Pasqua all’insegna del caro-prezzi: solo per il pranzo +240 milioni, dolci tradizionali fai da te in 42% delle case

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Una Pasqua all’insegna del freddo, ma soprattutto dei rincari. Gli aumenti  dei prezzi si abbattono sul tradizionale pranzo di Pasqua e porteranno le famiglie italiane a spendere complessivamente circa 240 milioni di euro in più per imbandire le tavole in occasione della festività.

Lo afferma il Codacons che, in vista della ricorrenza, ha realizzato una indagine per capire le conseguenze degli aumenti dei listini nel comparto alimentare sulle tasche degli italiani.

 A parità di consumi, le famiglie spenderanno circa 240 milioni di euro in più per i prodotti alimentari tipici della Pasqua. – analizza il Codacons – La spesa complessiva sale così da 1,8 miliardi dello scorso anno ai 2,04 miliardi di euro del 2023.

    Ciò a causa delle tensioni nei listini al dettaglio di una moltitudine di alimenti e materie prime immancabili sulle tavole degli italiani in occasione del tradizionale pranzo pasquale.

Intanto più di quattro famiglie su 10 (42%) si preparano quest’anno in casa i dolci tipici della Pasqua, anche per effetto del caro prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sulla Pasqua degli italiani in occasione della sfilata dei dolci della tradizione pasquale al Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo a Roma, con i cuochi contadini al lavoro per insegnare a cittadini e turisti le specialità più golose provenienti dalle antiche ricette delle campagne italiane.
“Se negli acquisti pasquali in tempo di guerra la colomba è presente quest’anno nel 69% delle tavole, sei punti percentuali in più rispetto all’uovo di cioccolata (63%) la novità – sottolinea la Coldiretti – è rappresentata dal ritorno della cucina casalinga fai da te con la riscoperta dei dolci della tradizione. Una tendenza spinta dal caro prezzi che non ha risparmiato i prodotti di pasticceria, legato soprattutto agli aumenti dei costi energetici. Nelle famiglie si è così tornati ai fornelli recuperando antiche ricette, a partire da quelle della tradizione contadina”.

“Se in Abruzzo ci sono gli scenografici cavalli e pupe, biscotti a base di pasta frolla arricchita con un uovo sodo – illustra l’associazione – in Basilicata troviamo le pannarelle, che sono delle preparazioni pasquali spesso a forma di treccia o cuore chiuse a cerchio con un uovo al centro per evocare l’idea di un cestino pieno di dolci per i bambini. In Calabria – spiega Coldiretti – ci sono i cuculi, tipici dolci pasquali fatti con una pasta di pane piuttosto zuccherata, aggiungendo qualche goccia di anice e di scorza di limone per dargli una caratteristica nota di sapore. In Campania non può mancare sulle tavole pasquali la pastiera e i quaresimali caratterizzati da una grande quantità di mandorle all’interno dell’impasto. Dall’Emilia arriva il Bensòne che è tra i più antichi dolci prodotti nel territorio di Modena – sottolinea Coldiretti – dalla forma ovalizzata, con la farcitura di marmellata di prugne e amarene”.

“Il Friuli regala invece la pinza, un dolce – spiega Coldiretti – di antica tradizione che si presenta come una pagnotta arrotondata sulla quale viene incisa una croce a simboleggiare il martirio di cristo. E dalla pinza friulana si passa alla pizza dolce del Lazio tipica di Roma, un dolce a forma di panettone molto profumato e molto gustoso mentre la Pigna di Pasqua è tipica della Ciociaria ricco di uvetta, canditi, vaniglia, cannella, anice”.

 


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