Avellino-Taranto 2-1, le pagelle: Sbraga pennella, Forte miracoloso

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Dopo l’ottima prova al “Barbera”, l’Avellino torna al successo tra le mura amiche piegando il Taranto (2-1) con i gol di Sbraga e Maniero. Il difensore ex Novara indirizza l’incontro con una gemma su punizione e si guadagna la palma del migliore in campo. Ottime le prestazioni di Tito e D’Angelo, continui per tutti i 90’, da sottolineare il ritorno col botto di Maniero e la miracolosa parata di Forte al 90′. Di seguito le pagelle dei biancoverdi:

Forte 7: il numero 22 si fa trovare pronto sulla punizione di Giovinco al 47’, ma – battuto da Civilleri – non riesce a portare a casa il quinto clean sheet consecutivo interno. Il suo intervento al 90′ su Riccardi vale quanto un gol: un miracolo vero e proprio, che permette ai lupi di difendere i tre punti all’ultimo respiro.

Ciancio 6: al rientro dall’infortunio, il terzino risponde con una prova di buona diligenza e solidità, senza lasciare grossi spazi nella sua area di competenza.

Sbraga 7: gettato nella mischia per l’emergenza in difesa, l’ex Novara tira fuori il coniglio dal cilindro e diventa l’eroe della serata. La punizione con cui decide il match è bellissima, così come sono autorevoli la sua presenza scenica in difesa e i suoi interventi in chiusura.

(dall’81’ Mignanelli 5,5: entra nel finale al posto di un esausto Sbraga. Ammonito subito dopo il suo ingresso, si fa sorprendere nell’azione che porta al miracolo di Forte).

Bove 6: il numero 16 va vicinissimo al gol al 34’, quando per questione di centimetri non arriva sul pallone messo in mezzo da Tito. Per il resto fa buona guardia in difesa, disinnescando senza troppi problemi gli attaccanti del Taranto.

Tito 7: ha ritrovato lo smalto e la determinazione dei giorni migliori, ormai è un dato assodato. Lo dimostra ancora una volta a suon di sovrapposizioni e cross, una delle principali armi offensive utilizzate dalla squadra di Braglia. Pericoloso e preciso su punizione, nella ripresa decide di chiudere i conti con l’assist perfetto per la testa di Maniero.

Aloi 6: nel centrocampo a due sembra aver ritrovato lo spirito battagliero che tanto era piaciuto ai tifosi nella scorsa stagione. A volte è poco lucido nelle scelte, plateale l’occasione sprecata al 63’, ma l’atteggiamento è finalmente quello giusto. Ammonito al 60’.

(dall’87’ Matera s.v.: pochi minuti nel finale per l’ex Cavese).

D’Angelo 6,5: il centrocampista palermitano torna titolare dopo il periodo di stop e lo fa a modo suo, con grande qualità e quantità. Nonostante il ruolo non proprio congeniale alle sue caratteristiche, è presente ovunque e permette alla squadra di occupare al meglio il campo. Chiave tattica.

Micovschi 5,5: confermato titolare, l’ex Genoa spreca un’altra chance per giustificare la fiducia di Braglia. Non ha il passo per saltare l’uomo, non ha la grinta per dire la sua nella partita. Sostituito dopo un’ora di gioco.

(dal 60’ De Francesco 6: Braglia lo butta dentro nel momento della verità, confermando la fiducia nei suoi confronti).

Kanoute 6,5: qualità e freschezza fanno sempre la differenza, figuriamoci in Serie C. L’ex Palermo è ancora una volta tra i più vispi ed è decisivo in occasione del gol, dal momento che è lui a procurarsi la punizione poi magistralmente trasformata da Sbraga.

(dall’87’ Gagliano s.v.: entra per sfruttare la sua prestanza fisica nei minuti finali).

Di Gaudio 6,5: per il numero 14 vale lo stesso discorso fatto per Kanoute. La qualità tecnica è sopra la media e, quando riesce ad accelerare, regala sempre la sensazione che possa succedere qualcosa. È lui ad avviare l’azione del raddoppio. Pedina insostituibile per le ambizioni da vertice del lupo.

Plescia 5,5: in conferenza stampa Braglia ne aveva tessuto le lodi, anticipando difatti la scelta di schierarlo titolare. L’apporto del centravanti è però poco convincente: non si ricordano suoi spunti o tiri nello specchio.

(dal 60’ Maniero 6,5: torna in campo dopo il lungo stop, con la consapevolezza di aver bisogno di tempo per carburare. Ma la voglia di incidere è troppa e la racchiude nello splendido colpo di testa del 2-0, quando trova un gol da grandissimo centravanti sul cross di Tito. Affamato, spezza un digiuno lungo 5 mesi esatti).



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