Innanzitutto calma. Non facciamoci prendere dal panico della serie “il Covid-19 è ovunque e può facilmente entrare in casa mia”. «È vero che il virus può attaccarsi alle superfici degli oggetti e persino alla polvere, ma è ormai noto che la sua sopravvivenza fuori dal nostro organismo dura poche ore (in pochi casi qualche giorno) e, comunque, sopravvive solo un virus su mille con carica virale minima», assicura Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore. Per la massima sicurezza si può però effettuare una bonifica della casa dall’entrata in poi, con un occhio anche all’aria. Ecco come capire se è neseccario igienizzare, disinfettare o sanificare.
Igienizzare, disinfettare o sanificare?
«Sono tutte procedure utili per sbarazzarsi del coronavirus, ma con efficacia diversa», spiega il virologo.
- «Igienizzare è la normale pulizia: significa usare acqua e sapone o detergenti pronti che hanno un’azione meccanica di rimozione del Covid-19;
- la disinfezione prevede l’uso di sostanze che hanno la capacità di uccidere virus e batteri, non solo di rimuoverli dalle superfici.
- La sanificazione (termine spesso usato a sproposito) è un processo ancora più profondo, svolto da professionisti, che elimina a fondo il virus anche da tubazioni e superfici difficili da raggiungere con la normale pulizia, utilizzando spesso potenti disinfettanti che bonificano gli ambienti ma, essendo aggressivi (come il perossido, che può dare problemi respiratori), richiedono l’uso solo da parte di personale specializzato e la non permanenza negli ambienti trattati per ore».
Quali disinfettanti funzionano
«Candeggina (ipoclorito), alcol e acqua ossigenata, diluiti o già pronti nei prodotti, uccidono il virus», assicura Pregliasco. «Importante lasciarli agire qualche minuto.
Per le superfici grandi, come i pavimenti, l’ideale è il doppio passaggio: prima l’igiene che porta via il grosso (il virus si attacca alla polvere) con i detergenti normali (va bene acqua e sapone) e poi via libera ai disinfettanti battericidi e antivirali (oppure si può usare un detergente disinfettante e poi sciacquarlo dopo che ha agito)».
«Per i tappeti e i pavimenti l’ideale è un elettrodomestico dotato di filtro Hepa in uscita, più la filtrazione ad acqua», spiega Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di medicina ambientale. «Sanificazioni fai-da-te assolutamente sconsigliate: rivolgetevi a ditte specializzate».
Trasforma l’entrata in un triage
Se non vuoi far entrare in casa il coronavirus, la prima mossa vincente sta nel trasformare l’anticamera in una sorta di zona triage dove lasciare scarpe, borse, chiavi e soprabiti al rientro. Dovrà esserci un mobiletto dove tenere i disinfettanti spray o in gel da usare quando rincasi o a guanti, mascherine e quanto serve per uscire.
È poi necessario un cestino dove buttare i dispositivi di protezione al ritorno. Insomma, va creata una “linea rossa” di confine e pulizia, oltre la quale non bisogna portare ospiti indesiderati.
Bonifica l’aria di casa dai “droplets”
«Quando parliamo, tossiamo o starnutiamo, emettiamo droplets, goccioline di saliva che possono contenere il virus», spiega Miani. «In condizioni di “aria ferma” in ambienti indoor le più grandi cadono a terra entro i 2 metri, mentre le più piccole arrivano sino a 10 metri. Con il climatizzatore acceso, il flusso d’aria crea una turbolenza che può spingere i droplets a distanze maggiori e in diverse direzioni.
Quindi, oltre a pulire bene filtri e griglie con acqua e sapone prima dell’uso, regola le griglie degli split verso l’alto per evitare che il flusso d’aria colpisca le persone nella stanza, o monta un deflettore.
È bene poi dotarsi di un sistema Vmc (Ventilazione meccanica controllata), tipo split con filtrazione. I Vmc (dai 600 € di costo) aspirano l’aria outdoor filtrandola ed espellono quella indoor: questo riciclo in continuo, anche antismog, riduce al minimo le turbolenze e rende l’ambiente più sano e protetto. Un’altra soluzione è data dai sistemi di purificazione dell’aria certificati per l’abbattimento dei virus, disponibili anche in apparecchi portatili (a partire da 1.000 €). Ionizzano le particelle con il virus dandogli un carica magnetica che le attira verso le pareti del cilindro, dove una corrente elettrica a basso voltaggio uccide il Covid-19».
Cambiare l’aria 6 volte al giorno
Si chiama “Regola del 6 x 5”e significa che per eliminare il Coronavirus che si può depositare all’interno di casa dobbiamo cambiare l’aria 6 volte al giorno tenendo le finestre aperte per 5 minuti.
«Il ricambio è fondamentale, ed è il modo più semplice e l’espediente minimo per diluire la concentrazione indoor degli inquinanti aerodispersi, compresi batteri e virus», spiega il professor Miani. «Meglio spalancare bene le finestre verso i cortili e sulle vie laterali con meno traffico».
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Articolo pubblicato sul n. 18 di Starbene, in edicola e nella app a giugno 2020