Cattolici democratici e sinistra si ritrovano nel Movimento “L’Irpinia è Adesso” – IL CIRIACO

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In questo tempo di emergenza, il Movimento Politico L’Irpinia è Adesso ha visto tutti i suoi componenti impegnati in un lavoro quotidiano, con l’elaborazione di proposte e progetti in grado di rispondere alle necessità della fase 1 e, ancor più, non eludibili nel tempo della ripartenza.

Gli spunti offerti su temi fondamentali, quali la sanità, l’ambiente, il lavoro, i servizi sociali, la scuola sono scaturiti dalla profonda conoscenza delle dinamiche territoriali e dal confronto con i cittadini, on line e mediante la pagina Facebook, ed hanno trovato, in diverse circostanze, riscontro nei provvedimenti adottati dalle istituzioni locali e regionali. Il favore suscitato dal Movimento che, in pochi mesi, ha saputo guadagnarsi l’attenzione dei cittadini dell’intera provincia, sta a dimostrare che un’altra narrazione dell’Irpinia è possibile.

Giovedì scorso, 28 maggio 2020, presso il Centro Sociale di Lioni, vi è stata la formalizzazione dell’associazione, l’elezione all’unanimità del Presidente, nella persona di Gennaro Romei e l’approvazione del manifesto politico di seguito riportato:

L’Irpinia è Adesso

In questa epoca, segnata da innumerevoli cambiamenti, la politica mostra una cronica debolezza, con una persistente incapacità di affrontare i dilemmi di una compiuta modernità.

Si è da tempo esaurita la stagione delle grandi narrazioni ideologiche e la sua fine ha, purtroppo, trascinato con sé anche idee ed idealità. Al sorgere del nuovo millennio siamo passati in maniera oltremodo frettolosa dal “ troppo al niente della politica”. Le tradizionali culture democratiche si sono inaridite e sono state travolte da una globalizzazione senza freni. E, con il primato della tecnica e dell’economia, sono aumentate le disuguaglianze ed il disagio sociale. La “narrazione storica”, talvolta, sembra tornare indietro e così riemerge la pericolosa legge della terra e del sangue.

 Questa complessa fase politica richiede più che mai l’impegno di uomini e donne di buona volontà che scommettono ancora sul valore della politica, sulla sua rinnovata  moralità e  sul recupero di un’idea di bene comune che è un equilibrio sempre nuovo e più avanzato da  realizzare.

Il dibattito politico italiano è, però, condizionato da una sorta di dittatura del presente che cancella pensieri lunghi e riduce il confronto all’agitazione di una frase, al rincorrere i vessilli di moda. Ci si riduce, così, ad “amministrare il contingente”, rinunciando alla fatica di obiettivi differiti, di traguardi più alti  e duraturi.

Abbiamo alle spalle stagioni della politica segnate dalle convenienze del potere e da pratiche mercantili che hanno inevitabilmente travolto partiti ed istituzioni. Le tradizionali forze politiche sono apparse sovrastrutture invadenti e “privilegiate” e, nel tempo,  è cresciuto il rancore della gente, si  è alimentata la cosiddetta  antipolitica, si è allargata progressivamente la distanza tra i cittadini e lo Stato.

Il quadro politico è segnato dall’incedere del vento di Destra, dalle contraddizioni del Movimento 5S, dalle  irrisolte questioni identitarie e programmatiche del PD, dalla frammentazione delle residue forze della sinistra. E’ necessario, pertanto, che cattolici democratici e uomini di Sinistra investano un di più di passione e ragione e sappiano leggere i segni dei tempi, realizzare intese di qualità e di cambiamento,  costruire  “una città nuova” più umana e solidale.

L’obiettivo essenziale è ridare senso e valore alla democrazia che è sempre più esangue, ostaggio degli interessi di pochi, travolta da vecchie e nuove  paure, da troppe miserie e rare grandezze.

Le emergenze sociali ed  ambientali, il consolidamento di una cultura della fratellanza, la critica al vecchio e nuovo autoritarismo, il rispetto della legalità ed, in particolare, un rinnovato impegno meridionalista sono i riferimenti  di una iniziativa politica non più eludibile. Si tratta di non condannarsi ad una sopravvivenza debole,  di provare ad invertire la rotta del declino, costruendo, in cooperazione con altre forze, un orizzonte che sia occasione di futuro per le nuove generazioni.

