Focus Paganese: squadra in crescita, caccia alla prima gioia casalinga

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Dopo 1 punto raccolto nelle ultime 2 partite, l’Avellino di Braglia va a caccia di riscatto nella sfida sul campo della Paganese. Un altro derby sulla strada dei lupi, il primo da giocare in trasferta dopo i precedenti tre disputati tutti tra le mura amiche del “Partenio-Lombardi”.

Nuova stagione, vecchi obiettivi. Come ogni anno la Paganese riparte e si rinnova, cercando di mantenere la permanenza nella categoria. Mettendo anche in mostra qualche giovane prospetto da lanciare nel calcio che conta. Obiettivi che il tecnico Alessandro Erra, confermatissimo sulla panchina biancazzurra, ha centrato in pieno nella scorsa stagione, andando anche oltre visto che dalle parti di Pagani per buona parte dell’annata si è sognato anche l’ingresso nei playoff. Quest’anno il livello del campionato si è alzato, le difficoltà sono aumentate. Il solito mix esperienza-gioventù di marca azzurrostellata non vuole però fare passi indietro, battagliando con ardore per conquistare il proprio posto al sole.

Tra infortuni e ritardi nella costruzione della rosa, la partenza non è stata certo delle migliori. Solo 2 i punti raccolti nelle prime 5 uscite, con il pesante rovescio di Vibo Valentia (2-5) a metter il timbro sul pessimo inizio. Pochissimi gol fatti (3), tanti gol incassati (10). Da lì in poi è scattato qualcosa. Nonostante il Covid, che ha dimezzato la rosa a disposizione colpendo soprattutto nel reparto offensivo, sono arrivati 7 punti in 4 gare. 2 vittorie, 1 pareggio e la sconfitta con il Teramo che ancora grida vendetta per come è maturata nei minuti finali della gara. I gol fatti sono stati più che raddoppiati (da 3 si è passati a 8) ed è arrivata una netta frenata per quelli subiti (solo 2, il totale è salito a 12, con 3 clean sheet nelle ultime 4 gare). Una crescita esponenziale che adesso aspetta di essere sigillata con il primo successo al “Marcello Torre”.

Contro l’Avellino Erra potrà probabilmente fare affidamento su qualche recupero dopo il giro di tamponi, potendo sempre contare sull’apporto di due elementi che non hanno fatto per nulla rimpianger gli assenti nelle ultime uscite. Francesco Scarpa e Giuseppe Guadagni, il vecchio e il bambino. Il primo (classe 1979) non vuole saperne di appendere le scarpette al chiodo e continua ad incantare con le sue giocate di alta qualità. Giocate che hanno spesso e volentieri colpito anche i lupi. Il secondo (classe 2001) sta proseguendo sull’ottima scia della scorsa stagione, aggiungendo alla qualità una forte personalità, che va oltre la carta d’identità e che del ragazzo uno dei migliori prospetti non soltanto del girone C ma di tutta quanta la categoria.





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