Torna “Il Cinema che non si Vede” in edizione online – IL CIRIACO

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Al via la seconda edizione de “Il Cinema che non si vede”, rassegna cinematografica realizzata dall’Unione dei Circoli Cinematografici Arci con il contributo della Regione Campania e la collaborazione di svariati partner nelle province di Avellino, Benevento e Caserta.

A causa della pandemia questa edizione si svolgerà, dall’8 al 30 dicembre, online articolandosi in: proiezioni online e incontri live in diretta streaming con le registe. Il tema di quest’anno, infatti, è “Donne con la macchina da presa” e vuole mettere in evidenza il talento femminile in un mondo ancora prevalentemente maschile e le nuove voci che si stanno affermando in questi ultimi anni, seppure spesso in piccole produzioni indipendenti. I titoli selezionati per la visione sono relativi ad argomenti di solito appannaggio dello sguardo maschile: i crimini di guerra ne “Il segreto della miniera” di Hanna Slak, l’emancipazione di una ragazza Rom in “Sola al mio matrimonio” di Marta Bergman, i divari sociali della società marocchina in “Sofia” di Meryem Benm’Barek, le lettera d’amore di una giovane madre alla figlia sotto i bombardamenti siriani in “Alla mia piccola Sama” di Waad al-Kateab, le emergenze ambientali che la società contemporanea si trova ad affrontare in “Amaranto” di Manuela Cannone e Emanuela Moroni, la riabilitazione dopo un tragico incidente in “The Rider” di Chloé Zhao, recente vincitrice dei Festival di Venezia e Toronto. Spazio anche alle autrici campane, dal toccante “Nevia”, film d’esordio di Nunzia De Stefano, all’incantevole “Agalma” di Doriana Monaco, immersione nella vita quotidiana del Museo Archeologico di Napoli.  A questi si affianca una selezione di cortometraggi, in collaborazione con il Working Title Film Festival e con la Fondazione “Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico”. In programma 8 film, 12 corti e 5 incontri live con le autrici. Partners dell’iniziativa anche le associazioni culturali Kinetta, Doxa, Zia Lidia Social Club, Marea, Lies, Textures APS, Arci Salerno. Al progetto partecipa anche l’Arci nazionale. Le proiezioni si terranno sul sito www.uccaarci.com, i live con le registe sulla pagina facebook Il Cinema che non si vede.

Chiara Rigione

“L’edizione di quest’anno sarà particolare – spiega la regista avellinese Chiara Rigione, parte dell’organizzazione e presidente di Kinetta – dato che la situazione attuale ci ha costretti a modificare in parte quelle che erano le finalità originarie della rassegna: portare un certo tipo di cinema che rimane confinato ai margini della programmazione nella gran parte delle sale cinematografiche del territorio nazionale, in luoghi altrettanto marginali come le piccole città e le aree interne della nostra regione. Lo scorso anno abbiamo infatti attivato diverse associazioni sul territorio campano ed in particolare nelle province di Avellino, Benevento e Salerno, per creare una programmazione che nel corso del mese di dicembre ha portato a proiettare nei cineclub e nei cinema cittadini titoli che non erano mai stati distribuiti in queste città. Oltre all’associazione di Benevento di cui sono presidente, Kinetta, tra i partner del progetto non poteva mancare Zia Lidia Social Club, che da sempre si impegna a portare nella provincia irpina il meglio del cinema d’autore e a sostenere i cinema, riportando in sala gli spettatori, e con cui lo scorso anno abbiamo organizzato incontri, workshop e proiezioni all’ex Carcere Borbonico e presso alcune scuole di Avellino. Come dicevo, per questa seconda edizione, come molti altri festival, siamo stati costretti a trasferire tutte le nostre energie sul web, rinunciando alla sala e al grande schermo, ma potendo ampliare il pubblico anche a livello nazionale. Il contributo dello Zia Lidia sarà anche quest’anno fondamentale. Michela Mancusi infatti sarà tra le moderatrici di alcuni degli incontri live che verranno trasmessi sulla pagina di UCCA e de Il cinema che non si vede, a cominciare dal primo, mercoledì 9 dicembre alle ore 19 dedicato allo sguardo delle donne sul lavoro”.

Sul ruolo delle donne registe Chiara Rigione conclude: “Non credo si possa parlare di uno specifico contributo femminile alla regia, tendo a non fare questo tipo di distinzione. Con questa rassegna vogliamo dimostrare proprio che la donna, così come l’uomo, è in grado di affrontare nel campo della regia cinematografica tutte le tematiche che desidera e non solo i temi più strettamente femminili ai quali siamo stati abituati. Non necessariamente infatti, secondo me, si deve parlare di una sensibilità marcatamente femminile, in quanto credo che questa sia diversa e propria di ciascuna autrice o di ciascun autore, senza dover essere per forza diversificata e qualificata in base al genere”.

 



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