“Il restyling della Biblioteca mina un esempio di architettura razionalista”: Santoro replica a Biancardi – IL CIRIACO

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Il progetto di restyling del Palazzo che ospita la Biblioteca provinciale e il Museo Irpino, diventa terreno di scontro politico a distanza tra il presidente della Provincia Domenico Biancardi e il capogruppo di “Si Può” al Comune di Avellino Amalio Santoro.

Biancardi, nel presentare il progetto da un milione di euro (leggi qui), aveva risposto alle critiche sollevate da Santoro invitandolo “a viaggiare di più per vedere come sono fatte le biblioteche nel resto di Italia e d’Europa”.

Secca la replica di Santoro: “mi imbarazza un po’ rispondere a tal Biancardi, esponente tipico del trasformismo di certo Mezzogiorno interno e della cattiva politica che, in questi anni, ha portato alla ribalta personaggi che come direbbe Ligabue restano sempre lì nel mezzo, dove si vince sempre e comunque”. Venendo al merito della questione, Santoro conferma i suoi dubbi: “l’intervento sulla Biblioteca, soprattutto quello esterno che prevede la realizzazione di una teca all’ingresso dell’edificio, altera uno dei pochi esempi di architettura razionalista presenti in città. Peraltro in una delle poche zone che mantengono una loro armonia. Più che pensare a ripartire da nuove costruzioni e dai caffè nella biblioteca, bisognerebbe ragionare su come rilanciarne la sua funzione culturale. Peraltro, immaginando un punto ristoro all’interno del palazzo, si rischierebbe di dar vita ad un doppione inutile, vista la presenza di numerosi bar lungo Corso Europa e della realizzazione, di cui per la verità si è persa traccia, della Caffetteria degli Artisti dell’ex Eliseo che si trova praticamente dall’altro lato della strada. Realizzare una struttura lì, significa appannare anche il giardino esterno che rappresenta la punta di diamante dell’intero complesso nonché un’opera di indubbio valore dell’architetto Fariello, tra i più noti paesaggisti d’Italia”.

Critiche che Santoro aveva già sollevato in sede di consiglio comunale, quando l’aula è stata chiamata a dare l’ok all’autorizzazione dell’intervento della Provincia, proprietaria dell’immobile: “è chiaro che Biancardi ringrazia il sindaco Festa, per aver posto subito la questione all’ordine del giorno del consiglio comunale. Ad Avellino ormai procedure, pratiche, regole vengono quotidianamente calpestate, non si apre mai un minimo di riflessione critica tantomeno culturale. Ormai si agisce per fatti compiuti pur di spendere risorse e dar vita ad appalti. Ogni determina nasconde una zona d’ombra, basti pensare alle gare per la manutenzione del verde pubblico o della manutenzione stradale: non si capisce mai dove si fanno gli interventi, qual è la ratio, si paga a piè di lista insomma. Non a caso il disagio mio e del resto dei colleghi di opposizione sta nel fatto di sollevare domande a cui puntualmente non arriva risposta. E a Piazza Libertà (sede della Provincia ndr) va in scena un film molto Un consiglio provinciale muto, che appare più come un comitato di gestione che un luogo politico. Non si sa chi è maggioranza o minoranza, sono tutti lì pronti a salire su carrozzoni, come la Fondazione Sistema Irpinia, che ancora non si è capito in che modo, concretamente, potrà rilanciare il territorio”.

Altro tema caldo che Santoro avrebbe voluto portare all’attenzione del consiglio comunale, rinviato grazie ad un’inversione dell’ordine del giorno votata dalla maggioranza Festa nella seduta del 29 dicembre a ieri quando il proponente era assente giustificato per motivi di lavoro, è quello dell’autonomia differenziata. “E’ agli atti del consiglio comunale, prima che la mia mozione, una lettera dei sindacati provinciali. Quindi il rinvio della discussione rappresenta innanzitutto uno schiaffo in faccia alle organizzazioni sindacali, che avevano sollecitato un’azione del Comune capoluogo. Al consiglio comunale, e quindi al sindaco, – spiega Santoro- chiediamo di farsi promotore insieme ad altri soggetti, di una richiesta di rinvio della discussione alle Camere. Questo significa sollecitare la classe parlamentare locale e, se esistono, i consiglieri regionali irpini. E’ giunta l’ora, e l’autonomia differenziata è un argomento degno per farlo, che il sindaco traduca in azione concreta il presunto protagonismo del capoluogo di cui dice di essere artefice. Bisogna aprire un dibattito ad ogni livello, se non lo fa l’aula consiliare di Avellino non lo fa nessuno. C’è il rischio di un nuovo centralismo regionale: nessuno vuole tornare all’800 ma abbiamo visto il regionalismo, soprattutto nel periodo dell’emergenza, cosa ha significato per le comunità”.



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