Coronavirus, Cipriano: Festa inadeguato, si comporta da capo villaggio. Il PdZ? Roba da Procura – IL CIRIACO

0
176


Luca Cipriano

«Festa e l’emergenza? Un capo villaggio vacanze più che un sindaco. Dica la verità sui test rapidi: perché la metà sono rimasti chiusi in cassetto? Toni disarmanti e irrispettosi dell’aula,  mentre fa annunci e show, blocca il Piano di Zona e mette in campo procedure poco trasparenti. Intervenga la magistratura». Nel day after di un infuocato consiglio comunale in diretta streaming, Luca Cipriano, capogruppo di “Mai Più”, risponde punto su punto alle bordate lanciategli in aula dal sindaco Gianluca Festa.

In consiglio comunale abbiamo ascoltato toni più da campagna elettorale che da periodo di emergenza. Il sindaco l’ha definita l’eterno secondo. Cosa risponde?

«Abitualmente avrei giudicato infantile l’approccio del sindaco, ma in questa fase così drammatica di crisi ed emergenza, ascoltare quel tipo di risposte è disarmante ed imbarazzante. Non replico alle accuse personali e politiche che Festa mi ha riservato. Forse gli è andato di traverso il mio intervento perché è quello che ha fatto emergere tutta l’inadeguatezza della sua azione, dalla mancata pulizia delle strade e manutenzione del verde, alle promesse di sgravi di Tosap e Tari, al non aver previsto un adeguato servizio di consegne a domicilio. Ha perso le staffe e come sempre ha preferito buttarla in caciara. Gianluca Festa è inadeguato a svolgere il ruolo di sindaco. Ne ero convinto prima, ma la sua azione amministrativa nel corso di un’emergenza così grave, è la riprova definitiva. Abbiamo assistito all’azione di un capo villaggio vacanze, non a quella di un sindaco».

Lei ha sollevato il tema dell’isolamento istituzionale in cui la città capoluogo rischia di trovarsi. Può spiegare meglio?

«Non è una mia opinione, è un fatto. Mi sembra oggettivo che il sindaco abbia comunicazioni estremamente tese con il tavolo di emergenza istituito in Prefettura, tanto che il Prefetto ha dovuto tirargli le orecchie per rimetterlo in riga. Così come è un fatto che la Regione Campania gli abbia scritto note esplicite a firma del direttore dell’Unità di crisi anti Covid Italo Giulivo, di Antonio Postiglione direttore generale sanità, ma anche del direttore generale dell’Asl Maria Morgante. Lettere nelle quali gli veniva contestato l’approccio sui test rapidi. Così come è acclarato che Festa ha per primo innescato una durissima polemica con il Governatore De Luca e con i consiglieri regionali irpini. Fatti che hanno già portato ad un isolamento istituzionale la città di Avellino a causa delle sue smanie di protagonismo. Per fortuna le istituzioni citate sono solide, hanno anticorpi democratici e sono guidate da persone di elevata statura e quindi continueranno a lavorare per Avellino. Ma il comportamento del sindaco è irresponsabile e stupisce che nessun consigliere di maggioranza si ponga il problema di valutare le conseguenze di questi suoi atteggiamenti rispetto alle dinamiche politiche».

Se l’emergenza sanitaria in Campania, incrociando le dita, sembra essere sotto controllo, quella sociale ed economica purtroppo è destinata a durare a lungo. Eppure il Piano di zona resta bloccato. Come se ne esce?

«La reale fotografia dell’emergenza sanitaria è quella scattata dai dati: 31 contagiati in città a fronte di una popolazione di 56mila abitanti, 472 in provincia su oltre 400mila residenti. Dunque percentuali che non arrivano all’1% per fortuna, con buona pace di chi ha gridato ad Avellino come la Bergamo del Sud. Deliri di chi non ha mai avuto il polso della realtà. La vera bomba ad orologeria pronta ad esplodere è quella economica e sociale. L’emergenza economica non vede alcun provvedimento a sostegno, neanche da parte del Governo nazionale che ha messo in campo misure troppo blande e timide, per le migliaia  di imprese, esercizi commerciali, piccoli artigiani, ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti, che sono in ginocchio dopo tre mesi di chiusura e con una prospettiva non certo rosea visto il restringimento della capacità di spesa degli italiani. Poi c’è l’emergenza sociale che riguarda quelle famiglie in difficoltà che già prima dell’emergenza Covid non arrivavano a fine mese, che abitavano in  case popolari ai limiti della decenza, che vivevano di sussidi ed espedienti per tirare a campare. Come hanno risposto sindaco e Piano di Zona a queste esigenze? Continuando a litigare, a generare per colpa di Festa conflitti istituzionali, a mettere i sindaci l’uno contro l’altro, scrivendo lettere e carte bollate tramite avvocati e, guarda caso, assegnando i fondi a disposizione in barba ad ogni principio di trasparenza, sempre alle stesse cooperative, e sempre senza erogare i servizi indispensabili. La vicenda dell’ambito territoriale A4 è il sintomo di come la politica, quando è vecchia, inadeguata e poco trasparente, blocca i servizi diretti al cittadino. Festa può lucrare su tutto, ma non sulla pelle delle persone che stanno male e che questa emergenza ha messo letteralmente in ginocchio. Auspico che il Pdz possa finalmente mettersi in riga: bisogna senza alcun dubbio assumere il vincitore dell’avviso pubblico per la nomina a direttore generale, eleggere un presidente, ruolo ricoperto abusivamente fino ad oggi da Festa visto che non è mai stato eletto da nessuno, e sbloccare le gare con criteri di trasparenza. Una vicenda che è monitorata dalle commissioni bilancio e trasparenza, ci sono denunce alla Procura della Repubblica e spero che anche la magistratura batta un colpo. Non è accettabile muoversi con tanta opacità in  settori così strategici».

