Corteo Bembo, l’avvocato Santamaria: “Il diritto di manifestare è garantito dalla Costituzione, nessun tentativo di fare pressione”

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Il corteo per Bembo, fino al palazzo di giustizia non andava autorizzato”. Questo il pensiero dell’avvocato Gaetano Aufiero sulla manifestazione organizzata martedi sera per chiedere “giustizia” per Roberto Bembo dopo l’attenuzione della misura cautelare in carcere per Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo. I due ora sono sottoposti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il legale dei due indagati va avanti e dichiara Ho profondo rispetto per i familiari della vittima e capisco perfettamente che invochino come è giusto che sia un processo per quanto è accaduto, sono pure cosciente che i partecipanti sono stati silenti, per carità, ma critico chi ha autorizzato il corteo, perché non si possono contestare i magistrati, ma solo impugnare i provvedimenti. In 30 anni non ho mai mancato di rispetto ad un giudice, posso criticare anche aspramente ma nelle opportune sedi. Il legale poteva presentare una memoria o un sollecito al pubblico ministero affinchè impugnasse il provvedimento di scarcerazione”.“Ho profondo rispetto per i familiari della vittima e capisco perfettamente che invochino come è giusto che sia un processo per quanto è accaduto, sono pure cosciente che i partecipanti sono stati silenti, per carità, ma critico chi ha autorizzato il corteo, perché non si possono contestare i magistrati, ma solo impugnare i provvedimenti. In 30 anni non ho mai mancato di rispetto ad un giudice, posso criticare anche aspramente ma nelle opportune sedi. Il legale poteva presentare una memoria o un sollecito al pubblico ministero affinchè impugnasse il provvedimento di scarcerazione”.

Alle dichiarazioni dell’avvocato Aufiero l’avvocato Gerardo Santamaria, difensore dei familiari di Roberto Bembo. “In riferimento alle dichiarazioni dell’avvocato Gaetano Aufiero apparse in giornata su organi di stampa e TV locali, pur volendo rappresentare che il sottoscritto difensore della parte offesa non deve certo rendere conto del suo operato ad altri se non ai familiari della vittima, suoi assistiti, che hanno sempre rinnovato la fiducia nel suo operato e condiviso ogni iniziativa, si ritiene opportuno e doveroso chiarire, soprattutto per coloro che non abbiano conoscenze giuridiche, quanto segue: la scelta di non presentare osservazioni (tra l’altro assolutamente non vincolanti per la decisione del giudice) è stata dettata dal fatto che in questa fase del procedimento il difensore delle persone offese non ha alcuna possibilità di accedere al fascicolo del Pubblico Ministero e non ha conoscenza di quelli che sono gli atti di indagine. Stando così le cose, tenuto conto della delicatezza della vicenda, il sottoscritto avvocato, di concerto con i suoi assistiti, ha ritenuto di evitare qualsiasi osservazione al buio, che avrebbe potuto incidere negativamente sulla valutazione del giudice, prestando così il fianco alle argomentazioni proposte dalla difesa a sostegno dei due indagati. Tra l’altro, gli interessi delle persone offese sono stati ampiamente tutelati dall’Ufficio di Procura, che ha perentoriamente espresso parere negativo alla sostituzione della misura nei confronti dei due indagati. Al di là delle osservazioni alla richiesta di sostituzione della misura presentata dalla difesa degli indagati, il sottoscritto avvocato, nell’interesse delle persone offese, ha presentato richieste alla Procura per sollecitare il deposito della consulenza autoptica da parte dei periti e per prendere eventuali provvedimenti nei loro confronti. Richieste che hanno sortito il loro effetto con il deposito della CTU avvenuto in data 07/08/2023. Inoltre, il sottoscritto difensore, sempre per chi non lo sapesse, ha presentato nell’interesse dei suoi assistiti richiesta alla Procura di impugnazione ex articolo 572 CPP avverso il provvedimento di sostituzione della misura emesso in favore degli indagati adottato dal Gip del Tribunale di Avellino. È doveroso rappresentare che il corteo silenzioso degli amici e dei familiari di Roberto non aveva alcun intento di condizionare le scelte dei magistrati né di contestare il giudice, vista la richiesta di impugnazione già avanzata dalla difesa alla Procura. Giova ricordare che la libertà di manifestare pacificamente non è ostacolata, ma garantita dalla Carta Costituzionale all’articolo 17″, conclude.


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