Accusato di violenza sessuale nei confronti di una tredicenne: condannato imprenditore irpino

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Nella giornata di ieri , il Tribunale di Nola, presieduto dalla Daniela Critelli, dopo una lunga camera di consiglio conclusasi nel tardo pomeriggio, ha emesso una sentenza di condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per un uomo nato nel 1969, noto imprenditore irpino, accusato di violenza sessuale nei confronti di una tredicenne. Il Pubblico Ministero presente in aula aveva chiesto una condanna notevolmente superiore.

I fatti risalgono al mese di novembre/dicembre 2021, quando il 52enne ha conosciuto una la ragazzina della provincia di Napoli, attraverso un sito di incontri per adulti. Dopo qualche giorno trascorso a chattare, i due hanno iniziato a inviarsi reciprocamente immagini e video dal contenuto sessualmente esplicito, fino a quando hanno deciso di incontrarsi di persona. L’appuntamento è avvenuto nel Nolano, poco prima di Natale, quando i due hanno deciso di trascorrere un pomeriggio insieme. Il cinquantacinquenne ha poi portato la giovane in un hotel di Nola, dove hanno consumato un rapporto sessuale completo.

I repentini cambiamenti nella condotta della ragazzina hanno insospettito i genitori, in particolare il padre, che, notando delle instabilità nella figlia tredicenne, l’ha esortata a confidarsi, venendo così a conoscenza di quanto accaduto nel giro di pochi giorni. Il padre ha immediatamente presentato denuncia nei confronti dell’insospettabile imprenditore, persona conosciuta ed estremamente stimata.

Dopo le prime indagini, il cinquantacinquenne è stato arrestato e condotto nel Carcere di Vallo della Lucania. Nella giornata di oggi, l’uomo, difeso dall’Avvocato avellinese Rolando Iorio, ha ricevuto una condanna molto lieve e nettamente inferiore rispetto a quanto richiesto dalla Pubblica Accusa. Fondamentali sono state le argomentazioni del difensore, che sono state pienamente accolte dal Tribunale di Nola. Con una serrata arringa, l’avvocato ha chiesto e ottenuto per il proprio assistito il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, le quali hanno avuto un impatto significativo sulla quantità della pena. L’imputato, infatti, rischiava una condanna da 6 a 12 anni.


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