“No al concorsone ai tempi del Covid”: sindacati e precari della scuola arrivano in Prefettura – IL CIRIACO

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Bloccare il concorsone della scuola. E’ questa la richiesta che i segretari di categoria di Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola consegnano nelle mani del Prefetto Paola Spena. I docenti precari scendono in piazza in tutta Italia, ad Avellino sit dinanzi a Palazzo di Governo, per chiedere di stoppare la prova concorsuale per titoli ed esami riservata a 64.000 docenti già titolari, da almeno tre anni, di contratti a tempo determinato, che si riverseranno in orario non di lavoro nelle scuole per concorrere per uno dei 34000 posti di ruolo ad essi promesso dal Bando del 28 aprile 2020. Una follia la definiscono i sindacalisti, considerando il numero di persone che dovranno spostarsi da una città all’altra, da una regione all’altra, per un concorsone che coinvolgerà migliaia di persone tra addetti alla vigilanza individuati tra il personale scolastico ed infine gli addetti alla sanificazione dei locali e delle attrezzature tecnologiche necessarie, implementando così le possibilità di entrare in contatto con altri possibili contagiati proprio mentre il Covid sembra non voler mollare la presa sul Paese.

«Se il Ministro Azzolina non vuole confrontarsi con i sindacati, allora noi le parliamo lo stesso attraverso le Prefetture. Questo concorso non aveva senso di essere bandito né in questa fase né in questo modo. Non c’è alcuna fretta di espletarlo, considerando che chi entrerà in ruolo con questa procedura, comunque di fatto per poter lavorare da non precario dovrà attendere settembre del 2021. Quindi fare il concorso adesso significa mettere a repentaglio la sicurezza dell’intero sistema scuola, l’unico che sta contenendo il contagio. La scuola viene messa a dura prova con un passaggio di 64mila persone in giro per l’Italia, che rischiano di trasformarsi nella goccia che fa traboccare il vaso del sistema scuola. I trasporti sono assolutamente inadeguati, gli screening non sono partiti per personale e studenti con continuità, in questo modo, soprattutto in Campania, la scuola rischia di non reggere» commenta Erika Picariello a margine dell’incontro in Prefettura. A fare eco alla segretaria della Flc Cgil, il collega della Cisl Scuola Salvatore Bonavita che aggiunge «l’inadeguatezza del Ministro Azzolina ormai è arrivata all’apice. Nega il confronto ai sindacati, ma il 96% del corpo scolastico è iscritto alle nostre organizzazioni quindi lei non può ignorare i corpi intermedi. Il Ministro non ha le competenze per ricoprire il ruolo che ricopre». A snocciolare i dati relativi alla provincia di Avellino, è Tonino D’Oria della Uil Scuola: «le persone interessate in provincia sono tra le 200 alle 300 considerando personale docente e non. Ecco perché chiediamo con forza di bloccare un concorso che non può svolgersi in tranquillità e che non è assolutamente urgente, considerando che i docenti non saranno immessi in ruolo prima del prossimo settembre. Bisogna lasciare tranquilla la scuola e i nostri studenti che, grazie a docenti, dirigenti scolastici e personale Ata, stanno frequentando le lezioni nonostante la grave fase emergenziale che stiamo vivendo, con contagi in aumento ovunque. Al Prefetto di Avellino chiediamo di farsi carico di intervenire presso il Governo e chiedere che la procedura venga annullata. Che prevalga per una volta il buon senso e la responsabilità». Una piattaforma rivendicativa che le organizzazioni sindacali ampliano denunciando il sistema della pubblicazione delle Graduatorie provinciali per le supplenze: «nel documento che abbiamo consegnato al Prefetto abbiamo chiesto di interloquire con il Ministro anche su questo tema. Non si è mai visto che una graduatoria sia pubblicata in maniera definitiva non consentendo le rettifiche degli errori materiali. I precari per vedere santi gli errori dovranno ricorrere in sede giudiziale a proprie spese. Ecco perché Cgil, Cisl e Uil chiedono che questa situazione sia sanata diversamente. Si parla tanto di meritocrazia. Ebbene il Miur non ha merito nell’aver messo in campo un sistema buono come quello delle Gps ma non ha ascoltato le istanze dei sindacati che chiedevano la pubblicazione provvisoria delle graduatorie e dei reclami avversi».

Una condizione, quella di eterna precarietà, che denuncia con forza anche l’insegnante Bianca Festa: «Non è pensabile con tanti contagi far spostare tante persone da una regione all’altra, anche perché non per tutte le classi si può affrontare il concorso nella propria regione. Ci sono persone che fanno supplenze da tre anni, ma non sono buone adesso per fare lezione da personale di ruolo come dice anche la Corte di Giustizia Europea? Siamo stufi, non ne possiamo più: lo Stato ci fa fare supplenze addirittura ai bambini che necessitano del sostegno pur non avendo noi i titoli e senza poter garantire loro la continuità didattica. E’ una presa in giro, sono una precaria da dieci anni in giro per l’Italia perché i bambini del Sud evidentemente sono bambini di serie B che possono stare nelle classi pollaio, mentre al Nord ci chiamano perché lì c’è richiesta di personale. Non è giusto, vorrei potermi costruire una famiglia invece ogni anno devo andare al Nord a lavorare, poi tornare qui nei mesi estivi chiedere la disoccupazione e poi ripartire senza poter neanche immaginare un futuro stabile».



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