“Biodigestore necessario. IrpiniAmbiente? Salvaguardare modello e lavoratori” – IL CIRIACO

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Il primo cittadino, Gianluca Festa, interviene sull’Ato Rifiuti, il Biodigestore e il futuro di IrpiniAmbiente.

L’Assemblea dei sindaci ancora non è stata convocata, la preoccupa questo ritardo?
Ci sono 12 componenti in rappresentanza di tutte le comunità, quindi loro sono legittimati a svolgere le funzioni per le quali sono stati indicati. Da questo punto di vista non vedo nessun problema. Certo, se ci dovesse essere l’esigenza di convocare l’assemblea, immagino che verrà fatto, ma i dodici componenti hanno titoli anche a prendere decisioni importanti.

Intanto il piano d’ambito ancora non è stato approvato.
Parliamo di un ente che è nato dopo una modifica normativa. Ogni volta che viene istituito un nuovo ente, ci sono sempre delle iniziali difficoltà organizzative, anche a livello di carenza di personale. Purtroppo chi legifera pensa che possano bastare degli articoli per risolvere tutto. Lo abbiamo visto anche con l’assemblea consortile del piano di zona. Chi scrive gli statuti non valuta tutte le difficoltà. Indubbiamente quando è stata varata l’ulteriore riforma sulla legge sui rifiuti, si sarebbe potuto fare di meglio. Penso che Tropeano e gli altri stiano operando tra mille difficoltà e lo stiano facendo in maniera positiva. Anche il piano d’ambito sarà approvato in breve tempo. Non c’è nessuna preoccupazione anche perché, non dimentichiamo, che stiamo parlando di amministratori che conoscono bene la materia e le esigenze della comunità, a cominciare dal presidente che gode della massima fiducia.

C’è il grande tema del biodigestore, ipotesi che ha sempre trovato il suo favore. Se ne parla, ma non ci giunge ancora a una conclusione. Come mai?
Il tema rifiuti è di per sé complicato, però devo dire che c’è stata una positiva evoluzione rispetto agli anni passati. Io ho avuto l’occasione di verificare i territori proposti da alcuni sindaci, adesso sull’opportunità e sulle possibilità di realizzare l’impianto in un posto o in un altro dovrà valutare la commissione preposta. Attendiamo questo responso anche perché l’EdA nasce anche per dirimere queste vicende.

Vari Comuni hanno avanzato la propria candidatura. Per lei è indifferente il luogo in cui sorgerà il biodigestore?
Avellino ha già pagato dazio con lo Stir e, anche in un’ottica di provincializzazione, è stato previsto che i vari impianti siano dislocati su territorio. Noi abbiamo quello più grande della provincia, in termini di dimensioni. Ciò detto non è tanto il posto in cui sorgerà, ma verificare le condizioni del posto stesso. Innanzitutto mi importa che l’impianto venga realizzato perché la provincia ha bisogno di un biodigestore, ma è altrettanto importante che venga realizzato con tutte le caratteristiche e i requisiti previsti. Per questo diventa importante il lavoro di valutazione che farà la commissione.

Chiudiamo su una vicenda più attuale. Il Comune ha anticipato dei soldi a IrpiniAmbiente per consentire il pagamento degli stipendi. Presto, però, l’azienda sarà oggetto di discussione con la Provincia e l’Ato. Ritiene che anche Avellino debba partecipare, così come chiedono i sindacati?
E’ indubbio come il nostro Comune abbia un peso peso specifico importante non solo per consistenza interna al bilancio, ma anche per la capacità di pagamento attraverso quali si riesce, poi, a pagare gli stipendi. Senza dimenticare che circa 100 lavoratori sono coinvolti sulla città. Con la Provincia ci sono ottimi rapporti istituzionali, ma anche di amicizia personale, quindi se dovesse arrivare l’invito, lo accetteremo con piacere. Interesse di tutti è far funzionare bene IrpiniAmbiente che ha sempre dato dimostrazione di efficienza operativa. I dati parlano chiaro siamo al 70% di differenziata, grazie alla collaborazione della comunità, ma anche al grandissimo impegno quotidiano dei lavoratori, che ringrazio personalmente. Parliamo di un sistema che funziona, dobbiamo puntare a salvaguardare modello il modello IrpiniAmbiente oltre a garantire un futuro ai lavoratori. L’EdA nasce per superare la forma della società provinciale, ma il modello provincializzazione funziona. Per quanto riguarda la gestione, la legge prevede che venga superata, non lo decidiamo noi. Quindi dobbiamo salvare il modello e il personale, al di là della gestione, anche perché IrpiniAmbiente viene da una lunga storia di evoluzione, che nasce con la Cecchini, quindi c’è un know how importante da non disperdere.



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