Come fanno amicizia i gatti

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Quando il micio arriva in famiglia deve prendere confidenza con i suoi membri gradualmente, in un clima tranquillo e in un ambiente in cui si sente al sicuro. In questo modo riuscirà a stabilire delle buone relazioni sociali con tutti

Ormai è deciso: si prende un gatto! Prima che arrivi a casa, ecco cosa occorre sapere per aiutarlo ad abituarsi alla sua nuova famiglia e a un nuovo ambiente in modo che riesca ad andare d’accordo con tutti.

Come aiutare il gatto a socializzare

«Per socializzazione s’intende quel periodo, che va dalla terza fino alla settima/nona settimana di vita in cui il gattino riconosce l’essere umano e le altre specie animali come amiche e non come potenziali predatori come avverrebbe invece in natura», consiglia Maria Cristina Crosta, veterinaria a Milano.

«Un gatto “non socializzato” reagisce con paura alla sola vista dell’uomo. Se, invece, gli vengono fatte conoscere varie tipologie di persone fin dalla più tenera età, potrà interagire con loro serenamente e la convivenza futura sarà equilibrata, affettuosa e divertente».

I primi step

«Appena il micio arriva a casa è necessario dedicargli una stanza dove possa sentirsi al sicuro: lo metteremo a contatto con una sola persona fino a quando non si sarà ben abituato o lo vedremo tranquillo. Dopo qualche giorno si procederà a fargli conoscere gli altri membri della famiglia», spiega l’esperta.

Per il gatto non siamo tutti uguali

«Per il gattino una donna, un uomo, un bambino o una persona anziana è come se fossero appartenenti a specie diverse, tutte da scoprire con gradualità. Affinché questo avvenga, è bene che dopo i primissimi giorni sia accarezzato e maneggiato molto delicatamente da parte di tutti i componenti familiari in modo che il contatto umano diventi per lui consueto e piacevole».

Come fargli fare amicizia con i bambini

«I cuccioli d’uomo hanno un tono di voce acuto, sono rumorosi e irruenti, la loro scarsa destrezza nei movimenti, improvvisi e spesso scoordinati, può impaurire il piccolo felino. È compito degli adulti spiegare che un gattino non è un giocattolo ma un amico che deve essere rispettato, amato e accudito. È bene che, nei primi tempi, i momenti di convivenza e di gioco vengano sorvegliati da un adulto per evitare che movimenti bruschi o maldestri possano spaventare l’animale.

Da evitare i giochi con le mani: il bambino potrà utilizzare giochi adatti (come le canne da pesca o bacchette con le piume) che evitano il contatto con le zampe o la bocca del micio. In questo modo il pet potrà imparare a “cacciare” i giochi e non scambiare le mani come potenziali prede. Bisogna insegnare ai bambini che anche il sonno riveste la massima importanza: non si deve svegliare il gatto mentre dorme perché gli ormoni della crescita vengono maggiormente secreti proprio durante il riposo».

Con i neonati

«I gatti non amano le improvvisate. Se il micio si è ben ambientato ma nel frattempo è in arrivo un neonato, occorre prepararlo adeguatamente. Una volta si pensava che fosse utile far annusare i pannolini utilizzati per il bambino appena nato prima di portarlo a casa dall’ospedale. In realtà, il gatto deve essere abituato più al rumore che all’odore. Sono i vagiti, gli acuti, i suoni improvvisi a spaventarlo.

Per agevolarlo in questo cambiamento, durante la gravidanza si possono scaricare dal web i vagiti di un neonato e, molto lentamente, farli sentire al micino. Si può cominciare per qualche minuto, una volta alla settimana, per poi intensificare le sessioni fino ad alzare il volume per raggiungere quello reale. È importante che, quando gli si fanno sentire questi “rumori” l’animale venga distratto con il gioco in modo che non si concentri sui vagiti e che non si spaventi. Quando poi arriva il neonato, occorre far avvicinare il gatto sotto la supervisione degli adulti, finché non lo riconoscerà come parte integrante della famiglia».

Come far fare amicizia al gatto con i cani o i conigli

«Se si possiede un cane e si decide di adottare un gatto, occorre fare attenzione: non è cosi scontato che possa instaurarsi un buon rapporto di convivenza. La cosa migliore sarebbe consultare prima un comportamentalista per valutare l’attività predatoria del cane. Questa non è modificabile: se il cane ha questo istinto, l’adozione di un gattino è sconsigliata. Se il cane invece è già abituato ai felini, bisogna che il proprietario abbia il controllo del cane e che l’approccio sia molto graduale.

I momenti di introduzione devono essere sempre sorvegliati e nel rispetto delle distanze di sicurezza. Un incontro troppo brusco potrebbe provocare paura o aggressività, poi difficili da far passare al cucciolo. Gli incontri devono avvenire in spazi che permettano al gatto delle vie di fuga in alto, dove possa rifugiarsi e controllare la situazione senza sentirsi braccato. Piano piano cane e gatto impareranno ad annusarsi, a conoscersi e ad instaurare un buon rapporto di convivenza.

Anche con il coniglio la convivenza è possibile, purché la socializzazione avvenga nelle prime settimane di vita e gradatamente, come per il cane. Meno scontata la convivenza con i roditori, come i criceti: se apparentemente sembra che vadano d’accordo, in un momento qualsiasi il povero roditore può ritornare a essere la sua preda d’elezione».

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