Locas, l’universo delle donne al Teatro 99 Posti

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E’ l’universo delle donne del nostro tempo, con lo spettacolo “Locas”, ad andare in scena al Teatro 99 Posti di Mercogliano, domenica 5 febbraio, alle 18.30.  Scritto di Josè Pascual Abellan, con la traduzione di Andrea Scarpati Ramirez, la performance, con la regia di Niko Mucci, vedrà sul palcoscenico Marcella Vitiello e Laura Pagliara. Le musiche sono di Luca Toller, i costumi di Alessandra Gaudioso, i video di Francesco Mucci, la grafica di Salvatore Fiore, la produzione di Teatri Associati di Napoli. Uno spaccato della condizione esistenziale e psicologica di due donne, che si incontrano nell’anticamera dello studio di uno psichiatra ed entrano in confidenza, scambiandosi esperienze e stati d’animo. Una paziente è un’affermata professionista, mentre l’altra è una madre affetta da depressione. Un confronto sulla linea di confine tra follia e normalità, affrontato con grande realismo e delicatezza dal regista,  per suscitare una riflessione profonda sull’inquietudine del nostro tempo, che finisce per travolgere tutti, chi ha successo e chi conduce un’esistenza ritenuta frustrante. Anche se completamente diverse, le due donne si conoscono, parlano tra loro, e scoprono delle affinità. Nonostante l’argomento impegnativo, lo spettacolo è ricco di situazioni comiche, che inducono a sdrammatizzare le ansie di ogni giorno. “Locas è una chicca del teatro contemporaneo- spiega il direttore artistico Gianni Di Nardo- Lo spettacolo si caratterizza per gli accenti poetici nel confronto tra le due protagoniste, che esprimono, sulla scena, gli aspetti più reconditi dell’animo femminile, a cui dedichiamo la nostra stagione teatrale”. Con la sua sensibilità, Niko Mucci regala al pubblico un’atmosfera rarefatta ed emozionante, in cui si riscopre l’empatia con gli altri, la voglia di ascoltare e di capire comportamenti, talvolta, sfuggenti ed ambigui. ” Trattare il tema della follia in teatro – spiega il regista – è tanto difficile, quanto non originale, ma quando lessi la traduzione di questa storia minimale e pure cosi universale , mi colpì la volontà espressa dall’autore, lo spagnolo Juan P.Abellian, di mantenere una sorta di leggerezza pur nella trattazione di temi gravi e impegnativi.
L’uso del comico alternato al drammatico, è al servizio della necessità di porre riflessioni sulla vita e sulle sue declinazioni e deviazioni pratiche sino alla follia, mantenendo la vena di poesia che intride la scrittura, anzi nel tentativo di farla lievitare la poesia stessa nel passaggio fra parola scritta e scena. Nel corso del lavoro un nuovo elemento di riflessione ha guidato il nostro progetto: il confronto fra la maschera e l’interpretazione, rapporto che ci ha guidato nell’approfondimento fra la forma (il mostrare) e l’interpretazione (il sentire). Con questo spettacolo proseguo il mio percorso di studio analisi dei sentimenti e delle relazioni interpersonaliattraverso il punto di vista eccentrico, della messa in scena”.



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