Di visioni, fantasie, vanterie e altri miracoli

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Di Franco Festa

Il ciuccio vola, giurava il sindaco Festa guardando un punto preciso del cielo nelle afose notti di fine luglio. E subito tutta la sua giunta alzava la testa a comando, e ognuno spergiurava di vederlo. L’ assessora al brand Avellino, la Politi, garantiva di averlo visto anche sull’aereo che l’aveva portata in Canada per propagandare un’ invenzione mirabolante di Festa: i taralli avellinesi senza buco. Il ciucciariello era appoggiato al lato sinistro della carlinga, e non si era mosso di lì per tutto il viaggio, ragliando contento ogni volta che lei lo guardava. Stefano Luongo, invece, riusciva a cogliere ogni particolare, e alla fine asseriva convinto che si trattava proprio di un ciuccio, non di un mulo, lui era superesperto in quel campo di quadrupedi. L’assessore allo sport, Giacobbe, eternamente sorridente, già voleva affiancare,sullo stemma della città, l’ equino che zompettava nel cielo alla tranquilla pecora. La Nargi infine, poetica, con voce bassa e commossa aggiungeva che si trattava di un ciuccio rosa con una aureola di luci azzurre sulla testa, una rara specie che appariva solo quando Festa alzava gli occhi verso il cielo e accendeva le luminarie con la potenza del suo sguardo. Erano giorni fantastici, di miracoli a portata di mano. Era un contagio di fantasie incredibili che colpiva tutti, anche un giornalista in genere puntuale e intelligente come Emanuele Marinelli, che dichiarava che sì, questa volta l’ appalto per la Dogana, il quarantesimo, sarebbe andato in porto, e in un anno il monumento sarebbe tornato all’antico splendore. Eppure, in casi come questo, sarebbe bastato un cappellino contro i colpi di sole, per proteggere se stesso e i suoi ascoltatori da questa malattia tanto diffusa in città, la gara a chi la sparava più grossa. Era ormai un clima di favole fantastiche, da cui nessuno era esente. Perfino il giovane e grintoso consigliere comunale di opposizione, Francesco Iandolo, si era convinto che in fondo, per trovare il candidato per il centro sinistra per le elezioni comunali del 2024, anche le primarie potevano andare bene. Eppure non poteva non sapere,essendo ormai un politico navigato, che le primarie in città erano state quasi sempre un trucco che i notabili di turno usavano per illudere il popolo di contare qualcosa. Insomma, nessuno si salvava dalla favolistica imperante, dalla cappa di leggende metropolitane che gravava sul capoluogo. Era proprio arrivato, per tutti, il momento di andare in vacanza.


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