Idee Resistenti. La playlist di Mariano Malanga, il medico dal cuore rock – IL CIRIACO

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Il nostro ospite di oggi è il dott. Mariano Malanga, dirigente medito fisiatra presso l’ASL di Avellino, che con la misura e la discrezione che gli sono propri racconta, tra le righe dell’intervista che segue, i giorni difficili che tutti abbiamo e stiamo ancora attraversando a causa della pandemia e che ha visto medici e personale sanitario in prima linea di fronte ad un nemico sconosciuto e insidioso.

 

Mariano Malanga

Vorace lettore con una particolare passione per i romanzi distopici e i saggi, Mariano Malanga è anche un formidabile appassionato di musica rock, con un posto speciale nel cuore riservato a Bruce Springsteen ai cui concerti il medico avellinese partecipa da anni, avendo accumulato in tal modo una conoscenza anche storica dell’evoluzione della musica del Boss misurata a bordo palco nelle sue storiche e torrenziali esibizioni. Sono ben 23 i live di Springsteen cui Malanga ha partecipato; innumerevoli anche le partite di basket, l’altra sua passione che coltiva da sempre e che ama anche praticare come sport.

Medicina e rock potrebbero sembrare due mondi lontanissimi, in realtà non lo sono. La musica di Springsteen è infatti resiliente per definizione, i suoi protagonisti lottano e si oppongono alle difficoltà con tutta la forza di cui dispongono, la storia stessa di questo artista raccontata nell’autobiografia dal titolo “Born to run” (2017, Mondadori) è un inno alla volontà di non rinunciare mai ai propri obiettivi. Sicuramente i medici che hanno fronteggiato il Covid-19 di coraggio e voglia di lottare devono averne avuta tanta per affrontare una situazione del tutto eccezionale, imprevista e sconosciuta.

Mariano Malanga come ha vissuto questa incredibile esperienza?

“Lavorando. Continuando quotidianamente a seguire chi aveva necessità, con preoccupazione, ma con attenzione a comprendere i segnali provenienti dal mondo esterno e dalla società”.

Cosa ha fatto di nuovo o di diverso?

“Niente che non facessi già prima: ho rallentato i miei tempi negli spazi liberi, ascoltando musica, leggendo tutto ciò che è stato possibile e cercando di studiare e capire ciò che stava accadendo”.

Cosa ha appreso da questa esperienza?

“Ho avuto conferme di alcune mie idee, e cioè che le persone fragili, malate e comunque i soggetti più deboli sono quelli che meglio di tutti gli altri hanno la sensibilità di comprendere, la capacità di avere empatia con il prossimo, di mantenere il contatto con la realtà ed avere i comportamenti più logici. In altre parole, di vivere con più attenzione ed interpretare meglio ciò che le mutate condizioni richiedono”.

Mariano Malanga al concerto di Springsteen a Milano nel 2016

Ecco la playlist di Mariano Malanga, i video dei brani come sempre sono in fondo all’articolo.

  1. Credence Clearwater Revival –  Who’ll stop the rain

“Gruppo americano che con pochi dischi e anni di lavoro ha ispirato intere generazioni di autori. In particolare questa canzone, scritta all’indomani della partecipazione al raduno di Woodstock, ha diversi piani di lettura: si riferisce alla pioggia incessante che flagellò il festival, ma è anche un inno antimilitarista sulla guerra in Vietnam. In questi giorni una preghiera laica per sperare di mettere fine a questa pioggia di morte, tragedie, sofferenze, dolore. Una piccola curiosità: un verso della canzone, “seeking shelter from the storm”, “cercando un riparo dalla tempesta”, molto adatto a questi giorni, ispirò Bob Dylan per la sua omonima canzone”.

2. Janis Joplin – Kozmic blues

“La voce disperata, unica, roca, appassionata e tutto ciò che voi desideriate vedere in questa grandissima piccola donna, dalla vita esagerata, sofferta, dolente, sbandata, capace di annegare in intere bottiglie di Southern Comfort nei suoi concerti ed entrata a far parte del Club dei 27 (le rockstar morte a 27 anni, ndr). Sarebbe diventata una leggenda della musica negli anni, è un mito a causa della sua morte precoce, da ascoltare mentre urla una disperazione, un dolore ed una sofferenza personale senza tempo e circostanze”.

3. Bruce Springsteen – Backstreets

“Estate 1976: in un jukebox di un paesello dei dintorni, con alcuni amici ascoltavamo le canzoni di questo giovane autore, allora presentato come il nuovo Dylan. Dopo 44 anni da fan, sono ancora qui ad ascoltare ciò che ha da dire nelle sue canzoni, sull’aiuto ai più deboli, sulla passione, l’amore, il lavoro, la ricerca della terra promessa, la dignità dei piu sfortunati, seguendo le orme dei grandi storytellers come Woody Guthrie, Pete Seeger, e dei grandi della letteratura americana come Steinbeck. Ascoltarlo in questi momenti unici e particolari aiuta a mantenersi leggeri, ma anche a trovare la strada”.

4. Elvis Presley – Follow that dream

“Nulla da aggiungere, un titolo che è tutto un programma: una canzone per pensare e riflettere, una specie di scintilla con cui avviare la mente in questi tempi dilatati”.



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