Avellino non dimentica Regeni e Zaki, in piazza per dire stop alla vendita di armi all’Egitto – IL CIRIACO

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“Verità e giustizia per Giulio Regeni e libertà per Patrick Zaki, stop alla vendita di armi all’Egitto, paese che non rispetta i diritti umani”. E’ questo lo slogan con cui questa mattina anche Avellino ha partecipato alla mobilitazione nazionale per marcare la necessità di una presa di posizione forte dell’Italia nei confronti dell’Egitto, paese in cui è stato ucciso quattro anni fa, dopo essere stato barbaramente torturato, il ricercatore italiano e dove è attualmente detenuto dal mese di febbraio, in condizioni disumane, lo studente italiano dell’Università di Bologna ritenuto un pericolo per il regime per la sua attività a favore dei diritti civili.

«Non chiediamo solo lo stop di vendita di armi all’Egitto, ma parliamo di due giovani studenti che rappresentavano il futuro del nostro Paese che avevano, come tutti, il diritto di muoversi e ricercare. Questo avviene in un regime di pace e di democrazia, cosa che non esiste in Egitto. Fa specie che nessun amministratore neanche della città di Avellino sia presente alla mobilitazione e rilanciamo quello che avevano chiesto alcuni esponenti dell’opposizione, che tempo fa avevano chiesto di istituire la cittadinanza onoraria di Avellino per Patrick Zaki e di non far cadere nel silenzio anche quest’ultima drammatica vicenda» dice Franco Fiordellisi, segretario della Cgil. Non sfugge ai manifestanti che, come accaduto in tantissimi altri municipi, anche il Comune di Avellino qualche anno fa aveva preso posizione sulla vicenda Regeni, appendendo uno striscione per chiedere verità e giustizia che poi, caduto sotto i colpi di pioggia e vento, nessuno ha mai provveduto a riposizionare al suo posto. «Anche questi piccoli gesti di disattenzione la dicono lunga sul grado di comprensione che la politica ha di fatti così gravi- prosegue Fiordellisi- un simbolo importante che cade ma non viene raccolto da nessuno, è la dimostrazione della totale mancanza di rispetto verso i nostri giovani e il loro diritto alla libertà».

«Il nostro è un grido di giustizia che, però, cade nel silenzio di amministrazioni e politica che pure avevamo invitato ad essere presenti, ma che come sempre dimostrano tutta la loro pochezza. Le storie di Regeni e Zaki sono note a tutti, e c’è un senso di frustrazione profondo visto che l’Italia e l’Europa non riescono a garantire la sicurezza dei nostri giovani che si recano in Egitto e in territori simili, per studiare, ricercare e provare ad alzare l’asticella della nostra democrazia. Non è pensabile che loro ci rimettono la vita e la libertà, e il Paese continui a commerciare anche armi con un paese che non rispetta i più basilari diritti umani» spiega Luigi Simeone, segretario della Uil.

In piazza tanti rappresentanti di singole associazioni che, nel rispetto del distanziamento sociale, hanno voluto esserci: ANPI Provinciale, Arci, Libera Contro le Mafie Avellino, Comunità Accogliente Mercogliano, Dialoghi per il futuro di Avellino, Osservatorio “G.Vardaro”, ACLI Avellino, Avellino Prende Parte, Rifondazione comunista.

«Siamo presenti sul territorio dal 2014, come associazione di volontariato pure: ognuno fa quello che può al meglio. Siamo qui – spiega Maddalena Poerio di Comunità Accogliente- per dare la nostra testimonianza, perché ognuno di noi deve prendersi una dose di responsabilità rispetto a quello che accade nel mondo. Il fatto che i destini di Regeni e Zaki non si incrocino con i nostri sotto il profilo personale, non significa che un domano quello che è accaduto a loro non possa accadere anche a noi. L’Italia ha tante leggi valide e buone, tra queste la 185 del ’90 che vieta la vendita delle armi agli stati che violano i diritti umani. Comunità Accogliente è presente perché c’è un folto numero di invisibili che cresce di giorno in giorno, che ha bisogno anche della nostra voce».



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