Nel tempo della globalizzazione si aggrava sempre più la condizione del nostro  Mezzogiorno. In Irpinia, in particolare, è ormai tramontata l’illusione di aver disegnato negli anni del post-terremoto un futuro magnifico e di lunga durata;si è detto che talvolta “di crescita si può anche morire”! Il crepuscolo delle zone interne  è segnato da fragilità economiche ed istituzionali, da residuali aggregati di potere personale e, soprattutto, dall’abbandono di giovani  e famiglie.

La lunga crisi del regionalismo, la sua involuzione burocratica, la sostanziale scomparsa dell’ente Provincia e la debolezza delle amministrazioni comunali, soprattutto dei piccoli paesi, hanno  finito per minare la catena istituzionale,    amplificando l’afonia  della politica. E’ già compromessa la scommessa di un nuovo “ pensiero meridiano”, cioè di zone interne capaci di uscire dalle difficoltà puntando sulle sole risorse endogene; si avverte la necessità di un nuovo e selettivo intervento pubblico, di ricostruire il welfare, di  rafforzare i servizi pubblici, a partire dalla scuola e dalla sanità. Bisogna ripartire dalla cura del territorio, disegnando un piano straordinario per il lavoro che arresti la desertificazione delle comunità.

E’ necessaria un’alternativa politica e programmatica, anche per riaffermare il principio che il valore dell’autonomia territoriale non può essere slegato da un orizzonte più alto, da una sintesi nazionale più efficace, dal sogno di un’Europa  democratica e solidale.

Siamo pertanto interessati ad una sfida sull’intelligenza e la responsabilità della politica, a restituire argomenti al dibattito pubblico, a rimuovere gli ostacoli per l’uguaglianza e la giustizia. L’obiettivo è quello di ridare centralità alla politica, quale portatrice autentica e fattiva delle istanze della società, di tutelare i diritti di ciascuno, soprattutto dei più deboli, di rimanere fedeli ai valori costituzionali.

Non è il tempo della diserzione, ma, piuttosto, di un pieno coinvolgimento: lo chiediamo,  pertanto, a tutti  coloro che vivono la politica con gratuità e responsabilità, a quelli che hanno coraggio e  passione civile, a chi sa che le idee valgono per quello che costano e non per quello che rendono.

Il tempo dell’emergenza Covid 19 ha evidenziato le carenze sanitarie e la debolezza di un sistema socio economico dove i nuovi poveri aumentano ogni giorno.

Ma questo tempo ha anche segnato la mancanza di un’ autorevole rappresentanza , a livello nazionale e regionale, capace di tutelare un territorio sostanzialmente abbandonato a se stesso, dove sopravvivono piccole corti dei miracoli, custodi degli ultimi scampoli di un potere effimero, ormai da rifondare.

Nel tempo della pandemia la fine “ dei tagli di nastro” ha messo a nudo l’inefficacia   di una cosiddetta  classe dirigente incapace di intercettare i bisogni e le speranze dei cittadini d’Irpinia !

L’Irpinia è Adesso ha l’ambizione di invertire la rotta, attraverso il confronto,” la crescita dal basso” , con il coinvolgimento fattivo di ciascuno, senza primogeniture, testimoniando, a partire dalla propria organizzazione, che l’uomo solo al comando non paga e che un’altra politica è ancora possibile.

La sfida è nella capacità di fare sintesi di uomini e donne appartenenti a culture diverse, al cattolicesimo democratico, alla tradizione socialista, al movimento ambientalista cioè a tradizioni politiche che, in diversi periodi storici, hanno saputo scrivere le pagine più avvincenti del nostro Paese, a partire dall’assemblea costituente.

L’idea di una nuova “costituente” per l’Irpinia e per  la Regione Campania può   dunque affermarsi e trovare compimento  attraverso il cimento e la passione di quei tanti che quotidianamente testimoniano che si può vivere da “liberi e forti”, in una terra che può ancora vincere la sua scommessa.



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