In commissione commercio dovreste chiudere sul maxi piano di sostegno al commercio (leggi qui nel dettaglio). Avete auspicato, in modo bipartisan, un’unanimità di intenti. E’ ancora possibile alla luce dello scontro avuto in aula con Festa?

«Il sindaco ama incendiare e non spegnere focolai. Con il suo intervento in aula vanifica il clima di assoluta correttezza con cui, insieme alla presidente Iannuzzi e agli altri colleghi di maggioranza, siamo riusciti a redigere un buon piano. Festa delegittima il lavoro delle commissioni che a suo avviso non servono a nulla, e umilia e mortifica in primis i consiglieri della sua maggioranza. Come sempre c’è chi prova a costruire, da una parte all’altra dell’aula, e lui che punta a distruggere tutto. L’esito della commissione dipenderà chiaramente dall’atteggiamento dei colleghi di maggioranza. Sulla primogenitura delle proposte restituisco al mittente le miserabili accuse che possono tranquillamente essere smentite dai fatti. Basterebbe andare a guardare la registrazione skype della prima conferenza dei capigruppo (30 marzo ndr.), è agli atti la mia proposta di sgravio sulla Tari per i mesi di chiusura dei negozi. Lo stesso Festa, nella sua replica, disse di accogliere il mio suggerimento ma che doveva confrontarsi con Irpiniambiente. Ancora una volta i fatti smentiscono le bugie maliziose di un sindaco senza idee e argomenti. La gara a chi arriva primo non mi interessa: il tema vero è fare le cose. Invece, ultimo esempio la commissione bilancio che aveva all’ordine del giorno audizione di Irpiniambiente proprio per concordare lo sgravio Tari, è stata puntualmente boicottata dai colleghi di maggioranza. Come andrà a finire? Che l’amministrazione Festa, al di là degli annunci, non farà nulla e che su Tari e Tosap sarà il Governo nazionale ad emanare un decreto che prevede l’esenzione per sei mesi per i commercianti colpiti dalla crisi».

Eppure abbiamo sentito più volte in questi mesi il sindaco parlare di “modello Avellino”.

«Festa vive in una bolla, in un mondo autoreferenziale in cui si parla e si ascolta da solo. Abbiamo ascoltato frasi come “la comunità scientifica nazionale ci ha preso ad esempio”, e ancora “da tutta Italia ci chiamano perché abbiamo creato un modello Avellino”. Sono deliri di un sindaco che sa benissimo di non aver fatto esattamente niente, se non tanto fumo con la manovella sul tema dei test rapidi creando un’enorme confusione. Pongo una domanda, se questo modello Avellino era così vincente, perché dei 5mila test rapidi acquistati dal sindaco con i soldi degli avellinesi ben 2500 kit sono ancora chiusi nel cassetto? La risposta è semplice: nessuno ha creduto, autonomamente, alla validità di questo processo messo in campo da Festa. Al netto di qualche truppa cammellata trascinata a Campo Genova a beneficio delle televisioni, non c’è un solo cittadino che di sua iniziativa sia andato a farsi i test. Solo una messa in scena con tante comparse. Lo dimostrano i numeri, visto che moltissimi di questi test si sono rivelati inattendibili. Cito un caso su tutti, quello del tabaccaio di Corso Umberto: positivo secondo il test rapido di Festa, è rimasto in isolamento, bloccando la sua attività commerciale e mandando nel panico molti residenti della zona, poi risultato negativo al tampone di verifica dell’Asl. L’improvvisazione non può essere la cifra di un sindaco».



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here