Bonus pensione: un assegno più alto se vai prima in quiescenza

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In tema di bonus pensioni esiste una opportunità molto interessante che fa capo alla riforma Dini per aumentare l’importo

Un bonus pensioni da sfruttare per poter trarre ulteriori vantaggi dal pensionamento. Si tratta di un’opportunità nata addirittura nel 1996 e che fa capo all’introduzione del metodo contributivo legato al calcolo dei trattamenti pensionistici, ovvero alla riforma Dini.

Chi può anticipare il pensionamento e ottenere importi più elevati (ilciriaco.it)

In tale contesto troviamo un’ulteriore agevolazione che potrebbe aiutare una ricca categoria di persone a trarre dallo stop al lavoro una serie di benefici aggiuntivi. Scopriamo dunque di che cosa si tratta.

Bonus pensione, quiescenza ed importi più alti: come funziona

Il bonus sulle pensioni può essere sfruttato per ottenere un importo più elevato oppure andando prima in quiescenza. Ma che cosa significa? Per capirlo occorre fare un passo indietro guardando a quello che, nell’ambito del sistema pensionistico, è stato l’intervento normativo più rilevante fino al 2012 (anno della riforma Fornero) ovvero la legge 225 del 1995 nota come riforma Dini. Venne infatti introdotto il sistema contributivo per coloro che iniziavano a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996 e questo andò a modificare radicalmente le regole legate al calcolo delle pensioni.

Bonus pensione madri lavoratrici: i dettagli
Quali agevolazioni possono ottenere le mamme lavoratrici sugli importi della pensione (ilciriaco.it)

Da quel momento in poi infatti entrò in gioco una distinzione (prima o dopo il 1995) che andò ad influenzare, oltre al calcolo degli importi, anche i criteri di accesso al trattamento pensionistico. Ebbene nel caso di mamme lavoratrici è possibile fruire di un bonus, un vero e proprio vantaggio che consente non solo di anticipare l’interruzione del lavoro ma anche di ottenere una pensione di importo più elevato. Nel caso dei contribuenti puri è possibile accedere alla pensione anticipata contributiva: i requisiti sono i 64 anni di età e 20 anni di contributi a patto che alla data di prima liquidazione la prestazione sia di importo non inferiore a tre volte l’assegno sociale.

Nel caso di madri di un figlio però la soglia scende a 2,8 volte l’assegno sociale e se i figli sono due (o un numero maggiore) si passa a 2,6 volte. Stiamo parlando, rispettivamente, dei seguenti tre importi: 1.602, 1.495 o 1.388 euro al mese. Esiste poi la possibilità di ottenere uno sconto sull’età pensionabile in base al numero di figli (4 mesi per figlio fino a un massimo di 12 mesi). In tal modo si può ottenere fino ad un anno di ‘sconto anagrafico’ sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata contributiva. Infine anche l’importo cambia in base al numero di figli e questo in seguito all’applicazione di specifici e più favorevoli coefficienti di trasformazione.



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