Crisi e futuro, Pallini: senza i ricatti di Italia Viva il Governo correrà veloce. Anche sul Recovery – IL CIRIACO

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«La riperimetrazione della maggioranza non sarà di facile digestione politica per la base del M5S, ma mandare il Paese al voto adesso, nel pieno di una pandemia, sarebbe un’irresponsabilità di cui solo uno come Renzi poteva farsi carico. Senza i ricatti politici di Italia Viva, andremo avanti più speditamente di prima». La parlamentare avellinese del Movimento Cinque Stelle Maria Pallini a tutto tondo sulla crisi di Governo in atto e sui possibili scenari politici.

 E’ in atto una crisi di Governo le cui ragioni profonde sfuggono ai più. Lei cosa ne pensa, cosa ha spinto Renzi ad aprirla?

«Renzi non ha mai nascosto di nutrire forti antipatie anche di carattere personale nei confronti di Conte e della sua leadership indiscussa, ma l’apertura di una crisi di governo è arrivata come un fulmine a ciel sereno sia per noi parlamentari che, inevitabilmente, per i cittadini. Forse Renzi è l’unico in Italia a non aver compreso che il nostro Premier è riuscito a farsi apprezzare in tutta Europa, e soprattutto è riuscito, almeno fino a questo momento, ad affrontare una pandemia, un fatto storico non certo di secondo rilievo. Ed è da irresponsabili aprire una crisi di Governo in un momento così difficile: il dispetto Renzi non lo ha fatto alla maggioranza o a Conte, ma all’Italia e ai cittadini».

Difficile però liquidare una crisi di Governo come un fatto personale tra due contendenti, qual è l’aspetto politico della vicenda?

«Il Mes. D’altronde Renzi ne ha fatto una battaglia sin dall’inizio, provando a mettere in discussione la linea stessa del Movimento 5 stelle. Sul Mes noi non indietreggiamo, perché abbiamo già investito moltissime risorse per la sanità, non c’è bisogno di indebitarci ulteriormente con l’Europa. Il resto sono solo scuse di un leader politico che della sua irresponsabilità dovrà rispondere al Paese intero».

La crisi è stata parlamentarizzata, ora si cerca una nuova maggioranza. Al Senato è aperta la caccia ai responsabili. A che punto sono le trattative?

«Le uniche certezze al momento sono che lunedì saremo alla Camera per dare la fiducia al premier Conte, appuntamento al quale io pur essendo ancora in maternità non mancherò, martedì al Senato dove chiaramente i numeri sono più traballanti. Da notizie che abbiamo la nascita di gruppi pronti a sostenere il prosieguo del governo è a buon punto. Non so a che punto sia un’eventuale interlocuzione con i mastelliani, ma è in dirittura d’arrivo un accordo con il gruppo Maie- Movimento associativo italiani all’estero, così come certamente i fuoriusciti dal Movimento 5 stelle, fatta eccezione di quelli che sono approdati nella Lega o in altri partiti dell’opposizione, voteranno tutti la fiducia a Conte. Questa è la strada più responsabile da seguire per evitare di andare al voto nel pieno di una pandemia e lasciare il Paese per altri tre mesi allo sbaraglio, in una situazione storica che non ha precedenti sia sotto il profilo sanitario che economico e sociale».

 Ricostruire il perimetro della maggioranza con i Mastella di turno, non provocherà un problema politico per il Movimento?

«E’ dal 2018 che il Movimento ha dovuto, a causa del sistema elettorale, stringere alleanze di governo prima con la Lega poi con il Pd. Ed è innegabile che qualche piccolo problema con la nostra base e i nostri attivisti lo abbiamo avuto. Un accordo con i Mastella, inutile nasconderselo, non sarà di facile digestione politica per buona parte del nostro elettorato, ma allo stesso modo però dobbiamo dire che nel momento in cui il premier Giuseppe Conte chiede un appoggio e senatori come Sandra Lonardo Mastella decideranno di darlo, il Movimento non può tirarsi indietro. E’ il Premier che ha aperto le contrattazioni, il Movimento, che da sempre guarda unicamente al bene comune e non alle poltrone, è pronto a continuare a sostenere il Governo e il Paese».

Un Governo indebolito può mettere a rischio i provvedimenti in essere e quelli futuri del Recovery Plan?

«E’ mia opinione che con la fuoriuscita di Renzi dal Governo, si comincerà a respirare un’aria migliore. Il Pd, Leu e il Movimento ricevevano da Italia viva un ricatto politico al giorno. Ora, una volta riperimetrata la maggioranza, possiamo proseguire spediti. Prova ne è che nonostante le dimissioni delle due ministre Italia viva, il Consiglio dei ministri si sia immediatamente riunito per approvare dpcm con misure anti Covid e scostamento di bilancio. Vuol dire che la volontà di andare avanti c’è, è reale, e soprattutto c’è la consapevolezza di non potersi permettere di far perdere all’Italia il treno del Recovery Fund. Dall’industria alla sanità, possiamo riprogrammare il futuro del Paese. Quindi credo che la fuoriuscita di Italia viva dal Governo, per quanto traumatica in questa fase storica, non abbia indebolito l’esecutivo, anzi ha avuto l’effetto contrario di rafforzare il  progetto politico che portiamo avanti».



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