Giaquinto: Forza Italia ha perso il rapporto col territorio. Io via? No, resto nel centrodestra ma… – IL CIRIACO

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«C’è bisogno di ritrovare le ragioni di un pensiero liberale e popolare. La sconfitta di Forza Italia viene da lontano. Il mio futuro politico? Resto fedele alle mie idee, ma è chiaro che di fronte ad un quadro politico in continua evoluzione bisogna iniziare a porsi degli interrogativi». Girolamo Giaquinto, sindaco di Montoro e consigliere provinciale di Forza Italia, analizza la sconfitta dei berluscones e guarda al futuro, tra elezioni provinciali e costruzione di nuovi orizzonti politici.

Da dove deve ripartire Forza Italia dopo la sconfitta cocente delle elezioni regionali?

«Forza Italia deve ripartire dal recupero del valore di un pensiero liberale e trasformarsi da movimento verticistico a movimento di base. Nel periodo d’oro, quando Berlusconi era nel pieno vigore politico, Forza Italia otteneva voti a vagonate ed ognuno di noi pensava di essere il gestore di quella forza politica ed elettorale. Nel frattempo però non si è strutturato un livello di relazioni tra organismo partito e territori. Questo è un dato evidente, che viene ripetuto e sottolineato da tutti. E’ chiaro che oggi se Forza Italia vuole riprendersi, magari in una ricollocazione anche alla luce del sistema elettorale con cui dovremo cimentarci, dovrà partire non più dalla recriminazione di quello che è stato né dal tentativo di recuperare quello che non può essere più. Dobbiamo invece tentare di capire quale può essere la nostra ricollocazione all’interno del mondo popolare moderato che è il nostro riferimento europeo. Questo significa ripensare il partito a tutti i livelli, sarebbe auspicabile».

Un ritorno al vecchio partito o la costruzione di un nuovo contenitore dei liberali?

  «Il problema di Forza Italia è comune a tutti i partiti, che prima sono stati demoliti ed oggi invece vengono in qualche modo rievocati. Ripartire dunque non dalla vecchia forma partito rigida, ma dall’organizzazione di un pensiero e di un modo di fare politica, che porti a trovare un punto di focalizzazione condiviso. Faccio un esempio, la zona del montorese, da sempre vicina a Forza Italia agli appuntamenti elettorali, questa volta ha invece votato altrove non restituendo un buon risultato al partito. E questo è un dato che ci dice che i territori vanno ascoltati, oggi hanno necessità diverse dal passato, hanno bisogno di certezze anche in termini di relazionalità politica e qualche volta noi, soprattutto le forze politiche del centro destra, dovremmo tenerne conto. Negli anni il rapporto tra il partito e i suoi rappresentanti istituzionali sui territori, si è sfilacciato. Eravamo abituati a contare tanti voti e forse ad intestarcene più di quanti avremmo dovuto. E’ inutile adesso cercare i padri della sconfitta che arriva da lontano, proprio da quel modo di fare».

Il suo futuro politico resta nel centrodestra oppure sarebbe pronto a seguire Biancardi in Italia Viva?

«Ho da sempre un buon rapporto con il Presidente Biancardi, con cui ho condiviso con piacere l’avventura della sua elezione a presidente della Provincia e l’attività di questi anni. Ma io vengo da una cultura e da una tradizione di centro destra, sono un forzista della prima ora. E non sento oggi di dover abbandonare quel pensiero. E’ altrettanto vero però che il quadro politico è in piena evoluzione, e questo non dipende dal sottoscritto. Io resto del mio pensiero politico, ma di fronte a tanta dinamicità bisogna iniziarsi a porre degli interrogativi».

A dicembre si voterà per il rinnovo del consiglio provinciale, poi in primavera per la presidenza. E’ immaginabile un suo ruolo da protagonista?

«Il protagonismo non può mai essere personale. Innanzitutto penso di aver adempiuto con grande impegno alla mia presenza nell’ente Provincia. La prima volta fui eletto consigliere con l’ultima presidenza Sibilia, quindi con il voto popolare ottenendo un numero importante di consensi. Poi ho conservato questa carica accompagnandola all’evoluzione istituzionale della Provincia, evidentemente se altri amministratori mi hanno votato è perché avranno riconosciuto in me qualche merito. Per ora sono impegnato ad assolvere al mio attuale ruolo di consigliere nel migliore dei modi fino a scadenza di mandato e, contestualmente, ad amministrare una comunità importante, quale quella di Montoro, su cui c’è molto da fare sia dal punto di vista sociale che di organizzazione della municipalità unica. Poi quello che accadrà in futuro dipenderà da tante variabili che al momento, personalmente, non posso prevedere».



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