“Bando scaduto e troppe spese per il Gesualdo. Lacedonia riprende nel 2021 “: parla Caradonna – IL CIRIACO

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L’Italia riparte, ormai quasi tutti i settori sono riaperti. Il 15 giugno toccherà anche a teatri e cinema. Abbiamo intervistato, per comprendere meglio la situazione, il professor Antonio Caradonna, educatore presso il Convitto Nazionale “Pietro Colletta”, ma soprattutto membro del direttivo del Teatro Pubblico Campano nonché direttore artistico del Teatro Comunale di Lacedonia.

Queste le sue parole: “Il covid-19 ha creato problemi a tutti, anche nel settore del teatro. La gestione è stata complicata: ci siamo dovuti fermare dopo gli spettacoli di inizio marzo. Ci tengo a dire che tutti coloro che hanno acquistato abbonamenti o singoli biglietti per gli spettacoli che non si sono tenuti avranno diritto a un rimborso integrale o ad un voucher, a loro scelta. Ci siamo dovuti fermare tutti da marzo, ma ci tengo a ricordare, oltre agli artisti, anche le decine di migliaia di persone che lavorano all’oscuro nel mondo del teatro: sono rimasti abbandonati. Sandra Milo si è incatenata aspettando l’uscita del Presidente Giuseppe Conte, per far sì che non venisse dimenticato questo mondo. Dobbiamo pensare agli artisti ma anche a chi lavora dietro le quinte“.

Riapertura possibile dal 15 giugno, ma in realtà i teatri riprenderanno le proprie attività tra molti mesi: “La stagione teatrale inizia dal mese di ottobre fino al mese di aprile, quindi autunno-inverno. il 15 giugno è una falsa illusione: qualcuno mi ha anche chiamato dicendomi di riprendere gli spettacoli, ma in questo periodo le compagnie non si muovono. Inoltre le disposizione del DPCM sono, giustamente, molto restrittive: nel caso del Teatro Carlo Gesualdo si passerebbe dai 1300 posti a 200. Nell’ipotesi più ottimistica potremmo pensare di riaprire i teatri dal gennaio 2021“.

Nello specifico questa la situazione dei due teatri: “Sono orgoglioso del teatro di Lacedonia,  la ritengo un po’ una mia creatura e si sono susseguiti artisti di altissimo livello. Stiamo facendo dei lavori in modo da farci trovare pronti alla riapertura. Diversa la situazione del teatro avellinese. E’ mastodontica come gestione, oltre che onerosa. Solo di utenze parliamo di oltre mezzo milione di spesa, diventa difficile. Il Comune due anni fa ha fatto un bando per la gestione, che scade in questi giorni. In tal senso non sappiamo cosa voglia fare il Comune di Avellino da questo momento in poi, anche perché è molto difficile ripartire. Penso alle remore psicologiche dei potenziali fruitori, speriamo che col passare dei mesi la situazione migliori“.

Anche una semplice programmazione, allo stato attuale, sembra impossibile: “In tempi normali la stagione viene presentata a giugno, ma a gennaio è già pronta. Ora quindi abbiamo accumulato un grosso ritardo. Ma c’è anche il problema delle compagnie: stando al DPCM gli artisti ora devono stare a distanza di un metro o indossare le mascherine, e non possiamo di certo proporre solo monologhi. Quindi siamo in attesa di tempi migliori, in questa situazione è difficile programmare“.



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