Altro colpo di scena nel caso Sidigas. Questa volta, però, Gianandrea De Cesare recita un ruolo diverso, ovvero quello di parte lesa. Il giudice del tribunale delle imprese di Napoli, Adriano Del Bene, ha infatti considerato fondato il ricorso presentato da Francesco Fimmanò, che cura gli interessi dell’ex patron dell’Avellino Calcio, e ha fissato una prima udienza il prossimo 10 febbraio.
Sotto la lente dei riflettori l’amministratore delegato Dario Scalella, l’amministratore Giudiziario Francesco Baldassarre e il resto dell’attuale CDA di Sidigas. Il giudice, inoltre, considerato il conflitto di interessi dato che Sidigas risulterebbe essere parte lesa nel procedimento, ha nominato un Curatore Speciale, Luca Cedrola.
A Scalella viene contestata l’intera gestione amministrativa dal suo insediamento, in particolare per ciò che concerne il piano di risanamento industriale. La domanda che gli avvocati di De Cesare hanno fondamentalmente sollevato è circa le vendite degli asset della società, da Sidigas.com all’Avellino Calcio.
Se infatti Scalella, in questi mesi, ha sempre sostenuto che le vendite fossero necessarie a ripianare il monte debiti, il team di De Cesare ha fatto notare come il procedimento fallimentare sia stato ritirato dalla Procura di Avellino (che lo aveva proposto) e che il bilancio del 2019, chiuso dallo stesso Scalella, presentava una società in grado di generare utili e quindi di predisporre un piano di rientro per la massa debitoria.
Il rischio, ora, è che, nel caso in cui il tribunale accolga le contestazioni di De Cesare, Scalella venga revocato dall’incarico e il ripristino delle azioni svolte, a partire dalle cessioni che verrebbero dichiarate nulle.
