Fatture false e imposte non pagate: Taccone al centro dell’inchiesta – IL CIRIACO

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Walter Taccone

Si è allargata ad altre due persone l’inchiesta della Procura della Repubblica di Avellino sull’Us Avellino di Walter Taccone indagato anche per alcune attività legate alla Clinica Santa Rita. Le indagini iniziate nel 2017 avevano visto l’iscrizione nel registro degli indagati nel 2018 sette persone tra cui l’ex presidente dell’Us Avellino, mentre risultano nove gli indagati dopo l’emissione degli atti di sequestro preventivo. I nomi nuovi – riporta il quotidiano Il Mattino – sono quelli di Stefano Bisogno preisdente della Vis Montorese per una sponsorizzazione e Pasqualino Vuolo, sindaco dell’organo di controllo della società calcistica.

Confermate le accuse per tutti gli altri indagati. A Walter Taccone vengono mosse accuse per imposte non pagate e false fatturazioni in concorso con Alessandra D’Andrea, Maurizio De Simone, Massimiliano Sperduto, Alessio Andreottola, Francesco Caruso e Antonio Taccone. A cui si è aggiunto anche Stefano Bisogno.

L’indagine vede al centro l’ex presidente dell’ Us Avellino anche per il ruolo nella clinica Santa Rita al momento della contestazione dei fatti. La struttura sanitaria atripaldese nel frattempo è stata ceduta.

LA REPLICA DEGLI AVVOCATI

“Ad un primo esame del documento sembra potersi osservare che le contestazioni elevate in danno dell’ indagato sono le stesse per le quali ormai due anni orsono ne venne disposta la perquisizione – comunicano in una nota gli avvocati Perillo e Massaro, difensori di Taccone. Riservando alla sede propria ogni più compiuta critica del contenuto e delle ragioni del provvedimento, i difensori del professor Taccone fanno rilevare l’opinabilità della gran parte delle contestazioni mosse all’indagato, segnalando che egli – durante tutto il corso delle indagini – ha prestato la massima collaborazione agli inquirenti, senza mai compiere manovre distrattive sul patrimonio proprio o delle società a lui riconducibili: ciò non è bastato ad evitare il provvedimento di rigore assunto oggi che, anche per questo motivo, appare spropositato”.

A Taccone vengono contestati omessi versamenti iva per circa 1 milione di euro riferiti all’anno 2016 per quanto riguarda l’Us Avellino, mentre in qualità di presidente della Clinica Santa Rita spa il mancato versamento di imposte per 967mila euro.

Le accuse per gli altri indagati, che avrebbero favorito Taccone nella gestione dell’Us Avellino, riguardano l’emissione di fatture inesistenti. Tre le società finite nel mirino degli inquirenti, Irpiniatecnolife 2013, LPS s.a.s e Mabevi. Gli amministratori succedutisi sono tutti indagati. In particolare Maurizio De Simone amministratore della Irpiniatecnolife2013 è ritenuto amministratore di fatto della Lps s.a.s. di cui risultava amministratrice Alessandra D’Andra dal 2015 al 2016. Massimiliano Sperduto da ottobre a dicembre 2016 e Alessio Andreottola da dicembre 2016. Sempre a De Simone è riconducibile la Mabevi che ha visto succedersi all’amministrazione Francesco Caruso e Antonio Taccone tra il 2015 ed il 2017. Le aziende «tra loro collegate sia per aver la medesima sede sia per connessione di soggetti e segnatamente sono l’Irpiniatecnolife2013 srl, la Lps sas e dalla Mabevi srl» scrive il magistrato nell’ordinanza di sequestro, avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti «dalla ricostruzione effettuata emergono una serie di anomalie e incongruenze in quanto i contratti esibiti a supporto delle prestazioni e delle conseguenti fatturazioni, appaiono generici nei contenuti e nella descrizione».

A Stefano Bisogno gli inquirenti contestano l’emissione di fatture inesistenti per 100mila euro con lo scopo di consentire l’evasione delle imposte sui redditi ascritte alla società Us Avellino. A Pasqualino Vuolo gli inquirenti contestano false comunicazioni sociali per aver ascritto consapevolmente nel bilancio 2016 – riporta il quotidiano Il Mattino – fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica e patrimoniale della società che avrebbero causato un ingiusto profitto alla società.

Il squestro preventivo firmato dal gip nei confronti dei 9 indagati ammonta a 4.709.042. A Taccone sono state sequestrate opere d’arte ed un immobile per un totale di 3,6milioni. A tutti gli indagati i conti correnti.



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