Conti correnti all’estero, scatta la tassazione: controlla subito, rischi una multa salatissima

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Quali sono le regole a cui dobbiamo sottostare quando apriamo un conto all’estero? Ecco cosa prevede la normativa sul monitoraggio fiscale.

Il caso è questo: siamo fiscalmente residenti in Italia ma abbiamo anche un conto all’estero (non fa differenza se all’interno oppure all’esterno dell’Unione Europea). Ebbene: in questi casi, vi sono obblighi specifici da rispettare? E cosa rischiamo nel caso in cui, ad esempio non essendo al corrente di questi obblighi e dunque non facendone fronte, non li rispettiamo?

La Direttiva UE sullo scambio automatico delle informazioni fiscali tra i Paesi membri è stata approvata nel 2011 – IlCiriaco.it

La risposta è positiva: le attività finanziarie all’estero prevedono un monitoraggio fiscale regolamentato e disciplinato, che ha il compito di verificare quali strumenti finanziari il contribuente possieda ed utilizzi oltre confine. Nel corso degli ultimi anni, tali operazioni sono state rese dagli Stati esteri piuttosto semplici, con l’obiettivo di contrastare con efficacia l’evasione fiscale effettuata a livello internazionale. 

Dunque, lo scambio di informazioni fiscali tra gli Stati consente attraverso procedure ormai consolidate – basti pensare che la Direttiva UE sullo scambio automatico delle informazioni fiscali tra i Paesi membri risale al 2011 – l’identificazione tanto delle operazioni finanziarie quanto dei soggetti che le hanno effettuate. Così come l’amministrazione finanziaria italiana è in grado di rilevare anche all’estero qualsiasi rapporto bancario a carico dei contribuenti. 

Le sanzioni in caso di omissione e cosa è necessario dichiarare

Se il contribuente effettua violazioni formali relative alla disciplina sul monitoraggio fiscale delle attività finanziarie all’estero, come ad esempio una dichiarazione infedele oppure omessa del conto bancario, in base alla Legge numero 97 del 2013 rischia di incorrere in sanzioni anche particolarmente gravose.

dichiarazione conto corrente estero
La Legge numero 97 del 2013 disciplina la materia delle sanzioni conseguenti a violazioni formali delle dichiarazioni dei redditi esteri – IlCiriaco.it

Si parte, infatti, da una sanzione minima fissa di 250,00 Euro in caso di dichiarazione tardiva, ovvero se presentata non oltre i 90 giorni dal termine ordinario, per arrivare ad una sanzione massima pari al 30% di quanto non dichiarato, quando il patrimonio in oggetto è detenuto in uno dei Paesi inclusi nella cosiddetta “Black List” delle Nazioni a più alto rischio di evasione ed elusione.

Per non incorrere in rischi di questo tipo, il contribuente deve rispettare l’obbligo di riportare all’interno del quadro RW del Modello dei Redditi l’ammontare degli investimenti esteri, insieme alle attività svolte oltre confine che producano un reddito imponibile anche all’interno del territorio nazionale italiano. Per maggiori approfondimenti ed in caso di dubbi, è necessario contattare un esperto del settore, come un commercialista o un consulente del lavoro, e non rischiare così di violare le norme del Fisco nazionale ed internazionale. 



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