A. A. A. cercasi intellettuali di destra

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Di Nino Lanzetta 

Il primo obbiettivo della Meloni è quello di una nuova narrazione della storia del secolo scorso, a suo parere, falsata dalla cultura della sinistra dominante nel Paese negli ultimi cinquanta anni. Vuole riscrivere la storia senza aver fatto i conti con il suo passato ed il retroterra culturale dal quale proviene come fece Fini nel lungo percorso che portò il partito dal MSI di Almirante e Rauti ad Alleanza Nazionale e a definire il fascismo come il male assoluto. In questa ottica si capiscono meglio le sue scelte ed i suoi comportamenti, vedi – da ultimo- il non aderire alla richiesta del PPE di togliere dal logo del partito la fiamma tricolore dl MSI. La Meloni si dichiara post fascista per ragioni anagrafiche, come se il suo partito non fosse pieno di fascisti anche giovanissimi. Dice di voler combattere i due totalitarismi, di destra e di sinistra, che – a suo giudizio- hanno insanguinato l’Italia ed hanno uguale responsabilità storica. Il tentativo di riabilitare i fascisti e la Repubblica sociale di Salò, screditando la resistenza (vedi polemica sull’attentato di via Rasella) è palese. Ce l’ha con l’antifascismo “politico” e non ne fa mistero.

Invece di ripudiare i suoi maestri di gioventù e la sua cultura rautiana fa di tutto per imporre una egemonia della cultura di destra in grado di dare credibilità ad un revisionismo degli avvenimenti già scritti dalla storia. Per questi motivi vuole occupare tutti gli spazi culturali e trovare padri nobili della cultura di destra anche nel passato più remoto. I suoi fedelissimi, con la poca cultura che si ritrovano, hanno perfino scomodato Dante come l’antecessore della destra e, più di recente, il “patriota” Manzoni come difensore della famiglia tradizionale. Hanno occupato tutta la Rai, che è ancora il primo laboratorio culturale del Paese, utilizzando perfino i decreti legge ad personam per far posto ai propri fedelissimi, araldi della nuova dottrina da ripetere ai quattro cantoni in tutte le ore. In Rai la lottizzazione è di casa e le colpe dei partiti della sinistra non mancano, ma mai, anche con l’editto bulgaro di Berlusconi e la scellerata legge Renzi che la metteva sotto il controllo del Governo, si era arrivati a questo. Fazio e Annunziata hanno già fatto i bagagli, altri li seguiranno e troveranno casa in televisioni non controllate dai partiti. La Rai è dei cittadini che pagano il canone fino a che non lo tolgono, ed esistono cento modi perché essi nominino il Cda e i vertici facendo, fuori i partiti politici e il governo! Ora sono alla disperata ricerca di intellettuali di destra, di giornalisti e di uomini di spettacolo che facciano della fedeltà al regime il solo scopo della propria attività. Di mezze cartucce ne troveranno a iosa, soprattutto di quelli che non hanno mai avuto idee proprie se non propagandare quelle dei loro benefattori e che l’unica regola che seguono è: “Franza o Spagna purché se magna”. Ma non credo che riusciranno a mantener egli utenti!


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