È difficile rinunciare alle insalate in busta, così pratiche e salva-tempo. Ma sono sicure? «Le insalate confezionate non presentano rischi: possiamo mangiarle tranquillamente, senza rilavarle», rassicura il dottor Giorgio Donegani, tecnologo alimentare a Sesto San Giovanni.
«Quasi tutte vengono preparate sul luogo di coltivazione. Appena raccolte, sono mondate per scartare le foglie non integre e, con speciali macchinari, vengono eliminati eventuali corpi estranei. Quindi si passa al lavaggio, che è molto più accurato rispetto a quello casalingo: le insalate vengono messe in ammollo in grandi vasche dove l’acqua, che è potabile e molto fredda per evitare la proliferazione batterica, è in continua agitazione.
Seguono quindi l’asciugatura, il taglio delle foglie più grandi e, infine, il confezionamento in atmosfera normale per far respirare il prodotto», spiega il nostro esperto. Che ti consiglia come scegliere la busta giusta.
Cosa ti dice se sono di qualità
- «Controlla la chiusura della busta: deve essere ermetica per evitare che l’insalata, a contatto con l’aria, avvizzisca e marcisca», consiglia il dottor Giorgio Donegani.
- «Verifica che non ci sia troppa condensa. Un po’ di umidità va bene, ma se ci sono delle goccioline significa che il prodotto non è stato ben asciugato», precisa il tecnologo alimentare.
- «Fai attenzione alle foglie, che devonoaveredei tagli regolari e non essere troppo piccole. Il loro colore poi non deve risultare annerito», spiega l’esperto.
- «Rispetta la catena del freddo anche dopo l’acquisto. Le insalate si conservano fino a 4 o 5 giorni, a una temperatura che non deve superare gli 8 °C e che deve essere costante», conclude Donegani.
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