A Montoro parte lo screening per il corpo docente. Cerrato: “Coinvolti anche gli istituti paritari per dare copertura totale” – IL CIRIACO

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Domani riaprono le scuole e il sistema sanitario irpino sta cercando di farsi trovare pronto. Nel comune di Montoro, nello specifico, è stato convertito il drive in, di solito utilizzato dall’ASL, per iniziare già da oggi una attività di screening sul corpo docente e amministrativo. Una iniziativa, questa, che permetterà un rientro tra i banchi più sereno e che, come conferma Antonello Cerrato, delegato alla sanità e alla pubblica istruzione del comune di Montoro, coinvolgerà anche gli istituti paritari, così da fornire una copertura completa.

 

“Abbiamo acquistato nelle settimane scorse una buona quota di tamponi rapidi da fornire ai medici di base per lo screening dei pazienti sospetti o che devono uscire dalla quarantena. Le rimanenze di queste tamponi li abbiamo offerti alle scuole per la riapertura di oggi e in vista di quella più corposa del 18 gennaio. Abbiamo una postazione drive-in su Montoro che è gestita dall’Asl quando ne hanno necessità ma che altrimenti è gestita da noi. Abbiamo quindi fatto ricorso ad operatori sanitari volontari e medici e l’abbiamo adattata solo per il corpo insegnati, docente e amministrativo delle scuole di Montoro. Sono stati predisposti 350 tamponi tra oggi e domani e saremo disponibili durante la settimana con nuove date per l’apertura del 18. Abbiamo fatto anche di più, coinvolgendo le scuole paritarie cosicché tutte le scuole siano coperte. Questa è una cosa molto positiva che, da quanto mi risulta, è stata fatta solo ad Avellino rispetto al resto della Provincia”.

 

Lei è anche un consulente della Commissione sanità della Regione Campania. Come sta andando questa prima fase del processo di vaccinazione e come crede che ci si debba organizzare in vista dei prossimi mesi?

 

“Stiamo studiando una proposta col dottore Guarente, in sinergia con l’onorevole Alaia, in modo da fornire una idea e dell’aiuto per il piano vaccinale territoriale. La prima fase procede molto bene e adesso verranno coinvolte le RSA presso Ariano e Sant’Angelo e tutto funziona perfettamente grazie ad una grande organizzazione. Quando però, nella terza fase, si andrà sui territori le cose dovranno essere gestite con una organizzazione capillare, onde evitare qualsiasi tipo di problema. Le strutture degli spoke territoriali credo siano la soluzione migliore, magari con degli hub che possono essere predefiniti (Avellino, Solofra, Atripalda, ad esempio), per poi dare apertura anche ai distretti sanitari in parte dismessi come quello di Montoro, di Serino, Bisaccia etc. Queste strutture possono diventare dei piccoli spoke  gestiti insieme alla medicina di base che deve fornire gli elenchi per la vaccinazione dei pazienti. In più possiamo, secondo me, contare anche sulla partecipazione di operatori volontari sanitari che sono sicuro non si tireranno indietro. Si può creare un movimento importante con un coordinamento centrale e delle sedi periferiche gestite con un sistema informatizzato. Questo secondo me è il piano migliore perché quando ci saranno migliaia di cittadini coinvolti in uno screening vaccinale così importante le cose saranno molto diverse rispetto a questa fase nella quale i pazienti sono circa 300 al giorno. Bisogna organizzarsi e noi ci proponiamo di poter offrire un tavolo di concertazione insieme all’Asl per sviluppare idee di questo tipo”.

Molti governatori e esponenti di governo di sono sbilanciati indicando l’autunno come periodo nel quale si arriverà ad una copertura vaccinale adeguata. Lei che tempi prevede per la copertura della popolazione?

“Adesso ci sono determinate categorie e poi si passerà alle RSA, alle forze dell’ordine e così via. Man mano che si scalano le categorie ci deve essere una proporzionalità diretta con l’approvvigionamento. Sui cittadini comuni, dagli over 60 in poi si inizierà suppongo da marzo, estendendo pian piano fino al resto. Se tutto andasse molto bene si potrebbe pensare a luglio come orizzonte entro il quale arrivare ad un 65/70% della popolazione, ma giustamente si parla di settembre e ottobre perché bisogna anche capire quando arriveranno i nuovi vaccini con mono somministrazione. Io rimango positivo perché con un piano come quello che ho prima descritto credo che si possa fare anche un po’ prima dell’autunno. Bisognerà comprendere bene il piano vaccinale che non è ancora ben definito. Ma ripeto che è per questo che è importante aprire un tavolo di concertazione tra tutte le categorie coinvolte. I prossimi 10 giorni saranno molto utili per farsi trovare pronti”.



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