Centrosinistra senza bussola | Corriere dell’Irpinia

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Una disfatta. Peraltro prevista. Non però nelle dimensioni verificatasi. Il centrosinistra irpino è come un pugile suonato dopo i risultati delle amministrative. Nel Pd irpino c’è sconcerto. Per Nello Pizza, segretario provinciale, il tempo dato alla segreteria nazionale del partito è breve per poter esprimere un giudizio. Il dato elettorale dice con chiarezza che il centrodestra è compatto mentre il centrosinistra in molte realtà si presenta diviso. In ogni caso, dalla sconfitta bisogna rinascere, “comprendendo che da soli non si va da nessuna parte e che quindi occorre dare forza ad una politica di alleanze. Solo così si può sconfiggere la destra”. Il consigliere regionale Maurizio Petracca non è del tutto sfiduciato “visto che in Campania il centrosinistra ha ottenuto risultati eccellenti. Ma a livello nazionale – afferma Petracca – c’è da prendere atto di come il campo largo rappresenti l’unica opzione politica allo stato praticabile se si vuole essere competitivi a livello elettorale”. Ma occorre evitare le lacerazioni e i distinguo nel centrosinistra se si vuole evitare sconfitte. Per l’ex senatore Enzo De Luca il Pd deve recuperare l’insegnamento di Aldo Moro e il senso del cattolicesimo laico di Davide Sassoli se vuole superare le difficoltà attuali. E alla Schlein dice che “occorre intervenire anche sul piano locale, laddove si manifestano casi di illegittimità”. De Luca si riferisce al commissariamento del partito in Irpinia e alla farsa congressuale legittimata da un tesseramento farlocco. Dal Pd a Controvento. Antonio Gengaro va subito al dunque: “tira un vento di destra in Italia.Il centrosinistra si deve ricostruire dal basso e ha bisogno di tempo. Occorre un’alleanza credibile, quanto più larga possibile. I miracoli non esistono in politica. Ora nel centrosinistra bisogna lavorare, stare sui territori, occuparsi dei problemi della gente. Bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, agendo sul rinnovamento delle classi dirigenti e la qualità delle proposte”. Per Roberto Montefusco, di Sinistra italiana, “I risultati dei ballottaggi restituiscono senza dubbio una battuta d’arresto per il campo progressista. La destra italiana si conferma un avversario ostico, cementificato da una alleanza trentennale e da un substrato ideologico in fondo omogeneo. Dall’altra parte si fatica a ricostruire un campo uscito frantumato dalle elezioni del 25 settembre, nell’assenza di un progetto nazionale di alternativa. Occorre mettersi subito a lavoro, innanzitutto immaginando una visione di Paese diversa da quella della destra pericolosa che governa l’Italia, partendo dalla transizione ecologica, dalla estensione dei diritti sociali e civili. Parole chiare su cui costruire una proposta progressista. L’errore più grande sarebbe immaginare di farlo dopo le elezioni europee. Anche i recenti risultati elettorali ci dicono che quel tempo è adesso, ed è una responsabilità che collettivamente, Pd, M5s, forze della sinistra ed ecologiste, devono assumersi”. Amalio Santoro non si mostra sorpreso del risultato: “Siamo ancora a pagare il prezzo delle scelte sbagliate della scorsa campagna elettorale, delle contraddizioni di linea politica. C’è un lavoro ricostruttivo da fare sui territori. C’è da riprendere una diversa politica culturale. Per Vincenzo Ciampi,consigliere regionale del M5S “la lezione da trarre da queste amministrative per il centro sinistra è quella di trovare le ragioni dello stare insieme che non possono che essere quelle di una visione di Paese, di una progettualità e di obiettivi condivisi. Altrimenti si realizzano soltanto coalizioni aritmetiche che sistematicamente vengono bocciate dal corpo elettorale”.


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