Ilenia D’Oria (presidente Archeoclub Avellino). A portare i propri saluti Don Gerardo Capaldo (Pax Christi e presidente del Circolo culturale “F. Solimena”), Francesco Iannaccone (giornalista ed economista); Antonio Carpentieri (cultore di storia locale),  Ottaviano De Biase (cultore di storia locale), Stefania Marotti (giornalista), Luca Nacca (gruppo artisti irpini), Giuseppe D’Amore (cultore d’arte).

A relazionare il professore Angelo Cutolo. La conclusione sarà affidata all’autore il critico d’arte Professor Stefano Orga, che tratterà il tema “I disegni di Luigi Vanvitelli“.

Stefano Orga approfondisce l’attività di pittore e di disegnatore di Luigi Vanvitelli, sottolineando come “Sono poche le opere pittoriche note o superstiti che ci sono prevenute. Comunque l’esperienza della pittura segnò l’attività vanvitelliana per più di un decennio. […] Fino al 1732 realizzò “lavori di pittura” prima di diventare un celebre architetto, mentre continuò il suo impiego operoso di disegnatore. […] Intorno al 1717 iniziò a realizzare disegni e studi di figura, essendo il nostro artista un appassionato disegnatore. Con gli studi di figure isolate o in gruppo, con i disegni anatomici e con quelli di movimento mostrava un ancoraggio stilistico e compositivo di tipo scolastico-accademico in chiave tardo barocca. Continuo fu il suo impegno e la sua passione per il disegno di veduta paesaggistica, a cui era stato indirizzato dal padre, questi lavori artistici erano caratterizzati da un vedutismo ottico e scenografico. Nel modo di considerare il disegno Luigi Vanvitelli mostrò il gusto grafico del suo tratto, che era riconducibile alla tradizione romana e alla cultura tardo barocca.”

 


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