Ecobonus al 110%: un mega piano di rigenerazione urbana per Avellino 4.0 – IL CIRIACO

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Una città completamente antisismica, esteticamente nuova, funzionale e senza alcun impatto ambientale. Avellino 4.0 potrebbe nascere a costo zero grazie all’ecobonus introdotto dal Decreto Legge “Rilancio” approvato dal Consiglio dei Ministri nell’ambito delle misure di contrasto per l’emergenza Covid. La maxi detrazione fiscale del 110% per efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici è un’opportunità per privati, condomini e potrebbe esserlo ancor di più per le amministrazioni pubbliche che intendono rinnovare il patrimonio residenziale, innescando un meccanismo virtuoso coinvolgendo l’intera filiera economico-produttiva locale.

Proviamo a capirne di più con l’architetto Michele Della Vecchia di spazioMEL architecture & engineering.

Il maxi bonus fiscale è realmente un’opportunità?
Gli ecobonus esistono da anni ed hanno sempre dato i loro risultati. Il bonus fiscale portato al massimo è una proposta avanzata da tempo. E’ uno strumento da utilizzare bene, ma l’efficientamento deve andare di pari passo con la messa in sicurezza degli edifici.

Perché?
Abbiamo una casa energeticamente efficiente. Infissi, panelli solari, convettori, un cappotto nuovo al palazzo ma alla prima scossa di terremoto cade. A cosa serve? E’ un esempio estremo ma calzante. Migliorare la sismicità degli edifici è fondamentale soprattutto in zone come l’Irpinia. L’intervento strutturale per migliorare la classe sismica deve essere la priorità. Se facessimo un’indagine sui condomini costruiti tra gli anni 50 ed 80 nessuno è adeguato sismicamente. E’ un’opportunità da cogliere al volo da parte di tutti.

Nell’ attesa che il decreto venga convertito in legge sorgono già le prime domande sul credito d’imposta ed il relativo mercato….
Il privato, un intero condominio possono trasferire all’impresa edile il credito del 110% fino ad un massimo di 136mila euro ad appartamento (sisma bonus 96mila euro, ecobonus 40mila euro) per i lavori da realizzare. Il cliente ha la garanzia di ricevere i migliori prodotti sul mercato, le aziende non saranno costrette ad applicare sconti all’osso e con un margine maggiore di guadagno portano in banca il credito. Le casse dello Stato avranno benefici con introiti fiscali certi. L’evasione nel settore edilizia sarà pressoché pari a zero. Ma la vera opportunità è per le amministrazioni comunali.

In che senso?
Questi interventi possono essere effettuati anche singolarmente dai privati o dai condomini, ma se, ad esempio, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Festa si facesse promotrice di un tavolo tecnico e di coordinamento con tutti gli stakeholder, potrebbe pensare ad un progetto che coinvolga tutta la città.

Facciamo un esempio…
Un brainstorming coinvolgendo Ance, industriali, ordini professionali, categorie sindacali e di amministratori di condominio, enti gestori del patrimonio residenziale pubblico, uffici tecnici, istituzioni, banche, agenzia delle Entrate. Capire dove intervenire, come e programmare gli interventi. Il cittadino ha la garanzia di una filiera istituzionale. Il comune può programmare interventi sull’edilizia residenziale pubblica. Tutto a costo zero per l’amministrazione comunale le cui casse si rimpinguerebbero con gli oneri di urbanizzazione, un introito economico non indifferente per l’intera filiera produttiva locale. Il mercato immobiliare rifiorirebbe, le imprese edili e tutto l’indotto trarrebbero vantaggio da un ragionamento del genere ed i soldi rimarrebbero sul territorio.

Parliamo di una rivoluzione…
E’ un’opportunità di rilancio come lo fu il piano Ina Casa nel dopoguerra di Fanfani. Il parco immobiliare è deteriorato, senza interventi crolla. Laddove sarà necessario si potrà demolire e ricostruire, altrimenti saranno realizzati interventi mirati. Una città completamente antisismica, riqualificata, funzionale, ad impatto ambientale zero senza alcun ampliamento e salvaguardando le colline. Avellino 4.0.

Il primo pensiero va alla riqualificazione degli alloggi comunali, ma ci sono anche alcuni casi come via Tedesco oppure i buchi neri della città soprattutto a Corso Vittorio Emanuele. Si potrebbe intervenire?
Gli alloggi fatiscenti possono essere riqualificati certamente restituendo dignità a chi li occupa. I proprietari delle abitazioni private, dei suoli, vanno coinvolti. Il Comune può pretendere la fruibilità ed il decoro degli spazi. E’ comunque un’opportunità.

Il tribunale, l’ex Moscati per fare alcuni esempi, non sono di competenza comunale ma potrebbero essere sempre oggetto d’intervento?
Con un protocollo d’intesa interprovinciale si potrebbe intervenire allo stesso modo. Della sicurezza del tribunale si discute da una vita, sarebbe la soluzione. Ma si può pensare anche ad una nuova vita per il Moscati o ad altre strutture pubbliche abbandonate.

Il piano parte: 10 condomìni totalmente da ristrutturare. Dove vanno gli occupanti?
In alcuni casi sono le imprese ad affittare appartamenti accollandosi il costo. Il Comune mette a disposizione terreni, le imprese realizzano strutture temporanee per far dormire le persone. Non sono prefabbricati come accade con il terremoto dell’80 e sarà nell’interesse di tutti finire il prima possibile i lavori per rientrare nei costi.

Trovare il consenso di tutti non sarà facile…
Per Avellino, l’Irpinia, è una rivincita. Abbiamo fallito nel post terremoto dell’80 spendendo soldi e lasciando ad altri l’opportunità di diventare punto di riferimento nel panorama nazionale. E’ un mega piano di rigenerazione urbana valido per la città ma anche i borghi e vede coinvolti il tessuto politico, economico e sociale. La politica si riappropria del ruolo di servizio al cittadino, la classe imprenditoriale d’eccellenza territoriale c’è. Mi aspetto un passo avanti della borghesia, esca dai salotti nei quali si è chiusa e partecipi attivamente questa rivoluzione urbana.



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